Dal 10 al 17 maggio una delegazione Uisp è stata nei campi Saharawi per dare il via al nuovo progetto di cooperazione internazionale che la vede impegnata al fianco del ministero saharawi della gioventù e dello sport. Daniela Conti, responsabile Politiche per la cooperazione e l'interculturalità Uisp; Stefan Belabed, coordinatore del progetto per la rete Spin Network; Ilaria Nobili e Gianluca Pianigiani, educatori sportivi Uisp Roma, hanno trascorso una settimana nel campo di Smara, ospiti di una famiglia saharawi.
“Si è trattato di una prima missione esplorativa - racconta Daniela Conti - mirata a conoscere le esigenze degli insegnanti locali e i possibili ulteriori interventi da mettere in campo. Per noi è stata un’esperienza totalizzante, che ci ha permesso di condividere la vita quotidiana con una comunità intera, estremamente accogliente e molto colta. Abbiamo trascorso le giornate tra incontri istituzionali e momenti di scambio con le famiglie che ci hanno ospitato, e così abbiamo avuto la possibilità di conoscere persone molto educate, interessate e fiere della loro cultura e tradizione. Comunicare con loro è abbastanza facile perchè, oltre all’arabo, parlano diverse lingue, come spagnolo, inglese e francese”.
A Smara la delegazione ha incontrato i rappresentanti di tre ministeri, educazione, sport e affari sociali, ha visitato scuole di vario grado, dalle elementari agli istituti superiori; inoltre, ha potuto visitare una scuola per bambini con autismo, la sede della Mezza luna rossa e di un’associazione sportiva che lavora con persone disabili. “Il ministero dell'educazione, in particolare, ci ha dedicato molta attenzione - prosegue Conti - sono interessati ai nostri strumenti pedagogici e alla possibilità di utilizzare lo sport come strumento educativo. La loro necessità è quella di studiare attività che si possano fare al riparo dal caldo, come giochi di movimento, su cui noi abbiamo una lunga esperienza. Il ministero dello Sport ci ha chiesto di fornire formazione tecnica negli sport tradizionali ed una grande attenzione è stata posta alla formazione per le attività rivolte al disagio mentale, che è ancora un grande tabù. Le famiglie vivono questa situazione come uno stigma, quindi tendono a nasconderla e a vivere condizioni di emarginazione. Hanno molte proposte per la disabilità fisica per cui però mancano attrezzature e infrastrutture. Quello che è emerso, è la necessità di rapporti di lungo termine, non eventi spot, che diano vita a collaborazioni con le realtà locali e creino connessioni con il nostro Paese e l’Europa. Una richiesta che ci hanno fatto è quella di coprogettare, un tema importante che incrocia anche la nostra visione della cooperazione internazionale. Infine, ci hanno chiesto di parlare di loro e della condizione in cui vivono, per ottenere un riconoscimento della loro esistenza come popolo”.
Ilaria Nobili e Gianluca Pianigiani hanno intrattenuto i rapporti con gli insegnanti e le insegnanti, 25 in tutto, provenienti dai cinque campi profughi del territorio. “Abbiamo trasmesso nuove metodologie di insegnamento rivolte ai bambini e giovani - racconta Nobili - percorsi di educazione attraverso il gioco e lo sport, che propongono il movimento come strumento di inclusione, socializzazione e apprendimento. Gli insegnanti con cui ci siamo confrontati hanno un altissimo livello di competenze e hanno dimostrato grande attenzione e concentrazione. Abbiamo proposto una formazione atipica, non solo frontale ma anche esperienziale, scegliendo di utilizzare materiale facilmente reperibile e attività adatte anche a spazi non sportivi. La difficoltà maggiore emersa è il clima: fare sport con il forte caldo è difficile e mancano infrastrutture e spazi adeguati per muoversi al riparo. I contenuti sono stati decisi insieme a loro, partendo da criticità e aspettative, quindi oltre alle attività sportive propriamente dette, abbiamo lavorato su proposte di movimento adatte a spazi ristretti ma riparati dal caldo”.
Per l’operatrice Uisp Roma si è trattato della prima esperienza nel territorio Saharawi: “Abbiamo conosciuto una comunità molto ospitale, un popolo dignitoso e coraggioso - racconta Ilaria Nobili - vivono in condizioni complesse ma hanno grande attenzione all’educazione e alla cultura, su cui investono molto nonostante le difficoltà della vita quotidiana. In particolare, rivolgono grande attenzione ai più piccoli, a garantire loro un’educazione adeguata, vista come strumento di libertà”.
I prossimi appuntamenti del progetto saranno tra settembre e ottobre, con la riapertura delle scuole, quando i docenti che hanno partecipato alla formazione passeranno i loro apprendimenti ad altri docenti, e la festa sportiva di fine progetto che si terrà all'inizio del prossimo anno. (Elena Fiorani)