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Montagna

11 dicembre: Giornata Internazionale della Montagna

La SdA Montagna UISP aderisce alla “Giornata Internazionale della Montagna” che si celebra in tutto il mondo l’11 dicembre. La Giornata ha le sue radici nel 1992, con l’adozione del capitolo 13 dell’Agenda 21 “Gestire gli ecosistemi fragili: Sviluppo sostenibile delle montagne”, avvenuta in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo. Successivamente, la crescente attenzione per l’importanza dei temi legati alle montagne, portò l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a dichiarare il 2002 Anno Internazionale delle Montagne e ad istituire l’11 dicembre di ogni anno, come “Giornata internazionale della montagna”.

L’intento è quello di creare consapevolezza sull’importanza delle montagne per la vita e la biodiversità del pianeta, sollecitare una maggiore consapevolezza sullo sviluppo sostenibile nelle regioni montane e avviare alleanze che generino un cambiamento positivo per le popolazioni delle terre alte di tutto il mondo.


Il tema dell’edizione di quest’anno è anche legato al Global Meeting della Mountain Partnership che si terrà a Roma dall’11 al 13 dicembre nella sede della Fao. L’obiettivo dell’incontro è quello di promuovere e sostenere iniziative concrete e durature in favore delle popolazioni montane e dei loro territori. Il summit mira inoltre a garantire che lo sviluppo sostenibile delle aree montane sia integrato nell’Agenda 2030 dell’Onu e nell’attuazione dell’accordo di Parigi.

Come UISP – Struttura di attività Montagna facciamo nostre le parole di Eduardo Rojas-Briales, Vice Direttore Generale del Dipartimento Forestale della FAO: “Le montagne, che coprono il 27% della superficie terrestre (in Italia quasi metà del territorio, il 47,5%) e ospitano il 12% della popolazione mondiale sono tra gli habitat più minacciati: deforestazione, sfruttamento indiscriminato del territorio, alti tassi di emigrazione, attività minerarie e turismo spesso mal gestiti e dannosi per l’ecosistema. Nonostante le comunità montane siano quelle che a livello globale meno contribuiscono alle emissioni di gas serra, sono paradossalmente tra quelle che più risentono degli effetti negativi del cambiamento climatico con lo scioglimento dei ghiacciai e l’arretramento del permafrost, mentre inondazioni, frane e valanghe diventano sempre più frequenti. Le montagne sono i più grandi serbatoi idrici e riforniscono d’acqua l’intero pianeta. Oltre il 50% della popolazione mondiale dipende dall’acqua fornita dal territorio montano per bere, per cucinare, per irrigare, per la produzione di energia elettrica, per l’industria. Ma appare ormai evidente che questa situazione non durerà all’infinito. Le montagne si spopolano e
molti sono costretti a migrare verso le città perché le opportunità diventano sempre più scarse. L’aver trascurato questi habitat non ha soltanto avuto ripercussioni sulle comunità che vi abitano, ma sta avendo ricadute negative su ogni abitante del pianeta “Probabilmente non possiamo evitare che le montagne siano tra le principali vittime
del cambiamento climatico, ma di certo possiamo intervenire e approntare strategie di adattamento che ne riducano gli effetti negativi. Si può ridurre l’impatto dei disastri naturali, delle inondazioni e dei terremoti se il territorio è gestito in modo più responsabile. Questo significa che occorre lavorare a fianco delle comunità
locali, dare loro maggiori strumenti, migliorare le loro condizioni di vita, dal momento che esse nel corso dei secoli hanno sviluppato metodi di gestione del territorio resistenti ai rischi, e far sì che esse diventino i veri custodi e gestori delle montagne. Occorre fornire alle popolazioni montane il sostegno e i mezzi finanziari
di cui hanno bisogno per gestire in prima persona lo sviluppo di forme di ecoturismo e agriturismo. E servono leggi che obblighino le compagnie esterne che estraggono risorse come legno e minerali a tenere in considerazione i costi sociali e ambientali che comportano queste attività e prevedano forme di compensazioni alle comunità locali. Di certo servono maggiori risorse e investimenti per far sì che lo sviluppo montano diventi una realtà". 
Cosa possiamo fare noi per le montagne?
Le grandi decisioni vengono inevitabilmente prese da governi, ma ognuno di noi però può, nel suo piccolo, restituire qualcosa alle montagne. Raccogliere i rifiuti che troviamo sul sentiero (sì, esiste ancora gente – ed è tanta -che ne getta a terra), cercare per quanto possibile di non danneggiare la flora e la micro fauna, muoversi
in piccoli gruppi per non disturbare gli animali. La montagna lo apprezzerà… e come Associazioni UISP Montagna faremo la nostra parte!

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