Il 25 luglio è la Giornata mondiale per la prevenzione dell'annegamento, nata su iniziativa dell'Oms per evidenziare il tragico e profondo impatto dell'annegamento e offrire strategie di prevenzione salvavita: ogni annegamento è prevenibile. In Italia si contano ogni anno circa 350 decessi per annegamento, con 800 ospedalizzazioni e 60.000 salvataggi. Numeri che si possono ridurre individuando le cause degli annegamenti (negli ambienti naturali sono soprattutto malori, correnti, fondali irregolari, sport acquatici e cadute), i luoghi dove avvengono, le condizioni che li determinano. I dati, insieme ad alcuni consigli utili per la prevenzione, sono stati raccolti dall’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti ed incidenti in acque di balneazione, istituito dal ministero della Salute nel 2019, e sono contenuti nel primo rapporto sui lavori dell’osservatorio.
Il nuoto per l’Uisp è sempre stato qualcosa di più di una semplice disciplina sportiva. Ha attraversato la storia dell’associazione con la volontà di farne l'indicatore di una rivoluzione culturale, di un diverso approccio ad una emergenza civile, in una paese come l’Italia di sportivi in poltrona e con il maggior numero in Europa di chilometri di coste, ben 7.500. Per questo, dal 1948 in poi, l’Uisp ha fatto del nuoto una leva di emancipazione sociale, con l’insegnamento a bambine e bambini dell’Italia degli anni ’60, affetti da paramorfismi che il nuoto, attività sportiva completa, poteva incaricarsi di contrastare. Anche i fatti di cronaca che affiorano oggi ci ricordano che di mancanza di educazione al nuoto si continua a morire: è di questi giorni la notizia del triste record di questa estate 2024, quello del maggior numero di vittime per annegamento, non solo in mare ma anche nei fiumi e nei laghi.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'annegamento è responsabile di oltre 236.000 morti ogni anno a livello globale. La maggior parte di queste tragedie avviene in paesi a basso e medio reddito, dove l'accesso a infrastrutture sicure e a programmi educativi è limitato. Tuttavia, anche nei paesi sviluppati, l'annegamento rimane una minaccia costante, specialmente tra i bambini sotto i 5 anni e i giovani tra i 15 e i 24 anni.
Vogliamo ricordarlo proprio oggi, in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione dell’annegamento. Fu proprio un fatto di cronaca, l’annegamento di un bambino che faceva il bagno nel Tevere, a dare lo spunto a Cecilia Mangini, la celebre documentarista scomparsa nel 2021, per realizzare il film “L’altra faccia del pallone” che nel 1973 fu presentato anche al Festival di Venezia e raccontava proprio il ruolo dell’Uisp nella promozione dello sport, e del nuoto in particolare, come servizio sociale, come diritto per tutti e per tutte.
Da sottolineare anche il ruolo dell’Uisp nella formazione degli istruttori di nuoto che si incaricano di trasmettere il valore sociale e civile del nuoto soprattutto tra i bambini e le bambine delle fasce sociali disagiate, con le campagne per la sicurezza in acqua e per la diffusione del nuoto. Tra gli anni Sessanta e Settanta l’Uisp si è battuta con forza per la costruzione di impianti pubblici riservati al nuoto, con l’attenzione di prevedere tariffe sociali per i partecipanti, dai bambini agli anziani. Tra qualche ora l'acqua sarà teatro del grande spettacolo olimpico, e in acqua si sfideranno i campioni dei cinque continenti. La Senna sarà il teatro delle prove in acque libere. Anche le gare olimpiche possono suggerirci una riflessione sull'altra faccia delle medaglie olimpiche: il nuoto è un’attività sportiva sociale da mettere al centro delle politiche pubbliche delle città e dei governi nazionali per la promozione dell'attività sportiva per la salute e il benessere ad ogni età.
Quest’anno tutte le località che hanno ottenuto la Bandiera Blu, dedicano la giornata alla sensibilizzazione e all’informazione a scopo preventivo, attraverso incontri con istituzione e operatori, dimostrazioni sulla sicurezza in spiaggia e sul primo soccorso.
Durante l'estate, le attività ricreative in acqua come nuoto, snorkeling e sport acquatici aumentano esponenzialmente, così come il rischio di annegamento. Tra i fattori che contribuiscono a questo aumento ci sono l’affollamento di spiagge e piscine: con l'aumento delle temperature, più persone si dirigono verso l'acqua per rinfrescarsi, spesso sovraffollando le aree di balneazione e aumentando il rischio di incidenti; supervisione inadeguata: specialmente per i bambini, una supervisione costante e attenta è cruciale; consumo di alcol: l'alcol riduce le capacità motorie e i tempi di reazione, aumentando il rischio di incidenti in acqua; scarsa conoscenza delle condizioni locali: correnti pericolose, mare mosso e altri pericoli naturali possono sorprendere anche i nuotatori più esperti.
Prevenire gli annegamenti richiede un approccio variegato che include educazione, regolamentazione e infrastrutture sicure. Ecco alcune delle misure più efficaci:
La Giornata mondiale per la prevenzione dell'annegamento serve non solo a commemorare le vittime di questi tragici incidenti, ma anche a promuovere iniziative di prevenzione e a sensibilizzare l'opinione pubblica. Attraverso campagne di informazione, eventi comunitari e iniziative governative, si spera di ridurre il numero di annegamenti e salvare vite umane.