In vista delle Olimpiadi di Tokyo, nei mesi di giugno e luglio l'Uisp ha lanciato un nuovo format sulla sua pagina Facebook: una raccolta di storie di uomini e donne che si sono rivelati essere dei campioni, non solo nello sport ma anche nella vita. Le vicende raccontate, riprese dal manifesto “Miguel racconta Rio” realizzato dal giornalista Valerio Piccioni (ideatore della Corsa di Miguel), furono raccolte durante le Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016.
Valerio Piccioni, insieme a Mattia Chiusano, giornalista de La Repubblica, e Sergio Giuntini, storico dello sport, sono i protagonisti dello speciale "Giochi prigionieri" realizzato dal Giornale Radio Sociale a una settimana dall'inizio delle Olimpiadi. ASCOLTA L'AUDIO
Per il mondo dello sport sociale e per l'Uisp, le Olimpiadi sono un evento che permette di affermare i veri valori dello sport: partecipazione, cultura, solidarietà, lealtà, rispetto, amicizia, pace. Valori che possono essere veicolati dal mondo sportivo per affermarsi nella società civile, perchè lo sport non è fuori nè distante dal mondo, ma è un fenomeno sociale e culturale, che fa parte delle nostre vite. Le Olimpiadi dovrebbero rappresentare un momento in cui le differenze culturali vengono messe da parte per ricordare un’unica realtà: siamo tutti esseri umani.
Cinque in tutto le storie raccontate finora, che vi proponiamo di seguito:
Faith Kipyegon illumina il suo Kenia
Faith Kipyego ha vinto la medaglia d’oro dei 1500 metri a Rio ma non è riuscita solo in questo: se fino a quel momento a Ndabibit, la sua regione di origine in Kenya, l'energia elettrica non c'era mai stata e quindi non c'era stata la possibilità di vedere la televisione e tifare per Faith, da quel momento in poi la luce arrivò nella regione africana.
Vila Autodromo: il quartiere che protesta contro i Giochi
Un intero quartiere sfrattato per costruire il Parco Olimpico di Barra de Tijuca: questa la storia di Vila Autodromo e di 680 famiglie che furono costrette ad abbandonare le proprie case. Le Olimpiadi dovrebbero affermare i valori dell’inclusione, nel 2016 invece divennero i “giochi dell’esclusione”.
Kate e Helen, il matrimonio d’oro dell’hockey
Kate e Helen Richardson-Walsh hanno vinto alle Olimpiadi la loro prima medaglia d’oro nella disciplina dell’hockey su prato, ma non solo. Quella è stata anche la prima medaglia che le due hanno condiviso da sposate, infatti sono state una delle coppie omosessuali a sposarsi dopo l’approvazione della legge nel 2014. Non solo campionesse quindi, ma modello di riferimento per la comunità sportiva LGBTQ.
La maratona di Feysa Lilesa: non perseguitate il mio popolo
Feyisa Lilesa, atleta etiope, alle Olimpiadi di Rio 2016 ha fatto parlare di sé non soltanto per la vittoria della medaglia d'argento ma soprattutto per aver denunciato la persecuzione del popolo Oromo, di cui fa parte. La denuncia è avvenuta tramite il gesto delle manette, mostrato al raggiungimento del traguardo.
Maryan Nuh Muse: la ragazza che si ispira a Samia
Ha 19 anni e viene dalla Somalia: Maryan Nuh Muse arriva ultima alle Olimpiadi di Rio nei 400 mt. Eppure il pubblico tifa incessantemente per lei, conquistato dai colori celesti della divisa e dal suo coraggio ed impegno. La corsa di Muse ricorda quella di quattro anni prima di Samia Yusuf Omar, anche lei somala, arrivata ultima a Pechino nei 200 mt. Alla ricerca di un luogo dove crescere e migliorare come atleta, è morta nel 2012 nel tentativo di attraversare il Mar Mediterraneo. Samia è diventata un esempio per molti, tra cui Muse che ha seguito le sue orme.