Doveva essere una festa, qualcuno ha dimenticato di chiamare gli invitati. E' così che in questi giorni sotto i riflettori sono finite le 500 case consegnate dal governo - con tanto di dirette tv - ma non ci sono finiti gli Aquilani. Questo abbiamo visto con i nostri occhi nel giorno di Vivicittà, domenica scorsa, nella città del terremoto. Mentre si consegna una new town, il centro storico dell’Aquila è spettrale, morto, frequentato solo da qualche forestiero, dagli agenti della polizia municipale e dai camion dei vigili del fuoco. Si presenta così quello che era il cuore pulsante di una città oggi distrutta dal terremoto. Avanzando in corso Federico II, il colpo d’occhio è agghiacciante: una strada fatta di sole reti di protezione, di ponteggi di legno montati nei vani finestra di case non più agibili e di quelli in ferro posti a supporto dei pilastri e delle facciate dei palazzi storici più importanti. Le vetrine della via dello shopping aquilana non parlano più, vuote e senza luce sono un simbolo della quotidianità che si è fermata, che non c’è più.