Nazionale

Con l'Uisp un impianto sportivo tornato a disposizione della cittadinanza

"A Garegnano si gioca bene", sul Manifesto di sabato 12 ottobre il racconto della rinascita di un impianto sportivo alla periferia di Milano. Intervista a S. Pucci

 

"A Lampugnano, una polisportiva di provincia è diventata un modello di riferimento tra mutualismo e conti in ordine": l'articolo di Pasquale Coccia, pubblicato sul supplemento Alias a il manifesto di sabato 12 ottobre, racconta la storia esemplare di un impianto sportivo che diventa luogo di aggregazione e punto di ritrovo per una comunità, dai bambini agli anziani.

 

"Prendere i soldi e restituirli per ristrutturare un impianto sportivo che apre le porte al quartiere dalle 8 del mattino fino a mezzanotte. Un’impresa ardita, che va controcorrente rispetto al principio del “chi me lo fa fare” negli ultimi tempi assai in voga tra gli italiani, perché è meglio stare a guardare che reagire - scrive Coccia - Parallelamente alla crisi economica, da un decennio e più a questa parte, abbiamo assistito a un progressivo degrado delle periferie urbane, soprattutto nella grandi e medie città italiane, del quale l’indifferenza degli enti locali, non di rado governati dalla sinistra, è la principale responsabile. A risentire del degrado è soprattutto la qualità della vita degli abitanti dei quartieri popolari, perché è venuta meno la rete dei luoghi di aggregazione sociale, che diventavano anche di discussione politica e di un tempo libero di qualità.

Oggi in alcune realtà periferiche, a volte sono i cittadini che si organizzano dal basso e spesso rappresentano la miglior risposta all’indifferenza politica e all’assenza delle istituzioni. I progetti e la volontà non mancano, lo slancio, però, viene frequentemente frenato dalla mancanza di risorse finanziarie. La risposta al rilancio di iniziative che possano qualificare le periferie e migliorare, nel piccolo, la qualità della vita dei cittadini di un quartiere, non di rado nell’ultimo decennio è venuta dallo sport.

Protagonista del miracolo economico-finanziario è la polisportiva Garegnano, che sorge a Lampugnano, quartiere popolare della periferia di Milano. L’impianto sportivo è di proprietà del Comune di Milano, a lungo gestito poco e male da Milanosport, l’ente che amministra tutti gli impianti sportivi milanesi. Aperto poche ore al giorno, ha finito negli anni per diventare una struttura che cadeva a pezzi e costituire un peso economico per le casse comunali. La polisportiva Garegnano ha partecipato a un bando pubblico indetto dal Comune di Milano nel 2013 e lo ha vinto, rilevando l’impianto per rimetterlo a posto e renderlo attivo, come ci racconta Stefano Pucci, presidente della polisportiva: “L’investimento complessivo è stato di 1 milione e 100 mila euro. Il nostro progetto, prima di ricevere i finanziamenti, è stato vagliato da una società terza rispetto al Comune di Milano, il Consorzio Spin, un’azienda partecipata di Banca Prossima che opera su tutto il territorio nazionale. Il ricorso all’illuminazione a led e alle energie alternative, installando sistemi di termoventilazione che hanno sostituito il consumo di combustibile, dopo un anno ci ha consentito un risparmio di gestione dei costi di 14 mila euro in meno, passando dai 62 mila della vecchia gestione comunale di Milanosport ai 38 mila di oggi, pur tenendo aperti gli impianti sportivi due mesi in più rispetto al passato. Presto dimezzeremo le spese annuali di gestione”.

Dal 2014 quei soldi, oltre alla ristrutturazione delle due palestre, sono stati utilizzati per abbattere le barriere architettoniche, per la messa a norma dell’impianto elettrico, antincendio e tutto quanto riguarda l’ambito della sicurezza, dalla struttura interna alle palestre. Alla zona bar si affianca una sala polivalente di 200 metri quadri che viene messa a disposizione del quartiere, il cui utilizzo non è circoscritto solo ai momenti di discussione sullo sport, ma viene utilizzata anche come luogo di aggregazione e di incontri culturali. Le iniziative promosse dalla Garegnano per gli anziani, dal torneo di burraco ai pomeriggi danzanti, sono seguite dal cineforum, dalle letture pubbliche, dai convegni, dagli incontri di formazione, dalle feste di compleanno per i bambini. A tariffe agevolate concordate con il Comune di Milano, i cittadini che non fanno parte della polisportiva Garegnano possono affittare lo spazio per iniziative sociali.

“Abbiamo uno spazio verde per i campus estivi riservati ai bambini – prosegue Stefano Pucci che è anche presidente regionale dell’Uisp – e due palestre indoor di 800 metri quadri l’una, una per la ginnastica artistica e una per il basket e la pallavolo. In questi spazi si svolgono attività polifunzionali, dalla ginnastica allo yoga, praticate dalla mattina fino al primo pomeriggio e coinvolgono circa 2000 persone che pagano tariffe popolari. Dal tardo pomeriggio fino a mezzanotte e mezza le palestre sono occupate dalle numerose squadre di pallavolo, pallacanestro e dalle squadre della ginnastica artistica per gli allenamenti e per le gare di campionato. Gli anziani pagano tra i 150 e i 180 euro all’anno, a seconda del tipo di corso, i bambini tra 150 e 300 euro all’anno. La Garegnano ha un sistema mutuale, quando le persone non sono nelle condizioni economiche di sostenere le tariffe per l’iscrizione ai corsi, interveniamo per integrare la somma. I corsi rappresentano anche occasione di lavoro per una quarantina di istruttori laureati in Scienze motorie, che lavorano a tempo pieno o parziale”.

La polisportiva Garegnano, ha avuto in concessione dal Comune di Milano l’impianto sportivo fino al 2032, la gestione oculata dei conti e il ricorso a energie alternative hanno dimostrato che gli impianti sportivi possono costituire un importante luogo di aggregazione e i suoi dirigenti dovrebbero essere presi a modello non solo per l’oculatezza dimostrata nella gestione delle risorse economiche, ma anche per la restituzione dei soldi alla banca in tempi stretti rispetto a quelli prefissati. Il valore sociale della Garegnano non ha prezzo, non solo perché consente a circa duemila persone di svolgere un’attività fisica a prezzi accessibili, ma soprattutto per aver aperto al quartiere un impianto sportivo che cadeva a pezzi, frutto dell’incuria delle istituzioni pubbliche".

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