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"Dare voce allo sport di base": parlano le società del centro

Continua il nostro viaggio a microfono aperto per dar voce ai problemi delle società sportive. Questa settimana andiamo al centro Italia, toccando Abruzzo, Marche e Umbria. Parlano tre società sportive che hanno promosso il documento "Dare voce allo sport di base". Chiunque può aderire e inviare commenti alla pagina Facebook. Il documento è consultabile sul sito www.voceallosport.it.

Carsoli dista 15 Km da L’Aquila. Lì, la crisi economica post-terremoto non è arrivata. O almeno non nello sport. Così racconta Gianni Spagnoli, 35 anni, presidente dell’associazione polisportiva Tennis che coinvolge oltre 80 tennisti, tutti dagli 8 ai 50 anni.
“Un riflesso non si è avuto di certo nel numero dei tesserati. Nessun calo delle iscrizioni. I miei continuano a venire a giocare a tennis, forse perché non ho voluto ritoccare il tariffario dello scorso anno. La difficoltà maggiore si ha nel reperimento di fondi da sponsor privati. Anche se non vengono negati e continuano ad essere reperibili sono di entità più piccola. Quindi, per promuovere una manifestazione di tutto rispetto occorre metterne insieme almeno nove. A fronte di numerose, seppur ridotte, sponsorizzazioni private i contributi dal pubblico rappresentano solo il 10%”.
La sua proposta?
“Il mondo dello sport e dell’istruzione potrebbero pianificare un intervento comune. Il modello potrebbe essere quello di inserire un’ora a settimana a scuola dedicata al tennis o ad altri sport non previsti nell’attività motoria curriculare, in base alle preferenze degli studenti. L’Italia è uno dei Paesi agli ultimi posti delle classifiche per attività motoria praticata nelle scuole pubbliche”.

“La crisi economica colpisce tutta la società quindi anche le società sportive come la nostra, che vivono solamente delle quote sociali degli atleti e delle loro famiglie”. Così dice Claudio Coppari, dirigente della Ads Judo Samurai di Jesi (An). E prosegue: “Ci sono sempre più genitori e famiglie che chiedono non solo sport ma valori, educazione e da noi trovano quello che vogliono, magari pesa anche meno pagare la quota sociale”.

Crisi? “Nel comitato territoriale di Terni – spiega Sergio Barbaccia, presidente dell’Asd Gramsci di Terni – sono aumentate le iscrizioni delle società di calcio a sette e a cinque ma sono diminuite le società di calcio a undici”. Perché? “Costa molto di più l’affitto dell’impianto. Noi però resistiamo”. Il presidente dell’associazione fondata nel 1973, che conta 30 atleti di calcio a undici di età compresa tra i 26 e i 50 anni aggiunge, tra le considerazioni, un invito alla trasparenza e all’attenzione amministrativa, soprattutto in questi momenti di crisi: “Occorre incoraggiare ed agevolare le società sportive ad avere più attenzione verso la gestione burocratica, fiscale”. (di Laura Bonasera)