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Sardegna

D.L. migranti: interviene Pesce

"Non è la risposta giusta, servono politiche integrate", dice V. Pallucchi, portavoce Forum terzo settore. L'intervento di T. Pesce, presidente Uisp.

 

“Un fenomeno complesso, non emergenziale, con cause ben precise e radicate nel tempo come quello delle migrazioni, può essere seriamente affrontato solo con politiche integrate: dall’aumento degli investimenti in cooperazione nei Paesi d’origine dei migranti, al rafforzamento del soccorso in mare e del sistema di accoglienza e integrazione in Italia. Il decreto Migranti approvato in via definitiva in Parlamento, purtroppo, non contiene nulla di tutto ciò e desta molta preoccupazione per le ricadute negative che può avere”. Così la portavoce del Forum Terzo Settore, Vanessa Pallucchi.
"È inaccettabile che le persone continuino a morire vicino alle nostre coste mentre cercano salvezza, ed è impensabile ridurre i flussi migratori nel nostro Paese senza intervenire sulle cause: ne abbiamo avuto ampia dimostrazione negli ultimi anni. La strada da percorrere per dare una risposta strutturata e lungimirante al fenomeno migratorio è un’altra e si avvale anche dell’esperienza e delle competenze di tutte le realtà di terzo settore che, realizzando il principio di solidarietà, operano con i migranti, sia nei loro Paesi d’origine, sia nell’accoglienza e integrazione in Italia”, conclude Pallucchi.

“Non possiamo che condividere l’appello che oggi abbiamo lanciato come Forum del Terzo Settore, principale organismo di rappresentanza unitaria del terzo settore italiano – commenta Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp – il decreto Cutro, chiamato così perché varato dal Consiglio dei ministri dopo la strage di migranti avvenuta sulle coste del paese calabrese, è ufficialmente legge, una legge inumana che manca di una visione complessiva e che, dietro alla retorica delle ‘disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare’, restringe fino a quasi cancellare del tutto la protezione speciale, il permesso di soggiorno che viene concesso per due anni alle persone che fanno richiesta di asilo ma che non hanno le caratteristiche per essere considerati rifugiati o ricevere la protezione sussidiaria. Ancora una volta, non possiamo voltarci dall’altra parte e dobbiamo continuare a richiedere interventi e politiche strutturali che non trattino ogni migrazione come un’emergenza, che tutelino la dignità delle persone che arrivano nel nostro Paese da contesti di povertà assoluta, guerre, conflitti, disperazione, e che valorizzino il contributo del sistema del terzo settore. L’associazionismo e lo sport sociale, ancora una volta, si mettono a disposizione come elementi facilitatori di confronto, conoscenza e scambio, per contribuire anche a superare letture strumentali e pregiudizi, contro intolleranze, razzismo e xenofobia”.

 

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