Comitato Territoriale

Brescia

Vivicittà Porte Aperte - Casa Reclusione Verziano

Pieno successo di partecipazione alla 24^ edizione del  VIVICITTA’ “PORTE - APERTE”  

Nella Casa Reclusione di Verziano con 325 studenti ed un centinaio di detenuti/e

Sfidando le condizioni climatiche avverse i partecipanti alla 24^ edizione di “Vivicittà Porte Aperte” non hanno voluto mancare all’appuntamento per favorire il successo di questa bella e importante manifestazione che coniuga sport e impegno sociale.

Lo slogan della manifestazione “L’uguaglianza è in gioco”, ma non è stato solo uno slogan; infatti, detenuti e studenti hanno camminato e corso insieme con la consapevolezza di trasmettere un messaggio di partecipazione e di uguaglianza, in quanto prima della corsa si sono svolti incontri formativi sulla realtà carceraria.

La manifestazione podistica si è svolta Sabato 6 aprile nel campo sportivo e mura perimetrali con un apposito percorso all’interno della Casa Reclusione di Verziano.

Alla corsa podistica internazionale del Vivicittà, a Verziano (nello stesso giorno è approdata anche nelle Carceri di Milano, Biella e Voghera), con partenza alle ore 10.30, hanno preso parte 325 studentesse e studenti di otto Istituti Scolastici Superiori cittadini, “Leonardo”, “Mantegna”, ”Fortuny”, ”Copernico”, “Calini”, “Abba-Ballini“, “P. Sraffa”, “O. Tartaglia” e due della Provincia  “Lorenzo Gigli ” di Rovato e “ Don Milani “ di Montichiari, assieme a circa un centinaio  tra  detenuti e detenute : grandi numeri anche per l’edizione 2019, quindi, che ha visto, per il terzo anno consecutivo, anche la partecipazione di una piccola, ma molto significativa, presenza di detenuti della Casa Circondariale “Nerio Fischione” di Brescia, come avveniva nelle prime edizioni di 20 anni fa e poi interrotta per gli sforzi organizzativi e

gestionali da parte della Direzione del carcere cittadino.                                                                  La gara competitiva si è svolta sulla distanza di 6 km per gli Uomini e di 3 km per le donne, la non competitiva per gli studenti di 3Km. I passi della corsa e della camminata sono stati accompagnati dalla musica del Dj Alvaro.

 Per le detenute vittoria di G.A. con 21’05” , davanti a J.C. con 23’06 ”, terzo posto per S.H. con 24’41”, quarta B.S. con 27’18” e quinta B.A. con 29’59”.

Per i detenuti, successo per l’atleta B.L. con 24’46”, secondo posto per I.N. con 26’38”, (entrambi Casa Circondariale Nerio Fischione) terzo P.N. con 27’11”, quarto M.M. con 31’15” e quinto M.M. con 37’17”.

Questa significativa manifestazione di “sport per tutti”, inserita nel “Progetto-Carcere” dell’Uisp di Brescia, patrocinata dal Comune di Brescia (Assessorato allo Sport e Presidenza del Consiglio Comunale), dalla Fondazione ASM Brescia, in collaborazione con l’Associazione “Carcere e Territorio” Onlus di Brescia, ha registrato anche quest’anno una straordinaria partecipazione di atleti (sia interni che esterni) concludendosi con un meritato ristoro e con le premiazioni alla presenza  della Direzione della Casa Reclusione di Verziano: la Direttrice Francesca Paola Lucrezi, la Comandante Daniela Di Mase  e il Consigliere Comunale con delega allo Sport Fabrizio Benzoni.

 La Direttrice ha così ricevuto un riconoscimento come atto di sincero ringraziamento per l’indispensabile e convinta collaborazione da parte della Direzione e di tutto il personale di Polizia Penitenziaria, donato dalla Responsabile del Progetto Carcere Bruna Paghera e dal Responsabile dei tornei di calcio Uisp Luciano Ungaro.

