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L'Aquila

"Otto anni bellissimi": il saluto di Fossati all'Uisp

Filippo Fossati, presidente nazionale uscente avendo già ricoperto due mandati (2005-2013), è intervenuto nel corso della terza giornata di lavori, quella di domenica 14 aprile. Un intervento a braccio, caldo e diretto, che ha coinvolto l’intera platea dei delegati. Alla fine tutti in piedi ad applaudirlo. Eccone alcuni passaggi: “Abbiamo passato tre giorni insieme e abbiamo misurato quanto l’Uisp sia nel mezzo della vita sociale del Paese. Sono venuti a trovarci rappresentanti dell’associazionismo sportivo, delle istituzioni, della politica, del sindacato, delle competenze professionali, sociali. Ognuno ha raccontato quello che ha fatto con noi in questi anni, le alleanze e le collaborazioni che si sono sviluppate sul territorio. Ho partecipato a molti congressi territoriali e regionali e ovunque c’era la stessa situazione. Mai vista un’Associazione così esposta e così piena di amici. Questo è un valore immenso, in un momento in cui la collaborazione sta tornando di moda rispetto alla competizione, la socialità rispetto all’individualismo. In questo senso siamo molto più forti di otto anni fa e questo si deve alla cocciutaggine con la quale il gruppo dirigente ha voluto mandare questo messaggio: l’Uisp è una risorsa di coesione sociale e di valori per questo Paese, soprattutto in questo periodo di crisi”.

“L’Uisp fa parte di quel meraviglioso fenomeno dell’associazionismo italiano che si riunisce per dare un servizio anche a chi non è ancora entrato, magari non entrerà mai. Ma grazie al nostro lavoro associato, migliora la sua qualità di vita. Le persone ci guardano per questo, ci rispettano per questo e ci chiedono di aprire vertenze territoriali e nazionali perché lo sport sia al centro di nuove politiche sociali. Vincenzo Manco e Simone Pacciani hanno disegnato un quadro suggestivo per quel che avverrà nei prossimi anni. Mi richiamo a quanto loro hanno già detto”.

“Noi siamo dentro la vicenda italiana. L’Uisp è una grande associazione popolare che capì, già dal 1948, un grande fatto. Il Paese aveva bisogno di ritrovare una dignità e noi sapemmo organizzare dei bisogni. Ci si è associati in questo Paese, perché si partiva dal bisogno… Questo è il vantaggio che un’associazione democratica come la nostra può regalare al nostro Paese. Abbiamo un grande bisogno di sviluppare le nostre competenze, perché per far tutto quello che dicevo, bisogna ricominciare ad imparare: nell’Uisp è facile perché siamo un’associazione, perché le conoscenza ci vengono da chi ci sta accanto. Chi entra in contatto con noi deve avere la certezza di entrare in un circuito dove si impara. Lo sport di domani, sarà un’attività dove le competenze sono tante, non si può improvvisare".

"Gli americani nella loro Costituzione hanno come grande principio la ricerca della felicità. La studiano e cercano di misurarla ogni anno per capire se il Paese è più o meno felice, interrogando un campione di migliaia di persone. E hanno scoperto una cosa che sembra banale: quando cresce il prodotto interno lordo, quindi la ricchezza procapite, cresce anche la felicità. Quando calano i soldi, cala anche la felicità. Sino alla metà degli anni ’80 la curva media della ricchezza sale molto. Ma a questo punto accade un fatto impensabile per un americano: la ricchezza continua a salire mentre comincia a calare la felicità. Entra in crisi il modello del consumo dei beni, perché per consumare beni sostanzialmente inutili si lavora di più, si guadagna di più, ma non si ha più tempo. L’unica cosa che si riesce a fare è comprare altri beni. Il circuito diventa perverso e non c’è più tempo per la famiglia, non c’è più tempo per sé, non c’è più vacanza, pensiero, ozio, pausa…e la felicità cala”.

“Noi non riusciremo ad uscire da questa crisi ricominciando a produrre e a consumare beni inutili, ma si uscirà dalla crisi solo se si investirà sul benessere delle persone, del pensiero, della socialità, della relazione, della famiglia, dell’ambiente, della bellezza. Questo è il futuro del mondo se il mondo deve avere un futuro. E noi siamo al centro di questa possibile modernissima situazione”.

Leggi qui il report integrale dell'intervento di Filippo Fossati

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