Continua il viaggio della Redazione nazionale Uisp per dar voce ai problemi delle società sportive. Questa settimana Laura Bonasera è venuta a Genova per ascoltare l'Asd Polisportiva Primo Maggio e la storica associazione di atletica Trionfo Ligure 1907, entrambe affiliate all'Uisp, tra le promotrici del manifesto "Dare voce allo sport di base".
Ha 84 anni ed non ha smesso di impegnarsi nel sociale. Ci crede. Tutto qua. Francesco Bragardo è il presidente dell'Asd Polisportiva Primo Maggio. La città di Genova l'ha visto crescere e trasformarsi da giovane atleta di lotta libera greco romana nel 1946 fino ad amministratore del circolo Arci/Uisp. Oggi la Primo Maggio, di cui è presidente, ha preso in affitto dall'Istituto Emanuele Brignone, una struttura in corso Firenze che fu un albergo dei poveri, il campo da tennis all'aperto. Nel quartiere borghese, grazie ad un investimento complessivo di 500 mila euro, ora lo spazio è dedicato allo sportpertutti. E "la zona d'elite" - così come la definisce lui - ora è alla portata di tutti.
"La crisi e lo sport? Nel nostro caso, l'associazione non è stata colpita dalla crisi economica - ha spiegato Bragardo - Nessun calo delle iscrizioni. Il motivo, molto probabilmente, sta tutto nel fatto che dalla stagione 2005/2006 ad oggi non abbiamo ritoccato le quote d'iscrizione. Solo per fare un esempio: una persona anziana che vuol far ginnastica due volte a settimana paga una quota di 260 euro in otto mesi d'attività. Poco più di 30 euro al mese. Grazie a questa politica dei prezzi, sempre accessibili a tutti, siamo cresciuti e abbiamo chiuso la scorsa stagione con 564 iscritti. In quella 2011/2012, ancora in corso, abbiamo già superato quota 510 tra praticanti di ginnastica, judo e tennis".
Quindi, nessun problema per la società sportiva dettato dalla crisi economica?
"La vera crisi economica per le società sportive è quella connessa all'abbandono dell'attività di volontariato. Soprattutto da parte dei giovani. È così che nasce qualche problema nella gestione della società sportiva. Mancano risorse umane fresche, nuove. Ma la crisi economica non permette ai giovani di poter spendere tempo per attività non retribuite o, comunque, li costringe a impiegare il tempo libero per migliorare le loro competenze da spendere nel mondo del lavoro. Nella peggiore delle ipotesi a fare colloqui dato che molti di loro un lavoro non ce l'hanno. Il volontariato oggi lo fanno gli anziani: quelli che ormai hanno fatto la loro strada professionale. Poi, coloro che hanno una situazione economica stabile alle spalle. E solitamente non sono mai troppo giovani, purtroppo. Ho due nipoti di 22 anni e conosco i loro problemi, le loro difficoltà. Uno di loro ha fatto il servizio civile ma poi nulla. È esemplificativo anche un altro da to: sono gli adolescenti ad abbandonare l'attività sportiva. Praticamente, non appena finita la scuola superiore".
Quale proposta porterà alla manifestazione?
"Quella di cedere il testimone ai giovani rafforzando l'obiettivo di trasmettere loro il valore dell'impegno sociale con l'incontro, la condivisione, il dialogo intergenerazionale. Occorre un'azione di rinnovamento. Deve partire da chi ha esperienza, dai grandi. È una cosa che non sta avvenendo più. Bisogna recuperare il concetto di partecipazione e condivisione delle scelte. Dal punto di vista fiscale poi, bisogna lottare per il mantenimento delle agevolazioni fiscali alle società sportive. Il "risparmio" non viene intascato, ma reinvestito nelle attività e nei servizi o destinato a progetti di cooperazione e solidarietà, come ad esempio, quello per i bambini in Madagascar. Questo modo di pensare i giovani non lo conoscono. E la colpa è della nostra generazione che non ha trasmesso loro i valori. Non avremmo certi fatti di cronaca se li avessimo abituati al valore dell'intercultura e dell'integrazione anche attraverso lo sport. Da noi dell'Uisp, ad esempio, i genovesi fanno ginnastica con gli Oriundi".
[da Uispress n. 2 del 20 gennaio 2012 anno XXX]
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