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Dal Medioevo al Rinascimento, il nuovo volume di Manacorda

Questo secondo volume dell’opera “Diana e le muse. Tremila anni di sport nella letteratura” indaga la mimesi tra guerra e sport

 

Disponibile in libreria e on line il secondo volume “Diana e le muse. Tremila anni di sport nella letteratura” del compianto Mario Alighiero Manacorda, edito da Lancilotto e Nausica editrice. La grande opera di Manacorda esce postuma grazie ai suoi allievi Rossella Frasca, Paolo Ogliotti, Aldo Russo, Flavio Silverstrini e al contributo del Coni e dell’Accademia Olimpica. Il volume numero 1 “In Grecia e a Roma” è uscito nel 2016 e richiama due emblemi, la dea presa a simbolo delle attività ludiche e sportive e le nove figlie di Zeus ispiratrici del canto e della poesia, che segnalano l’unità della vita fisica e della vita culturale. Compito del secondo volume è quello di studiare il Medioevo e il Rinascimento, indagando la mimesi tra guerra e sport e la funzione sociopolitica dell’evento sportivo.

"Dal Medioevo al Rinascimento" è un testo in cui si gettano le basi dell’Europa moderna in cui il gioco e lo sport abbandonano il loro rapporto con la religione e diventano esibizione e spettacolo. In questo contesto il corpo dell’antico eroe greco che si cimentava nei giochi olimpici viene elaborato per affrontare le nuove forme ludiche. In questo secondo volume, la storia letteraria dello sport testimonia una periodizzazione in cui si confrontano e si scontrano la tensione verso il rinnovamento e la resistenza di fenomeni risalenti nel tempo. Il ponte di collegamento tra esperienza interiore ed esteriore diviene dunque il corpo ludico e proprio su questo aspetto Manacorda vede lo stesso corpo come un’area di confronto con il potere durante i mille anni che precedono il Moderno e dove si consuma il confronto tra poteri che segna le società.

Tremila anni di sport nella letteratura si configura come un’opera monumentale che unisce lo sport e la letteratura e che consente al lettore di avvicinarsi con meno superficialità a una cultura dove l’immaginario occupa una parte significativa. Nato come un’imitazione della guerra, lo sport medievale rimane per diverso tempo un’attività per pochi, nello specifico i nobili, e imitato successivamente in maniera particolare dai contadini.

Questo secondo volume ci porta, attraverso il Medioevo e la Roma cristiana, sino al Rinascimento. Il gioco perde ogni carattere di positività e diventa, come detto prima, molto spesso uno spettacolo sfarzoso. Accanto all'esibizione sportiva, compare anche il tema della duplice formazione e destinazione del cavaliere e l’esigenza di un nuovo rapporto tra armi e cultura.

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