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Austerità energetica: "Senza riforma pochi fondi allo sport di base"

Nell'articolo pubblicato da Treccani il punto sulla crisi energetica nello sport, con una dichiarazione del presidente nazionale Uisp. T. Pesce

 

Nell’articolo pubblicato mercoledì 14 settembre da Treccani intitolato “Luci in fuorigioco. Lo sport nella crisi energetica”, Mara Cinquepalmi fa il punto sul clima di austerity energetica che si è concretizzato nel mondo dello sport nelle ultime settimane. Per farlo rievoca le misure che il governo Rumor stava per varare nel novembre 1973, come conseguenza dell’importante crisi petrolifera in atto, che costrinse diversi governi europei ad imporre ai propri cittadini comportamenti più austeri per ridurre i consumi di energia: cominciavano le cosiddette domeniche dell’austerity.

Ad essere austere però per lo sport italiano non sono solo le domeniche. I rincari sul costo dell’energia hanno avuto un’impatto a 360 gradi, dalle Serie A al dilettantismo, anche se, quando si parla di aiuti, come ammette lo stesso presidente della FIGC, Gravina: "Temo che, siccome si parla di imprese, resti fuori l’associazionismo, la spina dorsale dello sport”.

Proprio per questo, il presidente nazionale Uisp, Tiziano Pesce, aveva lanciato un allarme all’inizio di settembre dicendo: “Già nei mesi scorsi ci siamo appellati al Governo per chiedere aiuti. Sono previsti fondi e contributi, ma si parla di grandi impianti e ci si dimentica delle grandi criticità che vivono le piccole associazioni, come quelle della promozione sportiva di base. Per alcune gli aumenti in bolletta sono stati del 300-400% e così rischiano di chiudere senza nemmeno avviare la stagione sportiva. Tante associazioni hanno alzato bandiera bianca, ma non possiamo permettercelo perché sappiamo il valore sociale dello sport, in termini di socialità e salute". Sentito in occasione dell’articolo, Pesce ha inoltre aggiunto che proprio per questa ragione è fondamentale completare la riforma del terzo Settore: "La riforma avviata nel 2019 ‒ afferma ‒ ha dato qualche primo segnale ma, dal punto di vista delle risorse, queste sono quasi esclusivamente appannaggio dello sport di vertice. Alla promozione sportiva di base vanno pochi punti percentuali dei fondi", ha detto.

L’articolo riporta infatti la storia della Ssd Dogali, società sportiva Uisp in gestione alle piscine comunali di Modena che ha annunciato la chiusura degli impianti a causa di un costo delle bollette “ormai insostenibile”. Si tratta di spese che potrebbero arrivare fino a 1 milione di euro annui. Oltre agli assessori allo sport dei Comuni di Torino, Firenze, Roma, Milano, Bologna e Bari, in questi giorni molte e molti responsabili Uisp sono scesi in campo per sostenere lo sport di base, chiedendo aiuti immediati per evitare le chiusure. Simone Pacciani, presidente Uisp Siena ha lanciato l'allarme sulla tenuta degli impianti natatori: “Se il gas aumenterà, come sembra, fino all'800% chiuderanno tutte le piscine”. Anche Mariassunta Abbagnara, presidente Uisp Pesaro-Urbino, ha spiegato al Corriere Adriatico fino a che punto sia grave la situazione. Marisa Vagnetti, presidente del Comitato Uisp Arezzo ha dichiarato al Corriere di Arezzo che a rimetterci sarebbe proprio il movimento sportivo e sociale appena ripartito. Infine la presidente Uisp Piemonte Patrizia Alfano era intervenuta su La Repubblica, ricordando che: “Abbiamo impianti che erano sani e che dopo la pandemia hanno chiuso con 80 mila euro di passivo, perchè una piscina costa anche da chiusa. Chi ha al suo interno attività agonistiche ha ricevuto ristori più o meno sostanziosi, altri impianti di periferia, destinati ai ragazzi e alle famiglie, non hanno avuto nulla".

E proprio da quest’ultimo settore arriva un altro grido d’allarme, riportato nell’articolo, nelle parole del presidente Comitato regionale Piemonte e Valle d’Aosta della FIN-Federazione italiana nuoto, Gianluca Albonico: "Molti gli impianti che a dicembre chiuderanno per l’attuale costo delle utenze energetiche", ha detto, auspicando una rifoma dello sport che: “prevede l’inserimento dell’esenzione Iva per le prestazioni sportive nel 2024”. Domenico Narcisi, socio dell’Asd Petruziana che gestisce le piscine “Le Naiadi” di Pescara, ha infatti riferito che il costo delle bollette è così elevato che: “anche con le rateizzazioni, così come in passato, è difficile andare avanti”.

Non sembra rischiare la chiusura, per il momento, la Serie A calcistica, che comunque, spiega Cinquepalmi, ha preso provvedimenti per ridurre il tempo di illuminamento dei terreni di gioco, fissato a un massimo di 4 ore. Anche in Germania la riduzione del 20% dei consumi per la stagione sportiva in corso è stata inserita fra gli obiettivi da raggiungere, mentre in Francia, la Federazione Nazionale di Nuoto avrebbe imposto la riapertura di diverse strutture alla società pubblica Vert Marine che le gestisce. (Lorenzo Boffa)