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L'Uisp per i diritti dei migranti: al Premio Nelson Mandela, il ricordo di Jerry Masslo

Era il 25 agosto 1989 quando Jerry Masslo, 29 anni, rifugiato sudafricano in Italia da poco più di un anno, viene ucciso dall’assalto di una banda di rapinatori mentre dormiva insieme a molti altri in una stalla di Villa Literno (Caserta) dove lavorava come raccoglitore di pomodori.

Dopo la morte di Masslo, si parlò molto di rifugiati e di immigrazione, e l’opinione pubblica rimase sconvolta dalle condizioni di vita degli immigrati e dal razzismo di cui erano quotidianamente bersaglio. I funerali di Jerry Masslo vennero seguiti in diretta televisiva da milioni di persone, e la sua vicenda fu lo spunto per organizzare il 7 ottobre 1989 la prima manifestazione antirazzista in Italia, a cui parteciparono oltre 200.000 persone.

Il giornalista Massimo Ghirelli nel 1988 aveva intervistato Jerry Masslo per la trasmissione “Nonsolonero”, un volto fra i tanti immigrati che si trovavano nei centri nell’UNHCR (Alto commissariato Onu per i rifugiati) a Roma.
“Quell’intervista era rimasta negli archivi RAI per quasi un anno – racconta Ghirelli durante la cerimonia a Roma per la consegna del premio Nelson Mandela, che Uisp e Benny Nato hanno deciso di consegnare al giornalista Gabriele Del Grande proprio il 7 ottobre, per ricordare Masslo (per vedere il video clicca qui) – All’epoca non sapevo neanche il suo nome, perché le interviste ai richiedenti asilo erano anonimi. Ai funerali, trasmessi dal TG2, c’era il vice presidente del consiglio Claudio Martelli, che dichiarò la necessità di cambiare la legge sul rifugio, che prevedeva lo status di rifugiato politico solo per le persone provenienti dall’Est Europeo”.
Quella legge fu effettivamente cambiata nel febbraio 1990, ed è conosciuta ai più come “Legge Martelli”.
“Quello che ho sperimentato in Sudafrica non voglio provarlo mai più da nessuna parte. – questo diceva Jerry Essan Masslo nell’intervista a Ghirelli - Ogni nero sudafricano ha provato il razzismo sulla propria pelle, e si pensa che qui in Italia sia diverso. Ma purtroppo non è così: a molta gente non piace il colore della nostra pelle, con questo colore ovunque vai vieni trattato male, ma noi siamo uomini come glia altri, abbiamo un cuore e un cervello. Io ho un naso, tu hai un naso… cosa c’è di diverso? Io non riesco a capirlo. […] In Sudafrica oggi il razzismo è una legge delle stato, io sono nato nell’apartheid, ma noi lo combatteremo e lo fermeremo. Non sarà così per sempre in Sudafrica. Noi lo fermeremo”.
(L.M.)