Settore di Attività Nazionale

Montagna

Rinunciare a salire sui ghiacciai alpini

In montagna rinunciare non è una sconfitta, al contrario è una vittoria del senso di responsabilità.

In luoghi affollati come centri commerciali, stazioni aeroporti troviamo spesso piccole piramidi gialle con su scritto “pavimento bagnato”, così tutti si liberano da qualsiasi assunzione di responsabilità, sia i clienti che i proprietari, ma delegare non significa essere più liberi. Dopo la recente tragedia della Marmolada abbiamo sentito nuovamente parlare di “divieti”. Invece, dobbiamo acquisire consapevolezza della nostra fragilità e dei pericoli della montagna. Ciascuno di noi ha la propria responsabilità, quindi deve scegliere se salire o saper rinunciare.

            Rinunciare è diventata una parola difficile da pronunciare nella vita delle persone e anche delle associazioni, ma è il migliore antidoto all’io e al super-io che ci circonda, ci assedia, e tenta costantemente di orientare la nostra vita: la rinuncia non è una sconfitta, una resa. Al contrario è la vostra vittoria, è il primato dell’essere sull’apparire. È la capacità, con la quale misuriamo innanzitutto le vostre forze e le nostre responsabilità, dando alle cose il giusto peso, di non esserne schiacciati.

Cosa accade in questi giorni sui ghiacciai alpini tanto da giustificare una sensata rinuncia ad attività collettive?

Non era mai accaduto dall’inizio delle rilevazioni, ossia dal 1959: il livello dello zero termico sulle Alpi, ossia la quota alla quale si trova la temperatura di 0°C si è attestato a 5.184 metri. La misurazione è stata rilevata del Servizio Meteorologico Svizzero, tramite radiosondaggio effettuato delle ore 02.00 UTC di lunedì 25 luglio con pallone sonda lanciato dall’aeroporto di Payerne (cantone francese). Alle nostre latitudini la salita dello zero termico al di sopra dei 4.000metri è già un evento raro, figuriamoci a 5.000! Così le condizioni dei ghiacciai sono sempre più difficili e le pareti delle montagne sono più fragili a causa del permafrost che fonde.

Le guide alpine francesi hanno deciso di sospendere le salite del Monte Bianco e la stessa decisione è stata presa dai colleghi italiani. La società guide alpine di Courmayeur ha scelto di non accompagnare più clienti sul Monte Bianco, sul Dente del Gigante e alla cresta di Rochefort. Le guide alpine del Cervino hanno invece sospeso le salite lungo la normale della Gran Becca lungo la Cresta del Leone, chiusa anche la Capanna Carrell. In pratica alcuni tra i grandi itinerari classici delle Alpi sono considerati troppo pericolosi.

            Nel settore di attività Montagna il Progetto coordinato da Ermanno Pizzoglio “Estate nelle Terre Alte” di UISP Montagna Piemonte - escursioni che si svolgono in ambiente alpino prevalentemente da 2500 a 4000 metri - ha rinunciato ad attività e salite sui ghiacciai (Breithorn e altri), mentre la storica ASD Lega Montagna Brescia ha rinunciato alla programmata salita ai 4.556 metri della Capanna Margherita nel massiccio del Rosa.

            Non è facile cancellare un’uscita programmata da tempo e proprio in questi casi la funzione del tecnico si integra con quella dell’educatore. Dire “non andiamo perché è troppo pericoloso” non basta, dobbiamo spiegare le motivazioni profonde, non solo tecniche perché la montagna va rispettata soprattutto ora che moltissimi ghiacciai sono in grave sofferenza, scoperti o in forte regressione.

I nostri Tecnici e Formatori UISP sono da sempre impegnati per diffondere tra i Soci la cultura della sicurezza e della sostenibilità, affinché la montagna non sia trasformata in un “parco divertimento”, ma resti un luogo dove confrontarci con la natura nello spirito dello sportpertutti, chiedendo sempre permesso prima di entrare.

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