 In tutti gli interventi della mattinata, è stata ribadita la necessità di tenere vivo il legame tra la vita dei ‘reclusi’ (reclusi …ma non esclusi!) e la società civile, favorendo l’ingresso in carcere delle realtà scolastiche e sportive, attraverso lo sport come strumento importantissimo, con lo scopo di condurci a divenire individui insieme universali e conviviali, capaci di coesistenza con ogni differenza per costruire insieme un mondo condivisibile umanamente

Nella fotografia : la partenza della 24^ edizione del Vivicittà  “Porte - Aperte” nella Casa di Reclusione di Verziano, svoltasi sabato 6 aprile 2019

 

Rilessioni Studenti Istituto Mantegna:

La mattinata passata al carcere di Verziano è stata un'esperienza che ci ha permesso di confrontarci con una realtà in cui le persone che hanno commesso degli errori hanno la possibilità d'intraprendere un percorso di rieducazione per reintegrarsi nella società.

(Classe 5^ D Mantegna)

Il confronto avvenuto con alcuni detenuti presenti il 6 aprile al Vivicitta', ci ha colpito parecchio perché ci ha fatto riflettere sul fatto che nonostante l'errore commesso alcuni sono consapevoli di aver sbagliato ponendosi l'obiettivo di rimettersi in gioco nella "nuova" vita.

(Classe 5^D Mantegna)

Il  Vivicitta' porte aperte a Verziano, organizzato dall'UISP, é stata un'esperienza molto toccante, non ci aspettavamo una tale accoglienza da parte dei detenuti. Siamo contenti di aver avuto l'opportunità di aver conosciuto questa realtà da vicino, perché non è una cosa che capita tutti i giorni. Ci invita a riflettere e a farsi carico delle proprie responsabilità al fine di sensibilizzare e trasmettere questa esperienza di umanità.

(5^ Tecnico Turistico Mantegna)

 

Rilessioni Studenti istituto Fortuny

Sabato 6 Aprile

La mia scuola mi ha offerto un occasione che non capita tutti i giorni e per questo non me la sono fatta sfuggire. Sono davvero contenta di aver partecipato a questa manifestazione al carcere di Verziano BS perché è una bellissima esperienza che invito tutti a farla. La televisione, i telegiornali e i film americani fanno credere un preciso stereotipo di carcere che non rispecchia esattamente la realtà.

Dopo la corsa, ho avuto modo di parlare con dei carcerati/e per svelare tutte le mie curiosità sulla loro vita dietro le sbarre. Ognuno loro mi ha dato un'opinione diversa, nessuno ovviamente mi ha detto che sia bello restare lì dentro, ma alcuni mi hanno detto che nonostante la brutta situazione hanno la possibilità di imparare cose nuove (scuola,sport,corsi vari..) e di riflettere dove hanno sbagliato nella loro vita.

Invece quelli che hanno meno possibilità economiche mi hanno riferito che vivono giorno dopo giorno aspettando di essere liberi perché purtroppo si possono permettere il minimo indispensabile.

Ringrazio la mia professoressa di educazione fisica e il mio istituto che mi ha dato la possibilità di partecipare a questa magnifica esperienza.

Elisa, IIS Mariano Fortuny - Brescia

 

LA MIA ESPERIENZA 06/04/19

L’esperienza in carcere mi è piaciuta molto, anche se devo dire, è stato strano perché non sono mai stata a visitare posti del genere.
Le mie aspettative erano differenti da ciò che ho visto e ascoltato dalle persone.
Ho avuto l’occasione di poter parlare con alcuni carcerati che gentilmente si sono offerti di parlare della propria vita e delle motivazioni per le quali si trovavano lì.
Sono stati molto gentili, simpatici ed è stato interessante sentire le loro storie.
Se l’anno prossimo ci sarà ancora tale possibilità, mi piacerebbe parteciparvi ancora.

