Nei giorni scorsi, i soci del Centro Subacqueo Ibleo-Blu Divin di Ragusa, una delle associazioni storiche che sono affialiate alla Uisp-attività subacquee, guidati da Maurizio Buggea, sono andati a visitare quel che resta di un relitto al largo di Marina di Ragusa, esattamente nella zona conosciuta come "Santa Barbara".
Ma andiamo al punto 1 di questa storia.
Dopo essersi imbattuti per caso in una copertina del giornale "La Domenica del Corriere", datata 26 maggio 1901, in cui si parla di un affondamento di un piroscafo nei pressi appunto di "Santa Barbara", praticamente nei d'intorni di un altro affondamento di una nave greca avvenuto negli anni 60, ai soci del CSIBD cominciano a sorgere dei dubbi, si vanno a cercare su internet le foto di archivio della nave affondata negli anni 60 e si prende il punto esatto di quell'affondamento, si consultano i testimoni di quel periodo che ricordano il punto e ricordano anche le chiatte usate per smontare quella nave e portar via i rottami, ed allo stesso tempo vengono fuori i ricordi da ragazzo del nostro Buggea che da buon apneista in quella zona andava a pescare e ricordava dei cassoni in ferro...
si decide così di andare a verificare i ricordi del buon Buggea, ed in fondo misto tra sabbia finissima e fango all'improvviso appaiono dei cassoni, si scende giù ad una profondità di circa 4,5 metri e si scopre che quei cassoni sono 2 enormi caldaie adagiate sul fondo, "Eureka" il relitto è li!!!
si procede a prendere il punto GPS dei cassoni e si fa un giro di circospezione, per vedere se c'erano altri pezzi e si trovano altri resti.
Il tutto viene fotografato e vengono fatti vari video che mostrano come i resti allo stato attuale sono ricoperti da diversi organismi vegetali e diventati quindi l'habitat di numerose specie ittiche.
Usciti dall'acqua si provvede subito a fare la segnalazione alla Capitaneria di porto competente, quella di Pozzallo nel nostro caso, ed alla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, ente con cui il CSIBD collabora da anni, per far si che la zona venga messa sotto tutela storica.
Analizzando i punti si scopre che la zona dove si trovano le cisterne e quella dove affondò la nave greca negli anni 60 sono un bel po distanti, quindi viene fuori l'ipotesi..."e se quelle caldaie e quelle strutture sott'acqua sono i resti del piroscafo affondato nel 1901 di cui ne parlano gli storici locali e che viene ritratto nella copertina della "Domenica del Corriere"??"
di seguito alcune immagini e soprattutto l'articolo sul giornale "La Sicilia" a cura della giornalista Laura Incremona
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