Nazionale

Decreto Balduzzi, l'Uisp interviene sul Corriere della Sera

I defibrillatori diventano obbligatori nel mondo sportivo anche se rimane il caos normativo. Interviene Enrico Maestrelli
Il mondo dello sport amatoriale è in fermento a seguito dell’approvazione delle linee guida per l’applicazione delle nuove norme previste dal decreto Salute e sviluppo del 2012. Il decreto Balduzzi del 26 aprile scorso contiene le linee guida sulla certificazione medica, la dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici. Le società sportive professionistiche avranno sei mesi di tempo per dotarsi di defibrillatori semiautomatici. Quelle dilettantistiche, invece, dovranno adeguarsi in 30 mesi. Gli oneri saranno a carico delle società sportive che tuttavia potranno condividere l’investimento se utilizzano il medesimo impianto sportivo o raggiungere un accordo con i gestori degli impianti. Il defibrillatore, inoltre, dovrà essere utilizzato da personale formato presso centri di formazione riconosciuti su base regionale.

Una norma di buon senso, si direbbe ad un primo esame, che tuttavia solleva delle problematiche non trascurabili. Come ha ben spiegato Ruggero Corcella sul Corriere della Sera - Salute: "Le piccole società temono di non potersi sobbarcare l’onere dell’acquisto di un buon defibrillatore (in media tra i 1.000 e i 1.300 euro) e sono preoccupate anche riguardo alla formazione e alle responsabilità di chi dovrà usarli".
La confusione normativa, inoltre, non agevola: “Le Regioni dovrebbero a loro volta emanare linee guida per l’utilizzo dei defibrillatori, - nota ancora Corcella - ma ad oggi solo sette hanno provveduto (Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Campania) e in modo disomogeneo”.
La Uisp ha cercato di far fronte a questo tipo di esigenze avviando un proprio percorso di formazione sulla rianimazione cardiopolmonare e nell’utilizzo dei defibrillatori, che fino ad oggi ha raggiunto 600 operatori. Tuttavia, occorre un accreditamento diverso per ogni regione: “Solo il Veneto ci ha riconosciuto l’accreditamento già ottenuto in altre regioni - racconta Enrico Maestrelli, coordinatore Area attività subacquee Uisp -. La maggior parte delle regioni delega i 118, addirittura quelli locali, per il rilascio delle autorizzazioni a tenere i corsi. In alcune siamo riusciti ad ottenerle, in altri è richiesta la presenza o la supervisione di uno o addirittura tre medici, previo pagamento, e in altri ancora ci autorizzano a farli ma per avere la certificazione dell’Asl vogliono una quota di 30 euro per ogni diploma rilasciato”.

C'è poi il problema della scelta e dell'acquisto dell'apparecchio giusto. Il mercato è potenzialmente molto vasto – 110 mila società dilettantistiche – e essendo in ballo la vita delle persone, bisogna saper scegliere uno strumento in linea con la normativa vigente. Le federazioni e le associazioni sportive invitano in questo momento i propri iscritti a rimandare qualsiasi decisione, in attesa delle indicazioni che il Coni e la Federazione Medico Sportiva Italiana stanno predisponendo. Tra i requisiti di garanzia vanno comunque segnalati l’approvazione della Fda (Food and drug administration, l’ente regolatorio statunitense), oltre al marchio CE. Enrico Maestrelli consiglia inoltre di accertarsi della durata delle batterie (costano dai 120 ai 150 euro). (a cura di F. Se.)

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