"Non gioco più, me ne vado". Il nuovo libro di Gianni Mura
Con il suo stile inimitabile ripercorre mezzo secolo di sport
Lo sport che racconta la società. Da trent’anni il giornalista Gianni Mura esamina la storia del nostro Paese attraverso le lenti dello sport. Non gioco più, me ne vado. Gregari e campioni, coppe e bidoni (Il Saggiatore, pagg. 464, € 15,00) è il titolo del suo ultimo libro che raccoglie una selezione dei suoi articoli migliori e parte dallo sport per riservare giudizi duri ai potenti e agli speculatori, nello sport e nella vita. Il testo è stato presentato venerdì 15 marzo a Roma, all'Auditorium Parco della Musica, nell'ambito della manifestazione "Libri Come".
"Un titolo mezzo scherzoso mezzo ombroso - ha scritto su Repubblica, Michele Serra - contiene una ricca raccolta degli articoli di Mura sulla Gazzetta dello sport, Epoca e Repubblica. I pezzi non sono impaginati secondo cronologia, ma accorpati in capitoloni più o meno tematici che attraversano una impressionante quantità di cronache sportive, ritratti, incontri, lettere aperte, moralità in forma di pagella (genere amatissimo dai muriani). I più remoti sono degli anni Sessanta, quelli di Gimondi e Gigi Riva, i più recenti arrivano a sfiorare i nostri anni. Vertiginosa la vastità del mare fin qui navigato, delle epoche attraversate, dal bianco e nero al colore, dagli italiani solidi e forti del dopoguerra, Bartali e Zeno Colò, ai campioni nervosi e fragili dei nostri tempi, Pantani amatissimo, altri di meno, comunque sempre rispettati dal racconto, risparmiati nel giudizio. Il cronista sportivo conosce la fatica fisica e nervosa dell'agonista, lo sforzo immane di affrontare la gara e di esporsi all'amore mutevole del pubblico, il prezzo umano della vittoria. Ha le parole di trionfo per il vincitore, ha quelle di pietà per lo sconfitto".