La Fifa ha assegnato le edizioni 2018 e 2022 dei prossimi Mondiali di calcio rispettivamente a Russia e Qatar. Una scelta che ha sollevato molte polemiche. Per alcuni, la vittoria di gas e petrolio. Abbiamo chiesto un commento a Carlo Balestri, responsabile Dipartimento internazionale Uisp. "Ormai viene avvantaggiato esclusivamente chi è in grado di mettere sul piatto più soldi, piuttosto che far organizzare i grandi eventi a nazioni che hanno tradizione e cultura".
"Una scelta alquanto discutibile - prosegue - se si pensa alle restrizioni dei diritti civili che caratterizzano questi paesi. O, come nel caso del Qatar, all'impatto ambientale di impianti con aria condizionata che praticamente non verranno utilizzati mai più. Delle "cattedrali nel deserto". Ormai a farla da padrone sono soltanto l'economia e i diritti tv, non la qualità della proposta nè tantomeno la tradizione calcistica".
Questo è solo l'ultimo episodio di quanto ormai il calcio-business venga influenzato da interessi altri rispetto al gioco e alla passione dei tifosi: "Si pensi alla Supercoppa italiana disputata in Cina. Scelte che vanno a discapito dei tifosi".
Ci sono ombre sullo stesso meccanismo di voto all'interno del comitato esecutivo Fifa: "Sono stati denunciati, anche di recente, casi di corruzione. Il meccanismo è da rivedere per garantire una maggiore trasparenza".
"Sarebbe necessaria - conclude Balestri - una struttura predisposta a valutare l'oppurtunità di scegliere o meno certe nazioni da un punto di vista etico. Non possono contare solo i diritti tv, ma anche i diritti civili, l'ambiente e i benefici che possono derivare o meno per la popolazione. Non bisogna dimenticare inoltre che, in certi paesi, l'organizzazione di questi eventi può essere ustata a fini propagandistici, per creare consenso".
(F.Se.)