E’ entrato in vigore nel 2009 il nuovo codice della nautica da diporto. Se ne è parlato in questi giorni perché il ministero dei Trasporti ha emanato una direttiva estiva che trae spunto dal codice. Alcuni articoli del codice riguardano anche l’attività subacquea: il 90 e il 91. Abbiamo discusso delle nuove norme introdotte con Enrico Maestrelli, presidente Uisp Lega nazionale attività subacquee. “Ci sono delle novità che aiutano la sicurezza nelle immersioni – ci dice - C’è da precisare che non si applicano alle Associazioni sportive dilettantistiche e agli Enti non profit, ma solo ai centri diving (immersione in inglese n.d.r.) che fanno attività commerciale e alle attività di noleggio di imbarcazioni e attrezzature. Fino ad oggi queste attività lucrative non dovevano rispettare nessuna legge nazionale”.
Tra le misure citiamo l’obbligo per i natanti di passare ad almeno 100 metri dalla boa segnasub; l’obbligo dei sub di immergersi muniti di un pallone di superficie gonfiabile da utilizzare prima di risalire in caso di separazione del gruppo; la presenza di una persona abilitata al primo soccorso subacqueo. “Sono regole che noi già abbiamo adottato per la nostra attività – prosegue Maestrelli - Ad esempio, la Uisp Lega attività subacquee prevede un’abilitazione Bls (basic life support) già dopo un corso di secondo livello. In linea di massima la valutazione è positiva, perché si interviene in un settore, quello commerciale, che non era assoggettato a nessuna regola. Alcuni provvedimenti vanno meglio definiti, come quello che riguarda la presenza a bordo di una stazione di decompressione. E’ importante, ad ogni modo, che da oggi potrà essere perseguito chi mette a repentaglio la vita dei sub”. Maestrelli fa riferimento all’obbligo di navigare ad almeno 100 metri dalle boe segnasub: “Fino ad oggi – spiega – la situazione era differenziata a seconda di alcune specifiche ordinanze delle capitanerie di porto”.
Dicevamo, queste norme non si applicano al non profit e alle A.s.d: non è un controsenso? “Nell’ordinamento sportivo c’è già una buona pratica per la sicurezza delle attività – risponde Maestrelli - Lo dimostra ad esempio la nostra storia recente: come Lega Uisp non abbiamo incidenti da dieci anni. E’ un bene che lo sportpertutti non sia in commistione con l’attività lucrativa, perché lo sport organizzato ha dimostrato di sapersi dotare in autonomia di ottime regole per la sicurezza”.
(F.Se.)