Un modello di collaborazione, un insieme di azioni concrete già sperimentate e una strategia per il futuro: è il Piano territoriale per il contrasto alla povertà educativa e dispersione scolastica, presentato giovedì 7 luglio nelle sale del Comune di Sassari. Il Piano, curato dalla comunità educante di Sassari, è nato da Futuro Prossimo, progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, con capofila Save the Children e Uisp Sassari partner.
Lavorando su tre aree prioritarie di interventi - Offerta educativa extrascolastica: Arte, cultura e sport; Ambiente e spazi da valorizzare; Scuola, didattica e territorio – sono state co-progettate e realizzate azioni specifiche che hanno portato a risultati concreti e tangibili. È stata creata la comunità educante di Latte Dolce-Sassari, oggi formata da oltre 45 realtà territoriali (istituzioni, scuole, associazioni); sono stati attivati 3 percorsi di capacity building su tematiche centrali per il benessere dei giovani; sono stati coinvolti 76 genitori in incontri e percorsi formativi su informatica di base, orientamento e supporto per la gestione delle pratiche legate alla scuola, colloqui individuali per rafforzare il dialogo scuola-famiglia; si è lavorato alla promozione della lettura attraverso percorsi ad hoc, tra cui: 4 incontri con gli autori, un percorso formativo “Italian Writing Teachers” per 40 docenti di 5 scuole; sono state realizzate 22 escursioni sul territorio; sono stati attivati 45 percorsi individualizzati (Doti Educative di Comunità); è stata allestita e animata “Bibliolab”, biblioteca di quartiere. Tutti gli attori coinvolti hanno lavorato, inoltre, ad innovare l’offerta educativa gratuita sia scolastica che extrascolastica.
Loredana Barra, presidente Uisp Sassari e responsabile nazionale Uisp Politiche educative, nel suo intervento ha parlato di “Sport in città e recupero degli spazi, dai cambiamenti ottenuti alle politiche future”: “Questo lavoro ci vede impegnati dal 2018 per mettere a punto un modello integrato, replicabile e sostenibile – ha detto Loredana Barra - con l’intento di mettere al centro i giovani e renderli protagonisti di un cambiamento culturale necessario, che non segua gerarchie prestabilite, dall’alto al basso, dall’adulto al giovane, ma che sia osmotico, plurale e olistico. Dal 2018 però il mondo è cambiato e il futuro prossimo che nei nostri ideali volevamo raggiungere ha subito una battuta d’arresto, il covid l’ha congelato e ci vorrà del tempo affinchè prenda la forma che tutti noi ci eravamo immaginati".
Futuro nella pandemia
Se di questi cambiamenti dovuti alla pandemia ne abbiamo risentito noi, adulti saldamente formati dal tempo sia caratterialmente sia mentalmente, i ragazzi della fragile età adolescenziale hanno accusato un duro colpo.
I dati che ci arrivano a livello nazionale non sono rassicuranti: nei primi nove mesi del 2021 il numero dei ricoveri per disturbi psichiatrici di bambini e adolescenti negli ospedali italiani ha superato il totale del 2019. Discontrollo degli impulsi, autolesività, disturbi del comportamento alimentare sono tra le principali diagnosi. In questo contesto così complicato, presentare questo piano territoriale è molto importante per capire che non siamo più soli ma siamo in tanti e con diverse competenze a cercare di arginare questi problemi.
Il piano territoriale è un punto di partenza
Doverosa però mi sembra una riflessione rispetto al cambiamento dei bisogni dei giovani di questo tempo. Alla luce della complessità di questo particolare momento storico, il lavoro fatto rappresenta non un punto di arrivo ma solo un punto di partenza, un analisi di contesto si importante, fatta di tante storie già scritte, ma di tante altre che ancora rimangono da scrivere.
Lo sport e gli spazi di sport nel piano territoriale
A noi che ci occupiamo di promozione sportiva e sociale ci hanno detto che abbiamo un ruolo fondamentale nell’ educazione dei giovani, siamo la terza agenzia educativa dopo la famiglia e la scuola. A noi educatori hanno anche detto che in educazione lo spazio di vita e i diversi contesti di crescita dei giovani rappresentano Il “terzo educatore”.
