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#DopOut: con l'Uisp giovani protagonisti della lotta al doping

Si è chiuso il progetto che ha coinvolto gli studenti di sette paesi europei in una campagna di comunicazione sui rischi dell'assunzione di doping

 

Giovedì 29 novembre si è svolto a Roma, presso la sala conferenze Spazio Europa dell’ufficio in Italia del Parlamento e della Commissione EU, l’evento conclusivo del progetto Erasmus + #Dopout. Social network e peer education per combattere il doping, progetto cofinanziato dall’Unione Europea e coordinato dall’Uisp. Il progetto ha coinvolto giovani studenti di sette paesi europei nella realizzazione di una campagna di comunicazione sui rischi correlati all’assunzione di doping e abuso di farmaci, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza degli adolescenti, proteggere la loro salute, promuovere i valori di uno sport pulito favorendo comportamenti e stili di vita sani.

L’evento, che è servito a tracciare un bilancio di anni di attività, ha visto la partecipazione di relatori istituzionali, atleti e rappresentati dei partner di progetto ed è stato l’occasione per presentare il report di valutazione del progetto. GUARDA IL VIDEO della diretta Facebook con l’intervento di Fabio Alivernini, di ricerca Azione Onlus, responsabile della valutazione di impatto del progetto.

“Quando si parla di povertà educativa solitamente si parla di scuola, ma questa si può contrastare anche attraverso lo sport, inteso non solo in un’accezione agonistica o professionistica - ha dichiarato il responsabile progettazione Uisp , Salvatore Farina - E’ infatti sul valore dello sport e sulla dimensione culturale che bisogna lavorare. Anche sul tema doping troppo spesso la stampa ha osannato atleti con i piedi di argilla che poi sono risultati positivi al doping. La nostra associazione invece da anni lavora al fianco del Ministero della Salute su queste tematiche portando avanti i valori di uno sport pulito, a “propria misura” e non legato alla prestazione”.  GUARDA IL VIDEO con l'intervista a Farina

“Bisogna creare nei ragazzi coscienza di quali sono i veri valori dello sport e i rischi correlati al doping -  ha dichiarato Liliana La Sala, dell’ufficio IV prevenzione delle dipendenze, doping e salute mentale del Ministero della Salute - Per questo un progetto come #Dopout, a cui abbiamo dato con piacere il patrocinio perché in linea con gli obiettivi dell’ufficio IV, è di fondamentale importanza perché affronta in maniera egregia e con risultati di grande valore un argomento molto complesso, in un’età in cui si è decisamente vulnerabili sia nei confronti del doping che delle droghe in generale”. GUARDA IL VIDEO con l'intervista a La Sala

“Dopout è una partnership virtuosa per i contenuti, per i partner e per il valore educativo – ha aggiunto Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp - Nel 2017 l’Uisp è andata a Congresso affermando che la nostra proposta sportiva sta dentro l’Agenda 2030 e i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Il tema del doping rientra in questa agenda perché il corpo deve essere il primo ambiente sostenibile, anche con l’obiettivo di garantirsi benessere e relazioni positive. In tal senso ribadiamo che lo sport nel nostro Paese deve stare nelle politiche pubbliche. E’ necessario promuovere anche un’etica della sconfitta e soprattutto un’epica della sconfitta, ovvero una narrazione attraverso libri, informazione, tv, che racconti come esempio positivo anche le vicende di chi non ce l’ha fatta, di chi è arrivato quarto o quinto, perché non serve nascondersi, il valore educativo passa anche attraverso le sconfitte”. GUARDA IL VIDEO con l'intervista a Manco

La prima sessione si è conclusa con la presentazione da parte di Andrea D’andretta , coordinatore internazionale del progetto, di tutte le principali azioni progettuali realizzate in Italia e all’estero, fino ad arrivare alla descrizione dello storyboard e alla costruzione del video promozionale “Say no to doping” (GUARDA IL VIDEO) ideato nell’ambito del progetto dai ragazzi dell’Istituto statale superiore “Mario Rutelli” di Palermo. GUARDA IL VIDEO con l'intervista a D'Andretta

La seconda sessione dei lavori  è stata aperta dal responsabile Uisp Politiche Internazionali, Cooperazione e Interculturalità, Carlo Balestri, che ha sottolineato come questo progetto europeo si ponga all’interno di una filiera educativo/culturale: “Il dramma del doping è un problema che non riguarda più una ristretta cerchia di campioni ma è diffuso a livello amatoriale e come tale diventa un problema “educativo”, soprattutto nei confronti e in favore delle nuove generazioni“. GUARDA IL VIDEO con l'intervista a Balestri
Mogens Kirkeby, presidente di ISCA-International Sport and Culture Association, ha sottolineato come Uisp e Isca abbiano lo stesso DNA, in quanto muovono dal presupposto che tutti i cittadini abbiano il diritto di muoversi e fare sport, battendosi per superare tutte le barriere per l’accesso alla pratica sportiva. "Lavoriamo da anni con l’Uisp in aree di conflitto, in progetti internazionali, ci sosteniamo a vicenda ed è stato naturale collaborare su un progetto come questo di contrasto al doping e per i valori di uno sport pulito e lontano dal doping”. GUARDA IL VIDEO con l'intervista a Kirkeby

Alessia di Gianfancesco dell’Organizzazione nazionale Antidoping (NADO Italia) ha sottolineato come Dopout sia un’iniziativa incomiabile perché riguarda ragazzi in un’età di formazione e di crescita che non conoscono gli effetti a lungo termine che possono avere sul loro organismo determinati farmaci assunti per aumentare le prestazioni sportive. "E’ doveroso e necessario educarli a scegliere, a non essere influenzati, a responsabilizzarsi, puntando anche al supporto di allenatori e genitori che ricoprono un ruolo fondamentale. Come Nado Italia stiamo infatti organizzando corsi di formazione per dirigenti, allenatori, medici e anche un’educazione e-learning che renderemo obbligatoria per gli atleti per informarli sui rischi del doping”. (Silvia Saccomanno, Ufficio progetti Uisp nazionale)

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