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Elezioni del 4 marzo: l'Uisp chiede responsabilità alle forze politiche

La lettera aperta dell'Uisp sul valore sociale dello sport, affinchè sia presente nelle politiche pubbliche per l'educazione, il welfare e la salute

La Uisp–Unione Italiana Sport Per tutti indirizza a tutte le forze politiche che si sono candidate a rappresentare il Paese in Parlamento, questa lettera aperta, partendo dall’affermazione dei valori della Carta costituzionale: “I valori costituzionali che hanno guidato la nostra storia associativa, nei settant’anni di vita dal 1948 ad oggi, e caratterizzano ancor oggi la nostra mission, sono parte integrante di una visione di società inclusiva, solidale, antirazzista e antifascista e portano lo sport popolare e per tutti ad essere un evidente fattore di coesione sociale di fronte alle forti disuguaglianze che si registrano ancora oggi”.

“Siamo impegnati a rafforzare la dimensione europea ed internazionale dello sport – si legge nella lettera aperta dell’Uisp - L’agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile riconosce lo sport come un importante fattore per lo sviluppo e la pace, l’affermazione di diritti, l’emancipazione delle donne e dei giovani, l’inclusione sociale e l’educazione. L’OMS nella strategia per la regione europea 2016 – 2025 indica tutte le forme di attività fisica praticabili nel corso della vita come trainanti per la salute ed il benessere. Il Libro bianco della commissione europea offre una definizione di sport che non è mai stata recepita nell’ordinamento italiano. Oggi lo sport ha assunto profonde trasformazioni della domanda, ha visto moltiplicati gli attori, i soggetti che lo organizzano e le normative spesso sono intervenute non sul riordino del sistema bensì quasi sempre sugli aspetti fiscali. Gli ultimi dati Istat sulla pratica sportiva in Italia confermano questo quadro, vengono censiti per la prima volta tutti coloro che vivono l’approccio all’attività fisica in senso ludico motorio e sono circa due milioni. Si registrano ancora 23 milioni di sedentari e si conferma la stessa fascia di età dell’abbandono della pratica”.  

“Alla politica, pertanto, chiediamo una assunzione di responsabilità chiara verso un cambio di paradigma che porti l’Italia nella dimensione europea della cultura sportiva. La Uisp è interessata ad aprire un confronto serrato nel paese per capire quale ruolo si vuole affidare allo sport italiano nell’orizzonte del terzo millennio. Riteniamo necessaria e non più procrastinabile una riforma di sistema che parta dall’affermazione del valore sociale che allo sport è stato assegnato sul piano internazionale, che ridefinisca la governance, chiarisca compiti e funzioni che devono essere assegnati ai vari soggetti del sistema sportivo ed istituzionali e dia vigore ai tanti volontari delle società sportive di base che oggi soffrono maggiormente la crisi. Sia il Governo ad indicare le politiche pubbliche sullo sport e chieda riscontro dell’attività organizzata ai vari destinatari delle risorse dei cittadini, valorizzando criteri etici e di trasparenza legati alla reale promozione sportiva.  Anche lo sport italiano ha subito la globalizzazione e continua a registrare gravi disuguaglianze sul terreno delle risorse economiche assegnate verso le quali si rende necessario intervenire per ipotizzare criteri di solidarietà anche per lo sport sociale, il quale promuove innanzitutto la persona, i suoi diritti, la sua emancipazione”.

“E’ per questo che immaginiamo lo sport sociale a pieno titolo nei tavoli delle politiche educative, del welfare di comunità laddove il sistema non sia più declinato dal solo punto di vista della protezione e delle tutele ma anche della prevenzione e della promozione. Chiediamo di essere parte nella progettazione urbana per non essere chiamati ad intervenire solo per ricucire le periferie degradate delle città ma soprattutto nella definizione degli spazi pubblici, dei luoghi dove si afferma il senso vero della polis consentendo partecipazione, socialità, cittadinanza attiva, democrazia. Chiediamo di rafforzare su scala nazionale le scelte fatte in alcune Regioni circa i Piani per la prevenzione prevedendo risorse dedicate alla pratica motoria come fattore di promozione e prevenzione. Così come è urgente dare una risposta alle richieste di armonizzazione normativa, attraverso i decreti attuativi, che la Uisp e le rappresentanze dello sport sociale hanno formulato e avanzato all’interno del Forum del terzo settore per rendere più agevole al nostro mondo il riconoscimento di Ente di terzo settore attraverso la legge di riforma. Le trasformazioni economiche e sociali hanno determinato strappi al tessuto connettivo delle comunità allargando la fascia delle povertà e delle disuguaglianze. I numeri dello sport sociale, la vasta trama delle società sportive di base diffusa su tutto il territorio nazionale, il capitale umano dei volontari rappresentano una grande palestra di democrazia, di educazione civica, una infrastruttura sociale capace di offrire molto alle conquiste di civiltà che ancora il nostro paese ha davanti. Basta solo scegliere, assumendosi una responsabilità storica, qui ed ora! “

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