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Vicenza

lo sport è un'opportunità non un rischio per la salute

IL CERTIFICATO MEDICO PER ATTIVITA' SPORTIVA NON AGONISTICA, SE OBBLIGATORIO, DEVE ESSERE ACESSIBILE!!

IL CERTIFICATO MEDICO PER ATTIVITA' SPORTIVA NON AGONISTICA: SE OBBLIGATORIO, DEVE ESSERE ACCESSIBILE!

Partiamo da un dato universalmente riconosciuto: l'attività fisica e motoria porta benefici alla salute delle persone. Politiche europee, programmi ministeriali come “Guadagnare Salute”, progetti promossi da Ulss,  Enti Locali e dalle scuole riconoscono l'importanza dello sport per contrastare la sedentarietà. Uno stile di vita sedentario aumenta il problema dell'obesità infantile e coinvolge sempre più adolescenti, che una volta terminato l'obbligo scolastico, abbandonano la pratica sportiva.

Statisticamente le percentuali più alte di “inattivi” si riscontrano tra le fasce della popolazione con difficoltà economiche e tra i migranti. E' evidente: lo sport è un'importante strumento di prevenzione, con positive ricadute sulla spesa sanitaria pubblica. Il Coni, attraverso un suo studio, ha definito che: “la riduzione dell'1% di soggetti inattivi in Italia porterebbe un beneficio incrementale annuo di 80 milioni di risparmio di spesa sanitaria e non”.

Il decreto Balduzzi, completato dalle linee guida Ministeriali, ha regolamentato l'obbligatorietà del certificato medico, distinguendo tra attività ludico-motorie e non agonistiche; lascia invece inalterata la normativa per la certificazione medico agonistico. Inoltre ha introdotto la necessita per le associazioni sportive di dotarsi di un defibrillatore.

Il decreto definisce l’attività ludico-motoria come quella “praticata da soggetti non tesserati alle Federazioni Sportive Nazionali, alle Discipline Associate, agli Enti di Promozione Sportiva  riconosciuti dal Coni … omissis …. non regolamentata da organismi sportivi”; per queste attività il certificato  non è obbligatorio.

Per attività non agonistiche si intendono viceversa quelle svolte da associazioni sportive iscritte alle Federazioni, alle Discipline Sportive Associate e agli Enti di Promozione Sportiva. In questo caso il certificato è obbligatorio e può essere rilasciato dal proprio medico di base,  dal proprio pediatra o da un medico sportivo, con l'esecuzione di almeno un elettrocardiogramma una volta in vita,  ogni anno dai  60 anni in poi.

Nessuno mette in dubbio che la tutela della salute degli sportivi sia prioritaria, anzi: il prezioso lavoro quotidiano delle migliaia di associazioni sportive dilettantistiche nei territori,  è teso a rendere più accessibile l'attività motoria e a promuovere stili di vita sani. Tuttavia, questa normativa riflette una concezione dello sport come una potenziale minaccia per la salute da una parte e dall'altra come un modello che guarda al professionismo e alla competizione. Inoltre  il Decreto Balduzzi non regolamenta la materia in funzione delle caratteristiche delle discipline praticate, ma del soggetto che organizza il corso o le attività. Questo è un elemento di iniquità e non tutela allo stesso modo tutti i cittadini.

L'obbligatorietà indiscriminata del certificato medico per tutte le attività sportive non agonistiche, ancor più in questo periodo di crisi economica, diventa un ostacolo alla pratica sportiva, rappresentando un notevole aggravio di costi per gli atleti. Infatti, ad esempio in Veneto, il prezzo consigliato dalla Federazione Italiana dei Medici di Famiglia (FIMMG) in alcune province arriva anche a 50 euro. Se il certificato medico obbligatorio è pensato a tutela della salute dei cittadini, dove essere gratuito o perlomeno a prezzi accessibili, altrimenti il rischio è quello di contribuire all'aumento dell'inattività tra la popolazione.

Ci rivolgiamo a tutti i medici di base, alle loro organizzazioni rappresentative, alle istituzioni locali e alla Regione Veneto per aprire un percorso che metta al centro veramente la tutela e l'accessibilità allo sport.

Ai medici e alle loro organizzazioni, a partire dal riconoscimento della loro professionalità, chiediamo di aprire un confronto mirato alla riduzione del costo del certificato medico a una tariffa accessibile a tutti e tutte.

Alle istituzioni locali e principalmente alla Regione Veneto, a partire dai  poteri conferiti dal titolo V della Costituzione, chiediamo di aprire un percorso mirato alla ridefinizione delle discipline sportive per le quali sia obbligatorio il certificato medico, così come deliberato da alcune regioni italiane, e di farsi parte attiva all’interno della Conferenza Stato Regioni per la sostanziale modifica del Decreto Balduzzi.

 

 

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