Nazionale

L'Uisp sulla Rai: razzismo nello sport specchio della società

Contro il razzismo mai minimizzare. "Chi non fa nulla, è complice", come ha evidenziato il portiere milanista Maignan. L'intervento di Daniela Conti

 

"E' una lotta dura, ci vorrà tempo e coraggio ma è una lotta che vinceremo": lo scrive il portiere del Milan Mike Maignan all'indomani della partita contro l'Udinese, interrotta perché gli sono stati rivolti a più riprese insulti razzisti. Maignan in una lunga riflessione postata sui social, invita il sistema calcio a prendersi le proprie responsabilità, definendo "complici" coloro che non hanno preso le distanze dal gesto - anche i tifosi sugli spalti - o che non adotteranno provvedimenti severi tra cui l'Udinese e le autorità.

"Purtroppo lo sport riflette da sempre quello che avviene anche all'interno della nostra società - ha commentato Daniela Conti, responsabile Politiche per la cooperazione e l'interculturalità Uisp, ai microfoni del Gr di Radio 1 e Radio 3 - fenomeni di razzismo e di discriminazione stanno aumentando sempre di più anche nei campi di periferia, è una mancanza di educazione allo sport e all'accoglienza delle diversità". L'Uisp è impegnata da sempre nella lotta alla discrminazione: "Prima di tutto con la formazione dei nostri tecnici e dirigenti su queste tematiche. Inoltre, i Comitati Uisp sul territorio organizzano inziative di sensibilizzazione, come ad esempio i Mondiali antirazzisti a Firenze, o progetti di accoglienza rivolti a ragazzi richiedenti asilo o rifugiati, all'interno dei nostri centri sportivi".

ASCOLTA L'INTERVENTO DI DANIELA CONTI

Il problema del razzismo è una costante nel nostro Paese - aggiunge Daniela Conti - finchè non entrerà a regime un osservatorio che analizzi tutto lo sport a tutti i livelli, dalla base al professionismo, non potremo capire quale sia il reale andamento, se stia migliorando o peggiorando, se ci siano collegamenti con ciò che accade nel Paese e nella società. Molti elementi sostengono il razzismo strisciante, endemico, che è difficile da combattere. Il razzismo nasce dalla paura, quando le notizie si concentrano su una sbandierata emergenza migranti, quando si parla di sostituzione etnica o si enfatizzano episodi di cronaca legati a persone migranti, è facile cadere in episodi come quello accaduto domenica a Udine. Lo sport riflette la società e quello che accade nelle nostre città lo ritroviamo negli stadi. Probabilmente eventi simili accadono anche in altri sport, ma il calcio è sicuramente il più seguito, quindi è una enorme cassa di risonanza”. 

I grandi campioni sono più accettati, se si decide di offendere il portiere del Milan cosa può accadere in un campo di periferie? “L’Uisp si concentra sullo sport di base e da tempo ha deciso di puntare sulla formazione - prosegue Conti - per questo promuoviamo progetti di educazione anche all’interno della nostra associazione e delle nostre società. I campetti sparsi sul territorio non sono esenti da fenomeni di questo tipo, quindi riteniamo essenziale formare il personale tecnico e i dirigenti sportivi. Anche se non può risolvere il problema del razzismo in Italia, lo sport può essere parte di un intervento sistemico e culturale: è necessario lavorare sempre più in rete, coinvolgendo in maniera sistematica le istituzioni, il governo dello sport, gli enti di promozione sportiva, in programmi di educazione allo sport. A scuola si fa pochissima attività motoria e questo fa male alla salute, ma anche alla crescita di una cultura sportiva”.

Che approccio utilizza l’Uisp nei suoi progetti?
“Pensiamo che indagare meglio la situazione possa aiutarci a capire il fenomeno e con i nostri progetti da diversi anni realizziamo ricerche e condividiamo buone pratiche con i partner europei. Monitora, ad esempio, è un progetto europeo che lavora per capire esattamente il fenomeno e studiare come e dove intervenire. Sabato 20 gennaio si è tenuto a Roma un appuntamento di approfondimento per tecnici Uisp, perchè campagne estemporanee sul tema della lotta alla discrminazione purtroppo non aumentano la conoscenza del fenomeno”.

In questi giorni è stato pubblicato, nell'ambito di Monitora, un protocollo frutto della ricerca svolta in Italia, Belgio, Finlandia e Ungheria, sui vari monitoraggi che vengono realizzati nei diversi Paesi. Obiettivo della ricerca era capire cosa fare per avere dati e analisi più utili allo sviluppo di azioni contro il razzismo: ne sono emerse delle raccomandazioni su cosa fare e cosa evitare.

A febbraio partirà il nuovo progetto europeo Spin youth, per valorizzare i giovani migranti nel sistema sportivo di base. “Abbiamo notato, sia in Italia che all’estero, che non ci sono dirigenti sportivi con background culturale differente, cosa che invece ormai accade a livello di pratica. Spin youth vuole analizzare le cause e sostenere una crescita di queste figure, promuovendo l’empowerment di giovani con origini migranti, attraverso la formazione e il supporto tecnico, condividendo buone pratiche con i partner esteri”.

Ogni anno, inoltre, l’Uisp propone il suo Almanacco delle iniziative antirazziste in cui vengono raccolte le tante attività contro le discriminazioni realizzate sul territorio, grandi e piccole, per valorizzarle e condividerle. 

In questo ambito è molto importante il lavoro messo in campo dalla Rete Fare-Football Against Racism in Europe: "Molte delle iniziative che adesso vediamo concretizzarsi, come sospendere le partite o iniziare a trattare il tema della omotransfobia, vengono proprio da un lungo lavoro dal basso svolto dalla Rete Fare in questi anni insieme a Uefa e Fifa". (A cura di Elena Fiorani)

(Fonte foto: pagina Facebook Mike Maignan)

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