Nicole, IIS Mariano Fortuny - Brescia

 

Riflessioni Studenti Don Milani

L’esperienza vissuta in carcere si è rivelata inaspettata e devo dire emozionante. Inaspettata in particolare, in quanto la realtà con la quale mi sono dovuta confrontare è apparsa completamente diversa dalle mie aspettative. Sul pullman tutti eravamo un po' ansiosi, in quanto a breve ci saremmo trovati in un ambiente inusuale, che altrimenti non avremmo avuto la possibilità di visitare.

All’ingresso siamo stati tutti perquisiti, come mi aspettavo, ed in seguito ci è stato permesso di entrare nel carcere vero e proprio. Superato il cancello mi sono guardata subito intorno e niente era come avevo immaginato: infatti l’idea del carcere che le persone hanno solitamente è basata su ciò che si vede nei film o in televisione, ma essa non rispecchia la realtà. L’edificio che mi si prospettava davanti era infatti più piccolo di quanto mi aspettassi ed incuteva molto meno timore. Esso era affiancato da un grande parco, nel quale era stato ricavato il percorso per la gara. Inoltre avevo immaginato guardie armate che controllassero ogni zona, ed esse effettivamente c’erano, ma erano sorridenti e addirittura chiacchieravano tranquillamente con le persone e con i detenuti stessi, a differenza di ciò che si vede nei film.  La gara consisteva in un percorso di corsa, lungo tre chilometri per le femmine e sei per i maschi. Una volta terminato erano previsti un rinfresco ed infine le premiazioni. La cosa che mi ha colpito è che, oltre a diverse scuole, avevano preso parte alla gara anche altre persone, di loro spontanea volontà.  Ho immaginato quanto dovesse essere bello per i detenuti capire che che qualcuno si interessava a loro, che ci teneva si inserissero nella comunità e non fossero più così isolati. I primi a partire sono stati loro e noi eravamo subito dietro. Come al solito, sebbene inizialmente nessuno volesse impegnarsi troppo, appena iniziata la gara lo spirito di competizione ha prevalso e tutti hanno iniziato a correre. Io me la sono presa più con calma e, insieme ad altri miei amici, ho potuto osservare la situazione attorno a me. C’era chi si impegnava e correva, ma c’era anche chi chiacchierava tranquillamente e si interessava della storia dei detenuti, i quali senza problemi parlavano a chiunque chiedesse del loro passato. Alcuni di loro correvano invece seriamente, per mettere a frutto il duro impegno e la preparazione che sicuramente hanno preceduto la gara.  Sebbene il contesto particolare, esso veniva messo in secondo piano e prevalevano le singole personalità, lo sforzo, gli sguardi, le risate. Durante le premiazioni l’atmosfera era infatti di generale allegria e spensieratezza, e tutti applaudivano per i successi altrui senza discriminazioni. Diversi contesti sociali si erano riuniti quel giorno per celebrare l’unità, concetto cardine e alla base dell’iniziativa.

Al termine delle premiazioni è stata espressa riconoscenza da diverse figure di spicco a tutte e scuole partecipanti, ed in questo modo si è conclusa la giornata.

Quando le guardie hanno richiamato i detenuti per fare l’appello è stato straniante, come se usuale ed inusuale si fossero invertiti. Durante la mattinata infatti, correndo tutti insieme, la coesione di diversi gruppi era avvenuta quasi spontaneamente ed in quel momento vedere tutti i detenuti separarsi da noi sembrava quasi sbagliato, o perlomeno strano.

L’esperienza è terminata con il ritorno a scuola in pullman. Quel viaggio mi ha fatto pensare: noi saremmo tornati alle nostre normali attività, ricordando la giornata come una delle tante esperienze fatte e pronti a viverne altre; per chi era rinchiuso in carcere quella era stata invece una mattinata unica, che probabilmente coloro a cui era stato permesso di partecipare avevano atteso con ansia. Ma tutto era ormai finito e chissà quando un’altra occasione simile si sarebbe presentata loro.

