Nazionale

Basket Uisp: al via il 1° Campionato nazionale in carrozzina

Domenica 1 dicembre prima giornata di gare a Reggio Emilia e Verona. Quattro squadre al via. Gli interventi di Mirco Casalgrandi e Fabio Palandri

 

Grandi novità in casa Uisp: domenica 1 dicembre prenderà il via il primo Campionato nazionale di basket in carrozzina Uisp che si concluderà nel mese di giugno 2020. Le squadre che si contenderanno il titolo sono quattro: Reggio Emilia con la Asdre-Associazione sport disabiliRE, Forlì con la Wheel chair basket, Verona con l’Olympia basket e Montecchio Maggiore (Vi) con i Delfini.

Il responsabile nazionale del Settore attività pallacanestro Fabio Palandri esprime tutto il suo entusiasmo per questo nuovo grande evento: “Sono veramente molto contento che il basket in carrozzina entri a far parte della grande famiglia della pallacanestro nazionale Uisp. È certamente motivo di orgoglio ma soprattutto spero possa diventare una grande opportunità per lo sviluppo del basket in carrozzina e più in generale dell’intera attività. Ci attende una sfida bellissima che ci farà crescere insieme. Faccio i miei più sinceri auguri di “buon campionato” alle Società sportive partecipanti, ai loro atleti ed ai loro dirigenti. In bocca al lupo ragazzi, dateci dentro ma soprattutto, buon divertimento”.

Il campionato prevede sei giornate tra andata e ritorno, dalla classifica usciranno gli incontri della finale che si giocherà in giugno in occasione della manifestazione “Basket d’amare”. In occasione della Supercoppa Uisp che si è giocata lo scorso 6 ottobre a Modena, tutti gli atleti delle squadre sono stati suddivisi per appositi colori a seconda delle diverse abilità, verde, giallo, arancione e rosso. Ogni squadra è composta da circa 18 giocatori, 12 dei quali vengono convocati alle partite: le squadre sono miste e composte da persone di varie età, dai 13 ai 50 anni. I giocatori vengono assegnati alle diverse fasce in base alle abilità residue: il rosso indica la disabilità più complessa che può giocare anche con la carrozzina elettrica, arancione sono persone che arrivano a canestro ma non palleggiano, i gialli palleggiano e arrivano a canestro ma con difficoltà, mentre la fascia verde palleggia bene e arrivano a canestro senza difficoltà. Si può giocare in 5 più un sesto di fascia rossa che non va mai a punto. Possono giocare anche normodotati con alcune restrizioni: non più di uno in campo per volta e il suo canestro vale solo un punto invece di due. La formazione obbligatoria prevede almeno un arancione o rosso in campo, le altre regole sono le stesse della pallacanestro ma adattate alle disabilità. “Noi a Reggio svolgiamo due allenamenti a settimana – racconta Mirco Casalgrandi, responsabile basket in carrozzina Uisp e presidente della società Asdre di Reggio Emilia - Iniziamo la stagione a metà settembre e finiamo a giugno con le finali del campionato. Inoltre, spesso organizziamo tornei o amichevoli con altre squadre interessate. Reclutiamo i nostri giocatori tramite il passaparola e la comunicazione sui social network, le persone che hanno voglia di fare sport sanno che possono venire da noi e trovare un gruppo accogliente”.

GUARDA IL VIDEO relativo al Campionato interregionale Uisp-Anmic (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili) del 2017

Perché è importante lo sport per le persone con disabilità?
“L’attività fisica migliora la qualità della vita, sia fisicamente per l’utilità dell’esercizio, sia dal punto di vista sociale - risponde Casalgrandi - ragazzi che hanno poca vita sociale riescono ad allargare il giro di amicizie e le opportunità di incontro. Le trasferte diventano un’occasione di svago e divertimento. Le squadre composte da persone di varie età sono utili a far crescere i partecipanti: i più grandi ci aiutano a sostenere i giovani, a gestire i problemi e le difficoltà. La nostra squadra è in campo da oltre vent’anni e abbiamo incontrato il movimento Uisp da cinque anni: le regole della Federazione non permettevano di giocare ad alcuni nostri soci, per troppa competitività o rigidità organizzative. Mi sono impegnato in prima persona per cercare altre realtà che ci permettessero di giocare e che accogliessero più persone possibile. Ora il nostro movimento è in crescita, aumentano le squadre interessate e i giocatori. Il nostro obiettivo è che la gente non smetta di fare sport, non ci interessa la selezione di campioni ma una pratica accessibile per tutti. Per noi lo sport ha soprattutto un valore sociale che punta al coinvolgimento delle persone”. (a cura di Elena Fiorani)

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