Marco Zucca, giovane giornalista e studioso di comunicazione, tratteggia congiunzioni tra la lingua e il costume del nostro Paese e il fenomeno che, insieme ad altri, più lo rappresenta, il calcio. Parliamo di “Telecronando-La narrazione calcistica italiana: un viaggio tra passato, presente, futuro” (edizioni Bradipo, collana Unasci, 2020).
Lo spunto è quello che viene dalla telecronaca, un genere narrativo che si è fatto spazio prima con la radio, poi con la tv. La “fantasia linguistica” dei primi commentatori ha fatto scuola, da Nicolò Carosio a Sandro Ciotti, inventando modi di dire e locuzioni che hanno trovato sponda nella politica: “stare in panchina”, salvarsi in “zona Cesarini”, portare palla e così via. Il libro è anche un’occasione per ripassare la storia delle innovazioni tecnologiche: quale fu la prima partita trasmessa in diretta? Italia-Ungheria 4-3, era il 25 marzo 1928, la radio italiana si chiamava Eiar, i radiocronisti furono due giornalisti romani ventenni, Giuseppe Sabelli Fioretti ed Enrico Sergentini e gli italiani che avevano la radio erano 40.000. Il 10 gennaio 1960 iniziava l’era di “Tutto il calcio minuto per minuto” e il 24 gennaio 1954 fu trasmessa in tv la prima partita di calcio, Italia-Egitto 5-1, con telecronisti Nicolò Carosio, Valerio Veltroni (il papà di Waler) e Carlo Bacarelli.
Poi la storia è nota: “a partire dalla Coppa del Mondo di calcio del 1958 e dalle Olimpiadi di Roma del 1960, la televisione cominciò a sottrarre ai giornali la cronaca degli avvenimenti sportivi”. Erano gli anni in cui bastava scrivere tv per intendere la Rai. Ma negli anni ’80 comincia un’altra storia, quella delle tv commerciali che vedono nel calcio un nuovo Eldorado: tra Capodanno ed Epifania del 1981 andò in onda il Mundialito su Canale 5.
La terza era, quella delle pay tv, iniziò il 30 marzo 1991, con Tele+1 che all’inizio puntò sui film (le dirette non si potevano trasmettere) ma dal 1993 cominciò ad offrire ai propri abbonati la diretta di una partita di Campionato, il posticipo della domenica sera. L’avvento di nuovi giornalisti e nuove modalità narrative (e di riprese sul campo) trascinarono la telecronaca tv verso ritmi più serrati. E allora largo ad una nuova generazione di telecronisti, da Luigi Colombo e Massimo Caputi (Telemontecarlo), Sandro Piccinini (Mediaset) sino a Fabio Caressa (Sky).
La quarta era è quella del web. Con gol e highlights, opinioni che si incrociano sui social e club che cominciano a puntare in maniera forte sui loro canali.
E in mezzo la storia di generi e autentici sperimentatori del racconto calcistico, con la fase delle tv private, dei Gol di notte (Michele Plastino) e dei tifosi-giornalisti (Crudeli), quella delle telecronache goliardiche (Gialappa’s Band), delle moviole e dei Processi (il calcio discusso di Biscardi). E quella dei racconti sportivi, con Federico Buffa su Sky.
Una galleria di stili, innovazioni tecnologiche, costume giornalistico che ha accompagnato la storia dello sport e del calcio.