Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Le polisportive lanciano la sfida: "Rinnovamento nella tradizione, per costruire un nuovo futuro"

Tanti interventi e una partecipazione di massa al dibattito Uisp sulle polisportive tenutosi sabato 24 settembre alla Madonnina

L'intervento dell'assessore regionale a cultura e sport Massimo Mezzettidi Alessandro Trebbi - Redazione Uisp Modena


MODENA - Un dibattito intenso e interessante quello che ha visto protagoniste le polisportive modenesi nel convegno "Noi siamo la storia, noi siamo il futuro", organizzato da Uisp Modena sabato 24 settembre. 45 le polisportive rappresentate e le istituzioni schierate al completo con Comune e Provincia di Modena e Regione Emilia-Romagna a confrontarsi e ad aprire un dibattito che deve produrre risultati tesi a salvaguardare quei presidi sociali e aggregativi che da sempre arricchiscono il panorama sportivo e non solo della città. A iniziare i lavori la relazione del presidente Uisp Modena Andrea Covi, che ha lanciato una sfida alla politica e agli sportivi: "Le polisportive hanno creato equilibri che prima non esistevano. Ora questo sistema deve essere aggiornato e rivisitato: la crisi economica, la dispersione del volontariato e l'individualismo sfrenato hanno tarpato le ali a un modello vincente e ancora non c'è stata la forza di trovare una soluzione diversa. Perciò chiediamo un nuovo grande rilancio programmatico della politica e con la politica: le polisportive devono creare un nuovo progetto comune coi partiti, dando spazio a una nuova classe dirigente. Sul tema degli impianti, vogliamo torni a crescere una politica sociale. Non vogliamo escludere il privato, ma solo rendere consapevoli le istituzioni di fronte a un bivio: lasciare largo margine alle iniziative private estemporanee o, al contrario, accettare la sfida al futuro nell'ottica di una modernizzazione che guardi al sociale".

Stefano Vaccari, assessore provinciale allo sport, raccoglie la sfida: "Deve esserci una riconversione degli impianti per un'ottimizzazione delle attività e le istituzioni devono essere della partita sconfiggendo la tendenza a isolarsi e creando attraverso lo sport una nuova idea di cittadinanza". Antonino Marino, assessore comunale allo sport, parla di nuove strategie: "Una volta era il volontariato il collante e la base di tutta l'attività sociale delle polisportive. Dobbiamo essere capaci di conciliare questo mondo, con meno risorse e meno volontari, e un bisogno di sport cui va data risposta. Per questo si può ragionare di unificazioni o di un inserimento di privati controllato, come successo a Modena Est o alla Corassori. Un privato sociale, sulla stessa linea d'onda ideale delle polivalenti".

Interessanti gli spunti proposti dai presidenti delle polisportive, da Baroni (Campogalliano) che sfida la politica a "fare delle scelte" su come investire le poche risorse che può mettere sul piatto, a Battani (Villa d'oro) che parla di una situazione difficile, di "idee finite" e di un nuovo orizzonte in cui il pubblico deve essere comunque protagonista accanto a un "privato d'equilibrio", per arrivare a Cimino (Corassori) che vuole le polisportive come "soggetto politico che abbiano un proprio grande peso nelle scelte". Natalino Gatti, presidente di Coop Spazio, parla di privati come interlocutori privilegiati, se mantengono un orizzonte valoriale sociale, mentre Greta Barbolini, presidente Arci, invita le associazioni come Uisp e Arci a essere più propositive: "Se abbiamo qualcosa da dire, dobbiamo dirlo, dobbiamo chiedere agli enti locali come ci vedono, dobbiamo assumere la sfida insieme". Luciano Vecchi, consigliere regionale, e Daniela Barozzi, assessore allo sport del comune di Spilamberto, hanno preceduto le relazioni finali.

Massimo Mezzetti, assessore regionale allo sport, ha tenuto un intervento appassionato e propositivo, incentrandosi sul rinnovamento nella tradizione che deve investire le polisportive, "un'idea di cultura sportiva che metta al centro gli enti di promozione sportiva". In questo senso la politica deve "proporre una nuova legge quadro sullo sport che comprenda il Coni, certo, ma che non lo metta al centro assoluto. Non deve passare anche nello sport il concetto predominante di successo. Lo sport è socialità, è salute e anche noi istituzioni dovremmo avere più coraggio nell'investire sullo sport, per risparmiare un giorno magari sulla sanità, senza lamentarci di continuo dei tagli di un governo comunque sciagurato. Dobbiamo fare uno sforzo di fantasia". Infine Vincenzo Manco, vicepresidente nazionale Uisp: "Uisp e le polisportive devono essere un presidio, lo sport di alto livello sta rovinando il nostro mondo e l'orizzonte entro cui storicamente ci siamo sempre mossi. Dobbiamo mettere attorno a un tavolo tanti elementi e soggetti, dobbiamo intercettare risorse, accettare nuove sfide e interlocutori, come un Coni che vuole occuparsi anche dello sport per tutti. Ben venga, se serve a migliorare le idee. Dobbiamo dimostrare più coraggio, insieme, e così potremo rilanciare le polisportive che da decenni fanno il bene delle nostre comunità". Auspicio comune, unito a quello che il dibattito di sabato 24 settembre sia stato solo il primo mattone di un nuova e solida ricostruzione.

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