L’esperienza mi ha insegnato che è fondamentale apprezzare ogni momento, e non dare per scontate molte cose solo perché fin ora abbiamo potuto farle, poiché ci possono essere tolte in ogni momento.

Federica Di Filippo 5°C LSP

 

Una corsa in carcere

Correre nel carcere di Verziano è stata sicuramente un’esperienza unica. Mai avrei pensato di entrare in un posto così un giorno e “spero vivamente di non tornarci”, se non nella stessa veste in cui sono entrato in questa occasione Il fatto di entrare in un carcere provoca una sensazione molto particolare. Faccio fatica ad immaginare cosa si possa provare a entrare un giorno in quel luogo sapendo di doverci restare per molto tempo. Tuttavia il carcere di Verziano non è stato proprio come me lo sarei aspettato. Era un luogo abbastanza cupo e triste come credevo, ma mi ha sorpreso la presenza di un campo da pallavolo e uno da calcio tenuto, a mio parere, molto bene considerato dove si trovasse. Un particolare che ha attirato la mia attenzione è stato però l’orto che ho intravisto mentre correvo. Questi elementi addizionali sono molto importanti per la vita di un detenuto perché, grazie alla pratica del giardinaggio riescono a distrarsi dalla situazione in cui si trovano (per quanto le mura grigie che li circondano gli permettano di distrarsi), oppure grazie al movimento e alla pratica sportiva riescono a controllare  la “rabbia” che provano nell’essere tra le mura. Era molto evidente in alcuni la voglia di riscatto. Era davvero lampante il desiderio di riuscire in qualcosa nella vita e anche una semplice vittoria in una corsa sarebbe stata una soddisfazione personale capace di creare una speranza fondamentale.

Ho notato però anche diversi detenuti che non provavano tutto ciò e passeggiavano sereni, felici per la temporanea situazione di semi-libertà, come è facilmente comprensibile. Il mio momento preferito è stato però la premiazione:  in quel frangente mi sono accorto di come i detenuti fossero uniti tra loro, legati dal destino comune. Ogni volta che uno di loro ritirava il premio gli altri applaudivano sinceramente felici per l’amico o l’amica. È stato davvero molto bello, così come è sembrato bello il rapporto dei detenuti con i secondini, il quale pareva essere come un rapporto quasi familiare e, almeno in quel giorno di festa, molto sereno.

Oltre a tutto ciò però era evidente la tristezza che accompagna un ambiente come il carcere, molto evidente nel momento del ritorno in cella. Mentre noi ci preparavamo per uscire, essi dovevano tornare all’interno della loro cella, che immagino, triste e angusta. In quel momento mi sono reso conto di chi fossero in realtà quelle persone e fui assalito dalla curiosità di sapere cosa avessero fatto certe persone per finire in un luogo così, nonostante alcune di esse avessero un aspetto tale da non permettere una chiara comprensione della causa della loro segregazione.

In conclusione l’esperienza è stata molto positiva perché mi ha fatto riflettere su come le scelte che una persona compie nel corso della propria vita lo portino a destini completamente differenti: ho deciso quindi di non sprecare la mia vita e di spenderla al meglio, evitando di commettere errori commessi da quelle persone.

Pippo

 

***

Pieno successo di partecipazione alla 23^ edizione del VIVICITTA’ “PORTE - APERTE” nella Casa Reclusione di Verziano con 250 studenti ed un centinaio di detenuti/e

