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Ginnastica pre-parto: il movimento per conoscere un corpo che cambia

Il corpo in movimento al di là del concetto di prestazione sportiva. La ginnastica pre-parto raccontata dal Comitato di Jesi

 

Non tutti i corpi sono uguali e anche il corpo di ciascuna o ciascuno non resta uguale nel tempo. Dirlo è ovvio, come dire che questo cambiamento influisce sulla maniera in cui il corpo viene percepito. Meno ovvio, forse, è riflettere sull’aspetto sociale della percezione del proprio corpo in movimento: ci sono corpi che non devono muoversi? Che consideriamo non adatti a farlo? Se il corpo cambia, come cambia il significato del movimento per un corpo?

Un caso interessante in questo senso è quello della gravidanza dove, da un lato il corpo della gestante è appesantito dal cambiamento fisico e, dall’altro, sussiste un fattore sociale di alienazione: è opinione diffusa nel senso comune che una donna incinta dovrebbe evitare le attività stressanti per il corpo. Abbiamo chiesto allora al Comitato Uisp di Jesi, che, come altri comitati Uisp in tutta Italia, gestisce un percorso di ginnastica dolce per donne in gravidanza, di aiutarci a capire meglio l’importanza di questo genere di attività.

“Sono incontri di allenamento in gravidanza, lavoriamo sulla respirazione, sul pavimento pelvico, ma anche sull’addominale profondo, che aiutano la spinta nel momento del parto”, spiega Paola Roccheggiani, istruttrice Uisp del corso. Gli incontri sono rivolti alle donne dal quarto mese di gestazione in poi, per promuovere il benessere psico-motorio e aiutare la gestante a mantenere un rapporto positivo con il proprio corpo, per prepararsi ad affrontare il parto e migliorare l’esperienza della gravidanza. “Lavoriamo dunque sia sul lato fisico sia su quello emotivo - prosegue Roccheggiani - facciamo anche delle simulazioni di parto, quando una cosa l’hai già provata, ti spaventi di meno, e la paura rende tutto più difficile”.

Un’altra delle idee alla base dell’attività è che questo genere di ginnastica serva a prendersi uno spazio per conoscere il proprio corpo, ma anche, come accade con lo sport in genere, a fare qualcosa per sè: “La donna pensa a sè stessa, si rilassa, ascolta il collegamento con il bambino, per sentire quali movimenti fanno piacere a sé e al bambino - commenta Roccheggiani - Alcune erano già sportive, altre hanno scoperto questo tipo di rapporto col proprio corpo attraverso l'allenamento in gravidanza e ora vengono a fare yoga o pilates”. Secondo lei sarebbe ancora più importante riuscire a riprendere  l'attività una volta trascorsi 4/6 mesi dal parto, ma non è facile.

Il corso è parte del progetto Uisp, promosso a livello nazionale, “Primi Passi” che ha l’intento di creare una rete di servizi educativi per la prima infanzia che si propongono di rispondere in modo sempre più diretto e flessibile alle richieste e ai bisogni di bambini, genitori e altri adulti di riferimento. Si articola in un percorso educativo-motorio che accompagna genitori e neonati dalla gravidanza ai primi anni di vita dell’infante. “Abbiamo cominciato l’anno scorso, ci siamo rese conto che non c’erano molti corsi preparto nel territorio, le donne incinte non trovano facilmente quest’opportunità - spiega Greta Coppari, responsabile Uisp Jesi del corso preparto - Noi facciamo già molta attività con i bambini della fascia 0-3 ma soprattutto 3-6, quindi abbiamo voluto creare uno spazio che potesse fare da ponte fin dal primo momento”.

Oltre all’attività fisica in senso stretto, si tratta anche di una situazione di socialità molto apprezzata: “Le partecipanti si sentono parte di un gruppo in cui condividere quest’esperienza. E' una maniera di fare gruppo, scambiarsi consigli, informazioni, foto: si tratta di un’esperienza di socialità che spesso prosegue anche dopo", commenta Coppari, aggiungendo che anche l'altro genitore, quando viene invitato, è molto contento di partecipare. (Lorenzo Boffa)

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