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Montagna

Via Francigena: cammino, osservo, imparo

Avviciniamo i giovani allo sport e alla natura percorrendo la Via Francigena a cura di Fabio Pucci (Tecnico di Escursionismo)

 È cominciato tutto per caso. I primi giorni di scuola, a settembre, ci avevano consigliato di non utilizzare la palestra per le lezioni con l’intento di limitare i contagi del covid e così, nell’ora di scienze motorie, portavo i miei alunni a camminare nel cortile dell'istituto, un percorso asfaltato di circa 700 metri. Mentre procedevo accanto agli alunni della 3 BIA e della 3 CIA ho esclamato "forza ragazzi che andiamo a fare la via Francigena" mai pensando che dopo qualche lezione mi chiedessero "professore quando ci porta a fare quella camminata che diceva?" Mai mi sarei aspettato una simile richiesta da ragazzi di 16 anni che passano la maggior parte del loro tempo davanti allo schermo di un pc o di uno smartphone. convinto ho risposto "se il dirigente è d'accordo e la pandemia lo permette tra marzo ed aprile, partiamo da San Lorenzo Nuovo ed arriviamo a Viterbo in tre giorni”. Preso dall'entusiasmo ho subito presentato al consiglio d'istituto il progetto "la via Francigena: guardo osservo imparo." e poi ho cominciato a cercare aiuto tra i colleghi, avevo l'occasione di far vivere ai miei studenti un'esperienza unica, quella di camminare e viaggiare, allenandosi ad osservare i dettagli architettonici, paesaggistico e naturale. lungo la strada, intesa come cammino, il tempo si dilata, le distanze sono a misura d’uomo e del proprio passo. È un percorrere lo spazio e le distanze tra i luoghi con lentezza e pazienza entrando a contatto fisico-visivo-olfattivo con ciò che circonda ed accompagna il viandante, siano questi luoghi e persone.

Avevo bisogno di altri due insegnanti, uno con me e gli alunni ed uno che ci seguiva con un’automobile. Passa il tempo, i posti letto negli sono ostelli prenotati i colleghi sono entusiasti ma i contagi non diminuiscono e il progetto è a rischio.

Finalmente il 31/03/2022 termina lo stato d' emergenza, e si può partire. Il 6 aprile insieme ad un collega e 12 studenti prendiamo il pullman per San Lorenzo Nuovo. un altro collega ci segue con la macchina con i bagagli più pesanti (che sono tanti). Scesi dal pullman timbriamo le credenziali, facciamo qualche foto con il lago di Bolsena come sfondo e quindi partiamo per la prima tappa del nostro cammino.

Scesi nel cratere vulcanico imbocchiamo un percorso che, con un bellissimo panorama del lago, su strade sterrate tra uliveti, prati e boschi, ci conduce fino a Bolsena dove veniamo accolti dall'assessore al turismo.

La seconda tappa, da Bolsena a Montefiascone è la più difficile Lasciato il paese il tracciato si inoltra nel Parco naturalistico archeologico di Turona. Sulla collina boscosa a monte del percorso sono state rinvenute tombe etrusche, i resti di un tempio e di un centro abitato. Il luogo fu frequentato anche in epoche successive, come testimoniano i resti di mulini che sfruttavano le abbondanti acque del fosso di Arlena. Dal sentiero, che corre lungo il fosso si possono scorgere due suggestive cascate.

Nel pomeriggio la stanchezza comincia a farsi sentire, la salita per raggiungere Montefiascone è lunga e ripida e qualcuno si lamenta ma, verso le 16, tutti arrivano a destinazione.

Venerdì 8 ultimo giorno di cammino. Montefiascone è un balcone naturale sulla Tuscia. La Rocca dei Papi è il punto d’osservazione ideale dove la vista spazia sia verso la città di Viterbo ed i Monti Cimini che verso il lago di Bolsena. Lasciato Montefiascone su un breve tratto di strada asfaltata abbiamo proseguito il cammino su un percorso sterrato che in pochi chilometri ci ha condotto sull’antico basolato della via Cassia ancora in ottime condizioni. Dopo aver attraversato untratto collinare con vedute su Montefiascone e Viterbo siamo giunti alle Terme del Bagnaccio, una serie di pozze di acqua calda, dove abbiamo fatto una sosta per il pranzo. Nel primo pomeriggio arriviamo all'ingresso dell'istituto. stanchi ma tutti contenti di aver portato a termine il percorso.

Certamente un’esperienza singolare per diversi motivi. I nostri ragazzi a 16 e 17 anni sono di solito attratti da altre mete per le gite scolastiche, con idee di “evasione“  e di in città europee come Barcellona, Amsterdam, Monaco o Madrid. In secondo luogo perché la società di oggi è incapace di capire davvero i giovani e di sensibilizzarli su temi alti e ambiziosi come esperienza e conoscenza del paesaggio, contatto con la natura, scelte di vita anticonsumistiche, cultura del camminare riconoscendo i segni lasciati dalla storia, organizzazione pratica della vita in comune, acquisire il senso dell’essenziale in vista di una meta da raggiungere, condivisione della fatica e dei disagi del camminare insieme .Questo progetto ha dato la possibilità agli alunni dell’ITT “l. da Vinci “di conoscere meglio il territorio dove vivono visitando ogni sera la località in cui arrivavamo (Bolsena ed il lago, Montefiascone), ripercorrendo a piedi questo sentiero, non solo hanno scoperto LA TUSCIA , ma hanno avuto modo di metterci alla prova vivendo in compagnia, dormendo, ridendo e scherzando ma anche soffrendo e lavorando tutti assieme.

È stata un’esperienza bellissima, faticosa ma emozionante. Spero venga riproposta anche il prossimo anno. grazie a tutti i professori” questa è la sintesi dei messaggi che mi sono arrivati la sera del venerdì.

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