Comitato Territoriale

Matera

Lo svizzero che attraversò lo Stivale con gli scarponi

E’ stata questa l’idea di Tom Wyss, svizzero-tedesco di Lucerna, partito il 18 Dicembre da Aosta con in spalla uno zaino da 350 litri, una chitulele (un misto tra una chitarra classica ed un ukulele) ed una borraccia, e giunto l’11 Marzo a Santa Maria di Leuca, per un totale di 1844,6 km ( il GPS non mente) percorsi con la sola forza delle gambe.

Ho avuto la fortuna di incontrarlo a Bari a fine Febbraio, in un ostello nei pressi della stazione, quando non aveva ancora concluso il suo viaggio. Mai avrei creduto che, ultimato il percorso, avrei ancora avuto il piacere di incontrarlo, prima a Taranto poi a Matera, esausto ma felice di raccontarmi la sua storia, da prendere ad esempio per tutti gli amanti dello sport non competitivo.

“ Ho 31 anni e posso ritenermi una persona alquanto fortunata.” mi spiega nel suo ottimo italiano, considerando il fatto che ha iniziato ad impararlo durante il suo pellegrinaggio. “Ho avuto l’opportunità di girare per 4 dei 5 continenti abitati ( mi manca solo l’Oceania), di vedere posti fantastici ( Foresta Amazzonica, le montagne boliviane, la Thailandia, i varani delle Galapagos, i villaggi dell’Africa Centrale), di immergermi in svariati contesti culturali e conoscere gente con mille storie da raccontare. Devo dire però che è stata la prima volta che ho avuto l’opportunità di far leva solamente sulla forza e la tenuta delle mie gambe, potendo senza ombra di dubbio affermare che ha rappresentato un’esperienza del tutto irripetibile”.

Sorride Tom. Ed ha sempre voglia di scherzare. Persona affabilissima e piena d’entusiasmo, nei pochi giorni in cui ho avuto la fortuna di conoscerlo ha dimostrato di sapersi adattare a tutto e di vivere in maniera del tutto spensierata.

“ Quando ho iniziato il mio cammino, in una fredda giornata dicembrina, ho voluto testarmi, mettermi alla prova, ma senza fare grossi progetti. Volevo vedere fin dove le gambe e soprattutto la mente e lo spirito sarebbero riusciti a condurmi. Non è stato di certo tutto rose e fiori (a Pavia ho trovato la neve che mi ha accompagnato per alcuni giorni), anche se devo dire, in sostanza, che il clima non è stato poi così spietato. La cosa più triste, in certi frangenti e specialmente nella prima parte del viaggio, è stata la mancanza di contatto umano, visto che mi capitava spesso di dormire in conventi vuoti. Devo dire però, al tempo stesso, che fino a Roma le spese sono state alquanto ridotte, visto che mi è capitato spesso di mangiare e dormire per una manciata di Euro.”

Il percorso tracciato a mano da Tom, includente destinazioni, kilometraggio e tempo di percorrenza

Andiamo a mangiare all’ Osteria dei Malatesta. Offre lui. Prendiamo degli strozzapreti con pomodori secchi, mollica di pane e peperoncino e come secondo il polpettone. Beviamo del vino della “casa” e la cameriera ci delizia con la sua splendida voce. Tom è affamatissimo. Tra un boccone e l’altro, continua a raccontare:

“ La parte più bella e più interessante del mio viaggio è stata in Toscana, dal Passo della Cisa alla Via Francigena fino a Siena. Lì ho potuto davvero notare l’affabilità e il senso di ospitalità e rispetto nei confronti dei pellegrini. Succedeva spesso di incontrare gente incuriosita dal mio vagabondare, subito pronta ad aiutarmi a trovare vitto e alloggio in pochi minuti. Il cibo era buonissimo, le colline affascinanti ed è lì poi che ho conosciuto l’unico vero compagno di viaggio, un viandante veneto partito da Marina di Pietrasanta, che mi ha accompagnato nel tragitto fino a Siena. Una volta arrivato a Roma, ero ormai convinto di aver concluso il mio percorso. Avevo deciso di restare nella città eterna per 4 giorni per poi prendere un aereo e volare in Grecia o Turchia. Sennonché ……………………..”

