Capitane Coraggiose. Marianna

Ci sono persone che fanno grandi cose ma pensano sempre di non aver mai fatto abbastanza. Oggi vi presentiamo una delle colonne portanti del Comitato di Sassari Marianna Marcucci, responsabile UISP Sport, gioco & Avventura e del progetto Spazio Mamme realizzato dall’UISP di Sassari insieme a Save The Children. Inoltre collabora con il progetto Punto Luce nei laboratori di sostegno allo studio.

La incontriamo proprio nei locali del Punto Luce di Via King che la mattina ospitano il progetto Spazio Mamme. Il primo gesto che fa è quello di aprire porte e finestre. Un gesto che vale più di mille parole. “Dobbiamo far sapere che ci siamo” dice.  

Combattere la povertà educativa, favorire il sostegno alla genitorialità fanno da cornice a tutte le attività proposte. Professionalità e competenze vanno a braccetto con capacità emotive e relazionali per cercare di offrire sempre il meglio a tutti i bambini e le famiglie che frequentano il centro.

“Dopo il diploma all’Istituto Commerciale ho proseguito gli studi all’Università di Economia e Commercio. Ma ho capito subito che la mia strada era un’altra e mi sono laureata in Pedagogia. Dal 2001 ho iniziato a collaborare nei Centri Estivi e conoscere il mondo UISP – ci racconta - Qui ho trovato la mia dimensione naturale ed ho iniziato a crescere all’interno dell’associazione. Qui faccio quello che mi piace ma penso sempre che si potrebbe fare di più - e aggiunge - In questo periodo a causa del Covid abbiamo ripensato le nostre attività e già dal primo lockdown il nostro lavoro non si è fermato anzi. Ci siamo adoperati in ogni modo, sin da subito online e poi con il benestare della Protezione Civile anche in presenza. Abbiamo infatti avuto il permesso di uscire per portare aiuto e sostegno alle famiglie in difficoltà”.

Lo Spazio Mamme è un modello virtuoso, basta trascorrere anche solo un mattina lì per comprendere quanto movimento e  fermento ci sia dietro. Una realtà positiva ma pur sempre complessa in cui orientarsi non è sempre facile.  

“Qui si vede tanta preoccupazione e sofferenza, alcune cose non si vivono in prima persona ma ci vengono trasmesse. Le persone ci aprono il loro cuore e noi talvolta ci sentiamo impotenti e vorremmo dare di più. Per questo non mancano momenti di confronto con il resto dello staff e anche con esperti esterni che ci  guidano per affrontare al meglio questo percorso”.

Si può fare di più, si può fare di più, si può fare di più. Ma si fa già un grandissimo lavoro.

(a cura di Laura Caggiari - Ufficio Stampa UISP Sassari)