Il Canyoning è una disciplina sportiva che permette davvero di entrare nel cuore della montagna, da tanti è considerata estrema e può diventarlo se portata ad un certo livello, in realtà è aperta a tutti se praticata nei limiti di ciò che realmente è: un divertentissimo sport montano.
Il Canyoning o Torrentismo si pratica percorrendo a piedi i torrenti e le valli che le nostre montagne offrono, alla ricerca di ostacoli da superare che l’acqua ha scavato nel suo incessante scorrere da millenni. Cascate, scivoli, tratti inforrati, fenditure, pozze d’acqua e verticali di ogni genere sono gli ostacoli da superare grazie a tuffi, salti, passaggi di arrampicata in discesa, tratti a nuoto per uscire dalle pozze e sopratutto grazie ad imbracature discensori e corde, parte principale ed importante del corredo di ogni Canyoneer.
I torrenti hanno una portabilità d’acqua variabile dipendente oltre che dal torrente stesso, sopratutto dalle stagioni o dalle piogge, la variabile acqua è infatti una delle caratteristiche che possono descrivere la difficoltà di una forra, per poter praticare in sicurezza questa attività, dovrebbe generalmente essere non superiore ai 150l al secondo. Altra caratteristica è la forte pendenza, difatti in tutte le verticali sono predisposti sistemi di ancoraggio come chiodi da roccia, tasselli ad espansione o resinati a cui assicurare la corda per poter effettuare la discesa.
Uno dei principali obblighi per poter praticare questo sport è una buona capacità natatoria nonché una certa resistenza fisica. Proprio per le caratteristiche dei torrenti che si prestano a praticare questo sport, una volta intrapreso il torrente, non è più possibile tornare indietro ma seguirlo fino alla fine per uscire poi ed intraprendere il sentiero che ricondurrà alle auto.
I percorsi generalmente hanno una durata dalle 3 alle 6 ore, escluse le marce di avvicinamento e il rientro appena usciti dal torrente, durante l’attività si rimane dunque isolati ed in un ambiente particolarmente impervio ed inospitale, serve guardarsi con assoluta priorità dall’acqua e dal freddo, principali problematiche per chi pratica questa attività.
La progressione in forra deriva in realtà da un mix di più tecniche che nel corso degli anni hanno sviluppato determinate utilità ormai specifiche e proprie di questa attività. Tra le tecniche più importanti troviamo quelle alpinistiche e speleologiche che hanno permesso la progressione verticale di questo sport, ovvero la discesa delle cascate tramite corde, discensori ed imbracature a cui si rimanda l’utilizzo solo dopo aver seguito e frequentato corsi appositamente organizzati. Una discreta preparazione atletica aiuterà invece il resto della progressione effettuata tramite marcia sul torrente, tuffi, previa verifica della pozza, scivolate non troppo verticali, nuoto e disarrampicate.
Nasce così dunque l’assoluto obbligo del sapere e dell’esercizio fatto di nodi e manovre per rientrare nelle condizioni minime di sicurezza prima di affrontare qualunque torrente porti ad una forra. É altresì indiscusso l’obbligo di portarsi all’interno di un canyon con almeno altri tre/quattro forristi. Altre tecniche da annoverare possono essere uno studio che aiuti a “leggere” il torrente, a valutare le acque troppo “vive”, e a capire le condizioni meteo ricordando sempre e comunque, di informare qualcuno del torrente che si intende percorrere.
Già a cavallo tra gli anni 80 e 90, i Francesi, sempre in prima linea nel settore torrentistico, pubblicarono diversi manuali e guide di progressione in forra. In Italia, un grande lavoro basato su conoscenze tecniche di alto livello, anni di esperienza e soccorsi in diversi ambiti di tipologia quali quello alpino, speleo e forra, è rappresentato dal manuale tecnico di soccorso in forra della Snafor. Nell’ormai famoso manuale ideato e redatto da Pino Antonini vengono finalmente standardizzate ed uniformate le manovre di progressione in forra, “creando” la moderna tecnica di Canyoning, illustrata davvero con professionalità e precisione.
Lunga è la lista di ciò che dovrebbe stare nello zaino bucherellato del buon forrista, considerando per un attimo di dover “vestire” qualcuno dell’attrezzatura necessaria per affrontare un canyon cominceremmo sicuramente dal buon senso di non lasciare assolutamente nulla al caso e dunque: