Era il 1967 quando due californiani, Hoyle Schweitzer e Jim Drake, scherzando tra di loro ebbero l’idea di unire le loro due passioni, il surf e la barca a vela Jim, che era un ingegnere, mise allora una vela su una tavola da surf …..il Windsurf.
Nel 1970 cominciarono a produrre i primi “Windsurfer” tavole che ebbero molto successo; nel 1972 arrivò in Europa e in breve questo sport dilagò ovunque.
La grande diffusione di questa disciplina fu dovuta al fatto che il windsurf era un mezzo con cui si poteva fare vela senza i costi, l’ingombro e la complicazione del trasporto di una barca a vela.
Tra il 1972 e il 1980 nacquero molte ditte e grandi offerte per le scuole, quasi tutti i marchi offrivano un “pacchetto scuola”: 5 tavole complete, boe, simulatore, a volte anche il gommone tutto a prezzi super agevolati.
Sulle spiagge le scuole spuntavano a bizzeffe, alcuni, addirittura, con un furgone arrivavano, scaricavano il materiale e moltissima gente si iscriveva ai loro corsi. Naturalmente non mancavano i velisti esperti che si sentivano già capaci. In ogni caso è stato proprio un bel momento, per divertirsi non serviva essere degli atleti.
Poi un giorno ecco la “tentazione “ arrivare dalle Hawaii. Il mito, Robbie Naish, aveva visto che affrontare le onde con tavole di 22 kg, era (anche per lui) troppo impegnativo e così progettarono le prime “tavolette” tavole più piccole sulle quali anche con 18knt cominciavi ad affondare: “Sinker” insomma una tavola più adatta alle condizioni oceaniche ma non molto ai nostri mari,
Alla fine l’esasperazione del windsurf ha reso questa disciplina uno sport troppo estremo adatto solo per pochi.
Pian piano un tam tam distruttivo si diffuse tra la gente comune:- …ah il windsurf, troppo difficile, troppe cadute, non c’è mai abbastanza vento per divertirsi ecc ecc . Tutto vero.
Finalmente nel nuovo millennio , un po’ come per molti altri sport, anche il windsurf comincia a tornare un’attività adatta a molti. Tavole più facili, più divertenti e versatili, con una sola tavola si può coprire l’esigenza di tutta una famiglia.
Abbiamo quindi ora a disposizione un mezzo che ci permette di veleggiare con venti deboli, divertirsi arrivando a planare in breve tempo e affrontare in maniera molto più semplice anche le condizioni più impegnative.
Molto importante è la progressione didattica di base quella che poi ti permetterà di avanzare velocemente. Rivolgersi ad una scuola con degli istruttori qualificati è sicuramente il primo passo da fare.
Scaletta didattica corso 1° Livello
testo a cura di Silvia Guerra