Lo spazio e lo sport sono due aspetti strettamente legati in quanto nell’ immaginario collettivo lo sport ha uno spazio strutturato, ben definito da linee e o impianti, ma lo sport non è solo questo. "Tutta l’educazione è fisica”, diceva Gianmario Missaglia e lo diciamo noi in uisp come un mantra che ci aiuta ad essere consapevoli che non basta essere sul podio delle agenzie educative per essere educanti.
Storie già scritte
Noi una storia diversa, un opportunità diversa di sportpertutti ce l’abbiamo e l’ abbiamo scritta anche con questi ragazzi che ci hanno accompagnato in questi anni.
Abbiamo scritto una storia in cui abbiamo dato opportunità e promosso attività sportive diverse e diversificate che hanno allenato uno stile di vita resiliente, che non hanno messo al centro la performance assoluta ma la persona, le sue motivazioni, le sue diversità da riconoscere e valorizzare. Abbiamo scritto un altro sport possibile quando l’abbiamo praticato in strada e per strada, trasformando le piazze in campi, utilizzando palestre a cielo aperto e ambienti naturali; abbiamo spogliato lo sport dalle sue regole classiche e dei suoi “campi”, perché l’attività sportiva è in realtà prezioso palcoscenico sul quale si manifestano disagi ma anche risorse e abilità.
Io credo che la storia in cui si può fare sport solo in presenza di impianti sportivi all’ avanguardia o dentro le linee di un campo di gioco ben definite vada riscritta non solo da noi enti di promozione sportiva ma da tutti, in modo da scardinare definitivamente il binomio niente spazi niente sport. è una storia vecchia quella che lega lo sport e lo spazio, come quando a scuola si rinuncia al movimento perché non esiste una palestra, o quando i bambini non vengono portati in pelastra per punizione.
Storie da scrivere
Una storia a lieto fine sarebbe quella in cui queste cose non dovremo più dircele, perché tutti gli adulti avranno finalmente capito che il corpo è la cassa di risonanza della psiche e che lo sport e il movimento, sono molto più di una disciplina da imparare e mettere in pratica: attraverso lo sport e il movimento si sviluppa l'empowerment personale e di gruppo, nuove competenze, si instaurano relazioni, si costruisce la personalità .
Una bella storia sarebbe quella in cui gli adulti si domandano se e a quali condizioni l'ambiente di vita, lo spazio urbano, è ancora compatibile per la vita delle persone e per i giovani.
Una storia in cui si permette ai giovani di poter incidere sulla realtà trasformando lo spazio di vita, lo spazio dell'abitare, i diversi contesti in luoghi di ben-essere col loro intervento. Per far questo abbiamo bisogno di adulti che ritengano i giovani capaci e che diano loro fiducia.
Un’ altra storia bella si potrebbe scrivere pensando e parlando di spazi non soltanto nell’ottica della ricostruzione di un edificio fatiscente o con un progetto qualsiasi di riqualificazione, ma con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini, con l’intento di occupare quello spazio con le persone ed aumentarne, ove possibile, il valore.
Dobbiamo chiedere scusa ai giovani
Chiedo scusa a questi ragazzi per la nostra “adultità” perché questa non sempre ci permette di darvi la giusta fiducia; mi scuso io per prima, ma vi dico che l’educazione è una cosa complessa, nessuno di noi è veramente preparato a darvi risposte esatte come un operazione matematica… e purtroppo è così dalla notte dei tempi. Pensate che Socrate nel 470 ac diceva “La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, si burla dell’ autorità, non ha alcun rispetto degli anziani, i bambini di oggi sono dei tiranni, non si alzano quando un vecchio entra in una stanza, rispondono male ai genitori” , e addirittura un’ incisione su un vaso babilonese del 3000 ac c’è scritto “questa gioventù è marcia nel profondo del cuore, i giovani sono maligni e pigri, non saranno mai come la gioventù di una volta quelli di oggi non saranno capaci di mantenere la nostra cultura”.
Perdonateci, ma vi assicuro che ci stiamo provando a scrivere altre storie, insieme a voi e con voi.
