Nazionale

L'Inghilterra cambia faccia al calcio femminile

Un programma in otto punti, che si impegna a gettare le basi per la creazione di un futuro sostenibile del calcio femminile entro il 2024

 

Promuovere lo sviluppo del calcio tra donne e ragazze in tutto il Paese ed essere all’avanguardia mondiale nello sport professionistico femminile. Perché il calcio ha il potere di cambiare la vita in meglio solo se diventa uno sport accessibile a tutti. Uno sport di tutti e per tutti. Quelli sopracitati sono solo alcuni degli ambiziosi obiettivi che la Football Association (la Federcalcio inglese, ndr) ha messo nel mirino. La patria del calcio mondiale, la Terra d’Albione ha infatti reso nota tramite i propri canali ufficiali, una strategia a lungo termine dal titolo “Inspiring Positive Change: The FA Strategy for Women’ and Girls’ Football: 2020-2024”. Il programma, il cui fulcro ruota attorno al raggiungimento di otto obiettivi di sviluppo e trasformazione del sistema calcio femminile d’oltremanica con scadenza fissata al 2024, si impegna a gettare le basi per la creazione di un futuro sostenibile del calcio femminile, dai primi passi sui fangosi campi delle campagne inglesi fino agli stadi di ultima generazione della Premier League.

La strategia mette in risalto il ruolo del calcio come strumento di inclusione. Un veicolo di socialità in grado di garantire la parità di genere in tutte le sue forme: dal benessere fisico e mentale al diritto per le ragazze di giocare a calcio fin dalla giovane età, alimentando quei sentimenti di amicizia e condivisione troppo spesso dimenticati o semplicemente snobbati. Ecco perché, a livello pratico, la strategia punta molto sulla sinergia calcio-scuola, sul potenziamento del programma di educazione fisica negli orari didattici e su una lineare prosecuzione degli allenamenti con e senza palla anche, e soprattutto, nel doposcuola.

“La nostra strategia si regge sulla motivazione individuale che spinge le ragazze a giocare a calcio”, spiega Sue Campbell, presidente della Women’s Football. “Vogliamo garantire a ogni donna l’accesso e l’opportunità di giocare, allenare, arbitrare, gestire o amministrare nel mondo calcistico, se lo desidera, e che il gioco sia veramente rappresentativo della nostra società in tutte le sue caratteristiche e in tutti i contesti sociali. Il nostro obiettivo è quello di aiutare ogni ragazza a occupare un ruolo importante, sul campo o nei quadri dirigenziali, organizzativi o gestionali, nel calcio femminile e nella società in generale”. Non solo il campo: l’obiettivo della Federcalcio inglese è anche quello di sviluppare programmi di inclusione e avviamento che riguardino anche allenatrici, arbitri, responsabili e amministratrici a qualsiasi livello, dal marketing fino allo staff medico-sanitario. Dagli organi dirigenziali fino a professionisti della comunicazione. Programmi, questi ultimi, con un fine specifico e anch’esso ambizioso: “Alimentare la nostra fanbase, aumentare il valore del marchio e garantire la sostenibilità finanziaria a lungo termine”, conclude Sue Campbell.

Quali sono gli otto punti nevralgici della strategia? Scopriamoli insieme.

EARLY PARTICIPATION: il primo obiettivo (che si concentra sulla fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni) è garantire che ogni bimba in età scolare primaria abbia pari accesso al calcio, sia a scuola sia nelle società sportive dislocate in tutto il Regno Unito. Per facilitare l’avvicinamento delle bimbe al calcio, la FA lancerà campagne di sensibilizzazione affinché le ragazze, e i loro genitori, si rendano conto che i primissimi approcci con il mondo del calcio sono più semplici di quanto credano e i suoi benefici fisici, relazionali e soprattutto sociali siano profondi e fondamentali nella formazione caratteriale della bambina.
Il secondo obiettivo è la “DEVELOPMENT PARTICIPATION“, ovvero la partecipazione allo sviluppo nella fascia di età 11-14 anni. Secondo la FA, il calcio può svolgere un ruolo davvero importante nello sviluppo di abilità vitali come la resilienza e la fiducia in sé stessi, oltre a migliorare la forma fisica e la sfera emotiva durante una delle fasi chiave della vita: l’adolescenza.
Il terzo obiettivo è il “CLUB PLAYER PATHWAY”, che mira a fornire un percorso calcistico inclusivo e accessibile che supporti le ragazze e le giovani donne di talento che aspirano a giocare nella FA Women’s National League, nella FA Women’s Championship e nel Barclays FA Women’s Super League. Il terzo punto della strategia quadriennale della FA mira al coinvolgimento del maggior numero di giocatrici provenienti da contesti etnicamente diversi e da aree socialmente ed economicamente svantaggiate. In questo ambito entra in gioco il “Calcio per tutte”: le adolescenti, provenienti da ogni angolo del mondo, saranno supportate da uno staff costituito da professionisti con background etnicamente diversi. Perché la diversità è la vera ricchezza.
ELITE DOMESTIC LEAGUES AND COMPETITIONS è l’obiettivo più ambizioso: rendere la FA la prima federazione al  mondo nello sport professionistico femminile e nello sviluppo dei migliori campionati e competizioni sportive femminili. Come parte di questa strategia, la FA lavorerà su tre elementi: attrarre stakeholders globali, massimizzare e coinvolgere il pubblico attraverso campagne di marketing e comunicazione mirate e aumentare i ricavi commerciali. Questo obiettivo mira a rendere la Barclays FA Women’s Soccer League (WSL) e la Vitality Women’s FA Cup eventi importanti e imperdibili nel calendario sportivo globale.
Il quinto punto è forse il più “patriottico” di tutti e viene presentato con la dicitura “ENGLAND”. L’obiettivo è quello di formare calcisticamente le giovani leve, fin dall’Under 14, e di prepararle alla partecipazione all’Europeo del 2022 che si disputerà proprio in Inghilterra. Da padrone di casa non vogliono solo partecipare, vogliono vincere, nel totale rispetto di ogni avversario. Il sogno della FA è anche quello di alzare al cielo la Coppa del mondo del 2023 e di sostenere tutte le squadre femminili inglesi che disputeranno competizioni internazionali nei prossimi anni.
“FOOTBALL FOR ALL“, è il punto del programma che propone il calcio a tutti coloro che vogliano giocarvi per divertimento e/o svago, sviluppando progetti comuni con altri club locali di ogni comunità con il fine ultimo di motivare e organizzare opportunità di gioco basate su benessere e amicizia. Per realizzare progetti di tale portata la FA lavorerà in sinergia con l’FA Asian Women in Football e la rete Asylum-Seekers in Football, la strategia identificherà e sosterrà leader donne di diverse comunità: perché l’inclusione è la meta da perseguire.
Il settimo punto si riferisce al “COACHING”, ovvero ad una serie di programmi di sviluppo per aspiranti allenatrici di diversa provenienza. L’ottavo e ultimo punto coincide con il “REFEREEING”, che prevede corsi di avviamento per le giovani che abbiano il sogno di indossare la divisa da direttrici di gara.
 

Alle dichiarazioni della presidente Campbell si sono aggiunte anche quelle della capitana della nazionale dei “Tre leoni”, Steph Houghton, che commenta la strategia della FA con contagioso entusiasmo: “Quando io e le mie attuali compagne eravamo ragazze, le opportunità di giocare a calcio erano ridotte. Notare, invece, l’importanza delle ambizioni che la FA immetterà nel progetto, per i prossimi quattro anni, è esaltante. Dall’incredibile impegno a fornire pari accesso al calcio per le ragazze in età primaria – prosegue la 32enne capitana del Manchester City – al percorso creato per i migliori talenti del paese per realizzare il loro potenziale: questa strategia sta davvero rivoluzionando il calcio". Nella Terra d’Albione, tra i campi fangosi e irregolari delle campagne dominate da nebbia e pioggia, il calcio ha visto la luce del giorno. Il progetto della FA, per profondità di contenuti e obiettivi da raggiungere, si impone come pietra miliare per l’intero movimento calcistico femminile d’Oltremanica. E la storia insegna che, quando si tratta di football, gli inglesi non sbagliano un colpo. (Alessandro Fracassi)

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