Presento Tom ai miei amici. Dopo tre mesi può concedersi un bicchierino in più. La serata è allegra, tutti si divertono, il Mosto è in “fermento”. Lui continua:

“ Il primo giorno nella Capitale mi fermo a chiedere informazioni e, guarda caso, mi capita di parlare nientepopodimeno che con il Presidente del Comitato della Via Francigena del Sud Italia, che mi fornisce numerose indicazioni a riguardo ( ostelli, persone, sentieri), procurandomi inoltre una guida e diversi numeri di telefono utili. E’ soprattutto grazie a lui, dunque, se ho deciso di proseguire il mio percorso, attraversando Lazio, Campania e Puglia, conoscendo tanta gente e rilasciando anche un intervista per un giornale locale a Bitonto.”

Il giorno dopo, Tom rappresenta l’ ”attrazione di punta” del tandem linguistico organizzato dall’ Unibas Store presso l’Osteria dei Malatesta. L’incontro domenicale ha come scopo quello di conoscere gli stranieri presenti in territorio materano ed, al tempo stesso, rappresenta un’opportunità per parlare altri idiomi. Le mie amiche fanno sfoggio del loro francese (non propriamente Versaillese, a voler essere gentili) per rendersi simpatiche agli occhi del pellegrino. Lui non ci fa troppo caso e parla in tedesco con un’altra compagna che invece la lingua la mastica eccome ma che necessita di qualcuno con cui praticarla. La persona giusta al momento giusto.

“ Cercando di trarre un bilancio conclusivo di quest’esperienza, credo in realtà che si sia rivelata più facile del previsto, pur non mancando di certo gli ostacoli e le difficoltà. L’ultima parte del viaggio, quella cioè da Roma in giù, si è rivelata di certo la più dispendiosa, non essendo il Sud Italia ( perlomeno il tratto di strada da me affrontato) fornito di conventi o strutture disponibili a fornire accoglienza con una semplice offerta. Ritengo in sostanza che camminare anche per lunghi tragitti ( non per forza di 2000 km ) rappresenti la forma di sport sostenibile per eccellenza, che in molti potrebbero praticare senza eccessivi problemi. Bisogna solo fare attenzione a seguire uno stile di vita consono ( evitando fumo e alcool, mangiando regolarmente secondo le proprie necessità) e abituare il corpo a normali bioritmi."

"La cosa importante " spiega Tom " è munirsi di GPS, per calcolare le distanze, di mappe di strade secondarie on-line, scaricando sul proprio Smartphone il programma Osmand, e del minimo indispensabile da portare con se ( zaino leggero, borraccia, vestiti essenziali). L’ideale, per supportare un progetto come questo, è partire in primavera o estate. Da questo punto di vista sono stato un po’ sconsiderato, avendo camminato in pieno inverno, ma alla fine la buona sorte mi è stata vicina, permettendomi di trovare un clima sostanzialmente mite. A prescindere, però, la camminata rappresenta un tipo di sforzo più mentale che fisico e, nel mio caso, il pensare di essere uno dei pochi a fare una cosa del genere ed il senso di continua sfida con me stesso ha reso l’impresa certamente più interessante.”


Due giorni dopo arriva il momento dei saluti. Siamo a Bari, in stazione. Nel pomeriggio Tom si recherà a Brindisi per imbarcarsi per Igoumenitsa e continuare il suo viaggio ( stavolta con mezzi pubblici o autostop ) in Grecia e nei Balcani. Ci salutiamo. Promettiamo di rivederci. Lui si allontana. Io lo invidio come non mai.

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