Splendida giornata di sole che ha favorito il successo della  23^edizione del Vivicittà “ Porte – Aperte ”, manifestazione podistica …per tutti!,  svoltasi sabato 7 aprile con un apposito percorso podistico allestito nel campo sportivo e mura perimetrali all’interno della Casa Reclusione di Verziano. Alla corsa podistica internazionale del Vivicittà, a Verziano (che approderà anche in altre 27 case Circondariali d’Italia), con partenza alle ore 10.30, hanno preso parte 250 studenti e studentesse di nove Istituti Scolastici Superiori cittadini, “Leonardo”, “Mantegna”, ”Fortuny”, ”Copernico”, “Calini”, “Abba-Ballini“, “P. Sraffa”, e due della Provincia ( “Lorenzo Gigli ” di Rovato e “ Don Milani “ di Montichiari), assieme a circa un centinaio  tra  detenuti e detenute : grandi numeri anche per l’edizione 2018, quindi, che ha visto, per il secondo anno consecutivo, anche la partecipazione di una piccola, ma molto significativa, presenza di detenuti della Casa Circondariale “Nerio Fischione” di Brescia, come avveniva nelle prime edizioni di 20 anni fa e poi interrotta e gli sforzi organizzativi e gestionali da parte della Direzione del carcere cittadino.La gara si è svolta sulla distanza di 6 km per gli Uomini e di 3 km per le donne. Per le detenute vittoria di V.I. con 15’08” , davanti a S.M. con 19’14 ”, terzo posto per V.B. con 19’37”, quarta S.B. con 19’38” e quinta I.I. con 19’49”.

Per i detenuti, successo  per l’atleta A.S.  che con un ottimo 23’19” ha iscritto il proprio nome nell’Albo d’Oro della manifestazione(nel 2017 era arrivato al 5° posto) Secondo posto per R.M. con 25’43” (nel 2017 4° posto), terzo M. M. con 26’22”, quarto  Y.N. con 27’32” (Casa Circondariale Nerio Fischione) e quinto A.A. con 27’48”.

Questa significativa manifestazione di “sport per tutti”, inserita nel “Progetto-Carcere” dell’Uisp di Brescia, è patrocinata dal Comune di Brescia (Assessorato allo Sport e Presidenza del Consiglio Comunale), dalla Fondazione ASM Brescia, in collaborazione con l’Associazione “Carcere e Territorio” Onlus di Brescia, Regione Lombardia ha registrato anche quest’anno una straordinaria partecipazione di atleti (sia interni che esterni) concludendosi con un meritato ristoro e con le premiazioni alla presenza  della Direzione della Casa Reclusione di Verziano: la Direttrice Francesca Paola Lucrezi, il Comandante Michele Rizzi, l’ educatrice

Silvia Frassine. La Direttrice ha così ricevuto un riconoscimento come atto di sincero ringraziamento per l’indispensabile e convinta collaborazione da parte della Direzione e di tutto il personale di Polizia Penitenziaria, donato dal Presidente Uisp Brescia, Ivano Baldi, e dalla responsabile del “Progetto Carcere“ Uisp, Bruna Paghera. In tutti gli interventi della mattinata, è stata ribadita la necessità  di tenere vivo il legame tra la vita dei ‘reclusi’  (reclusi …ma non esclusi !) e la società civile, favorendo l’ingresso in carcere  delle realtà scolastiche e sportive, attraverso lo sport come strumento importantissimo per favorire l’attività formativa-educativa tra i cittadini, a vantaggio del benessere sociale. Detenuti, studenti, volontari Uisp, Personale Penitenziario, quando insieme praticano lo sport, le persone vivono come persone , condividono regole, fatiche, soddisfazioni e delusioni. Le mura del carcere si annullano e si diffonde la consapevolezza che il benessere sociale è trasversale a tutti perché tutti sono persone e condividono lo stesso bisogno: di restare umani. Il Vivicittà “Porte-Aperte” ha rappresentato l’anteprima della corsa podistica internazionale Vivicittà (giunta alla 34^ edizione) e che si svolgerà  a Brescia domenica 15 aprile.

 

Nella fotografia : la partenza della 23^ edizione del Vivicittà  “Porte - Aperte” nel carcere di Verziano, svoltasi sabato 7 aprile 2018

 

 

 NOTIZIE DA UISP NAZIONALE