Pagine già scritte
Con questo progetto abbiamo scritto delle pagine importanti: come quella della riqualificazione del campetto di calcio a cinque retrostante alla struttura del Poliss, avvenuta attraverso un laboratorio di cittadinanza attiva che ha avviato una profonda interazione tra le relazioni e la dimensione della compatibilità dell'ambiente di vita .
Il campo era il residuo di un intervento delle politiche comunali a contrasto della disparità sociale: un campo di calcio a cinque gratuito e aperto a tutti all’interno di un quartiere popolare. Poi il tempo è passato, e come spesso succede il “rettangolone” è rimasto lì, con la sabbia sintetica rasa al suolo, le reti distrutte e centinaia di bottiglie di plastica tra l’erba alta e brandelli di spazzatura multicolore. I nostri giovani si sono attivati, passando dal sopralluogo operativo, alla ricerca dei fornitori e del materiale, fino alla richiesta formale indirizzata a Save the Children per il sostegno economico utile all’acquisto del materiale all’ufficio tecnico del Comune di Sassari perché ci aiutasse, mandando una squadra di manutentori.
E adesso grazie a voi e grazie alla comunità che educa, l’erba sintetica si vede si può correre sul campo senza pericolo di scivolare nella sabbia. Le reti laterali sono alte e mancano tutti quegli squarci che ne rendevano inutile la presenza. Le porte oltre ai pali hanno anche la traversa e la palla resta nella rete dopo che fai goal, non rotola più a decine di metri di distanza per sparire nell’erba.
Un'altra pagina che vale la pena di raccontare è la storia del playground di piazza Bande, quartiere di Sant’ Orsola, cattedrale sportiva bellissima e riqualificata dal Comune di Sassari ma purtroppo chiusa ai giovani da tempo; la sua riapertura e la restituzione alla comunità è stata fortemente voluta dalla nostra Assessora Rosanna Arru e dall’ impegno e la disponibilità dell’ Uisp, grazie alla consapevolezza e alla partecipazione di tutta la comunità educante. Il campo di piazza bande è diventato un laboratorio di cittadinanza a cielo aperto in cui i giovani, la scuola le associazioni sportive, il comitato di quartiere hanno trovato spazi di ben essere e di relazione .
Il nostro Futuro Prossimo è stato anche questo.
La storia del futuro
Queste storie sono solo un esempio delle tante belle storie scritte, ma tante altre rimangono da scrivere. Lo stiamo già facendo, noi, il comune, Save the Children e tantissimi attori di questa comunità educante: lo stiamo facendo in risposta al Bando Spazi Aggregativi di Prossimità 2022 dell’impresa sociale Con i Bambini, con un partenariato importante, eterogeneo e complementare basato su solide alleanze educative sino a qui sperimentate, con l’intento di attivare un presidio educativo e socializzante nel contesto socio-spaziale fragile del centro storico di Sassari nel centro giovani di piazza Santa Caterina. Le azioni progettuali, partendo sempre dal protagonismo giovanile, mirano a dare risposte efficaci per mitigare l’escalation di malessere che riguarda ragazze/i emerse durante la pandemia e creare occasioni di crescita multidimensionali in un contesto deprivato di spazi dedicati ai minori.
Vogliamo, con il progetto rafforzare il benessere psicosociale dei giovani attraverso la promozione di attività sportive “indisciplinate” in grado di potenziare lo sviluppo delle life skills. Uno spazio di vita, che vuole essere punto di riferimento e antenna del territorio, nel quale prevenire e far fronte a disagi specifici, un ambiente non-formale, accessibile e scevro da pregiudizi che mira a diventare un punto d’incontro e di scambio, dove far incontrare famiglie, scuola, istituzioni e associazioni, nel quale sperimentare nuove forme collaborative e promuovere co-progettazioni con i giovani beneficiari.
E sempre guidati da questi intenti abbiamo deciso di partecipare con Save the Children alla manifestazione di interesse del comune di Sassari "Centri in rete", per la gestione del presidio educativo che sino a qui ci ha accompagnato e che è ormai diventato punto di riferimento per i ragazzi e le ragazze di futuro prossimo: il Poliss.
E da qui può ricominciare un'altra bella storia".
SCARICA QUI IL PIANO TERRITORIALE
Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD.