Si è conclusa domenica sera, con il tradizionale arrivo all'Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore (Cs), la quarta edizione delle Camminate Gioachimite organizzate dal Comitato UISP di Catanzaro.
Quest'anno i giorni di cammino sulle tracce di Gioacchino da Fiore (1135 circa-1202) sono stati ben cinque, uno in più delle edizioni precedenti, per un totale di più di 100 chilometri percorsi a piedi sui sentieri della Sila. Questa edizione ha visto la partecipazione di ben 42 camminatori che sono partiti per la prima volta da Catanzaro mercoledì 11 luglio, dove Gioacchino prese i voti minimi, per arrivare come sempre nella grande abbazia Florense di San Giovanni in Fiore, dove l'abate è sepolto. Il tutto attraversando a piedi e a passo lento, per meglio ammirare la natura calabrese, ben tre province (Catanzaro, Cosenza e Crotone) e diversi comuni.
La quarta edizione delle Camminate gioachimite UISP di Catanzaro ha avuto la consueta collaborazione dell’a.s.d. Calabriando di Catanzaro e di numerose altre associazioni culturali (tra questi: Amici con il Cuore, Kairos e Centro Internazionale Studi Gioachimiti) e il Patrocinio della Regione Calabria e dell'Amministrazione Provinciale di Catanzaro; oltre alla collaborazione di numerosi comuni, alcuni dei quali come Carlopoli, San Giovanni in Fiore e Aprigliano hanno dimostrato una grande attenzione verso l'iniziativa, offrendo collaborazione logistica e supporto ai camminatori per promuovere nei loro territori di montagna un turismo ecosostenibile, non invasivo e rispettoso della natura.
Il gruppo ha avuto a disposizione, per ogni arrivo di tappa, comode strutture coperte dove poter dormire in sacco a pelo, servizi e docce calde; un pulmino per trasportare i bagagli e fornire supporto; e un autobus per rientrare da San Giovanni in Fiore a Catanzaro. Da segnalare che i camminatori, in questa quarta edizione vestiti di turchese dagli organizzatori, hanno anche goduto di una sincera, calorosa e costante accoglienza anche da semplici abitanti delle frazioni che si incontravano sul percorso e sui sentieri di montagna, come accade ogni anno. Tante volte è capitato infatti di ricevere non solo saluti; in una frazione di Colosimi l'intero gruppo di passaggio è stato invitato dalla famiglia di un piccolo allevatore locale a gustare miele, provola e pane casareccio, senza nulla chiedere in cambio a quegli sconosciuti; segno (non raro) dell'antica, genuina e sincera tradizione di accoglienza calabrese, per la quale l'ospite è sacro e degno del più grande rispetto.
Il cammino 2018 è stato diviso in cinque tappe. La prima, ufficializzata dai saluti dell'Assessore comunale Lo Bello e dal Dirigente della Regione Salvatore Bullotta, è partita dal Parco della Biodiversità Mediterranea (ex Agraria) per giungere, camminando lungo sentieri e corsi d'acqua, al Santuario di Porto, dove i camminatori hanno pernottato. La seconda tappa è partita da lì per concludersi presso la grande Abbazia di Corazzo di Carlopoli, dove Gioacchino fu abate e dove formò buona parte del suo pensiero. La terza tappa, partendo da Carlopoli, giungeva a Borgo Spineto nel comune di Aprigliano; da lì si è proseguiti per Trepidò di Cotronei, sul lago Ampollino (luogo del tradizionale bagno di gruppo), per giungere infine a San Giovanni in Fiore, dove i camminatori sono stati ricevuti come sempre dall'assessore comunale Milena Lopez.
L'intero cammino si è svolto per lo più su stradine e sentieri di montagna; pochissimi e brevi i tratti di asfalto su strade aperte, evitati con cura per motivi di sicurezza. La sicurezza infatti è prioritaria per la UISP, che sin dal 1948 promuove lo sport per tutti all'aria aperta ma sempre contrastando l'improvvisazione organizzativa che è pericolosa. Per questo i sentieri sono stati oggetto di vari sopralluoghi preventivi, e tutti i camminatori sono stati assicurati e affiancati da guide escursionistiche esperte e da due medici che hanno camminato con gli altri. Nelle ultime tappe c'è stato anche il notevole supporto di Michele Belcastro, esperto cultore di boschi e storie silane che ad ottanta anni compiuti ancora guida il gruppo sui sentieri sui quali è nato e vissuto come fosse un giovanotto. Il gruppo era anche dotato di defibrillatore, medicinali, attrezzatura tecnica; ed anche di cartografia e strumenti gps, con i quali sono stati tracciati tutti i percorsi. Queste tracce saranno poi date all'ente Parco della Sila, che provvederà a tabellare e rendere fruibili quei sentieri, al fine di creare una rete di percorsi per escursionisti, pellegrini e vacanzieri che in ogni momento dell'anno e in piena sicurezza, potranno godere della tante (e poco note) bellezze della Sila, promuovendone lo sviluppo turistico ed economico.
Il successo crescente delle Camminate Gioachimite serve a far conoscere le bellezze naturali dell'altopiano silano, unitamente all'importanza storica e culturale dei territori attraversati, ripercorrendo parte del cammino fatto, in epoca e periodi diversi, da Gioacchino da Fiore, che fu non solo abate ma anche filosofo, illustratore, scrittore, studioso e gran camminatore, che tanta influenza ha avuto nella cultura occidentale, come testimonia la famosa citazione di Dante che lo mette nel Paradiso della Divina Commedia a splendere ("luceami") accanto a lui, come fosse lui ad illuminare e ispirare il poeta con la sua opera e il suo pensiero.
Il cammino ispirato a Gioacchino è però anche una occasione utile per ribadire l'importanza del camminare come attività motoria adatta a tutti, al fine di prevenire e combattere gli effetti negativi dell'ipocinesi. I partecipanti hanno infatti vissuto un'esperienza eccezionale in Sila, nel rispetto della natura e dell'ambiente, portando con sé non solo le emozioni vissute ma anche i rifiuti prodotti lungo il sentiero e rispettando sempre la flora e la fauna dei luoghi.
In questa edizione sono stati visitati luoghi legati alla storia di Gioacchino, come l'Abbazia di Corazzo e la monumentale Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore; ma i partecipanti hanno anche visto e conosciuto spicchi di Calabria poco noti e molti punti di interesse: il bellissimo monte Zingomarro; i resti della chiesetta diruta (1200-1300 circa); ciò che resta delle grandi segherie silane; ruderi di case e torri del passato; i fiumi Corace, Melito e Tassito; acquari secolari; l'acquedotto murattiano del Visconte; la diga mai finita sul Melito; e poi luoghi della memoria, che ricordano la tragedia ferroviaria della fFumarella del '61 e il grave incidente nel lago Ampollino del '54; e tante altre storie, curiosità, luoghi e vicende gelosamente conservati tra le fronde ombrose della montagna. Molte le emozioni e le storie concentrate in cinque giorni, che ora saranno raccontate anche all'estero, visto che al cammino hanno partecipato anche due escursionisti stranieri, una bielorussa e un messicano; quest'ultimo, per la prima volta in Calabria, è rimasto particolarmente sorpreso dalla bellezza incredibile della nostra Sila, forse il più colpito tra tutti i partecipanti della potenza della natura calabrese.
Il Comitato UISP, ormai pulite e riposte le scarpe a posto, è già pronto a lavorare alla quinta edizione del prossimo anno, per far conoscere a tutti altri sentieri, storie e bellezze della stupenda montagna calabrese.
Catanzaro, 18 luglio 2018
Felice Izzi Presidente del Comitato UISP di Catanzaro