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Manco, Uisp: “Il futuro governo dia risposte efficaci e tempestive”

Vincenzo Manco, presidente Uisp: "Il riconoscimento del protagonismo dello sport di promozione sociale come motore di sviluppo, non è più rinviabile"

 

L’Uisp sta seguendo con tutta l’attenzione necessaria questa delicatissima fase che sta attraversando il nostro Paese, sia sul piano istituzionale, sia politico. Ancora una volta il sistema dei partiti ha mostrato tutta la debolezza che si porta dietro da lunghi anni, poiché continua a rinviare la questione centrale che deve riguardare chi si candida a rappresentare insediamenti sociali, forze produttive, il mondo del lavoro, il civismo organizzato. Ovvero: dove si vuole portare il sistema Paese dopo questa terribile pandemia?

L’Uisp non vuole sottrarsi a questa discussione e attraverso una propria autonoma azione ed insieme alle forze più rappresentative del terzo settore italiano prova a dare il proprio contributo nel cercare di rappresentare il bisogno di avere un respiro lungo. Per uscire da questa crisi con un rinnovato programma di governo per il nostro Paese che sappia ridisegnare i contorni di un'idea di progresso in cui tutti, nel prossimo futuro, possano immaginare una migliore qualità della vita di tutte e tutti. 

Il Recovery Fund, a nostro avviso, deve essere l'occasione proprio per fare questo. Per ridisegnare cioè un perimetro nel quale collocare una visione futura di società innanzitutto inclusiva, che non lasci indietro nessuno. Il tema della coesione, che è uno degli asset intorno al quale va ripreso e rilanciato il lavoro da fare sul documento, non può che essere affrontato provando a capovolgere il paradigma che fino ad oggi ha guidato l'economia, la politica e l'idea stessa della rappresentanza. E che ha finito per allargare la forbice delle varie disuguaglianze.

Già prima della terribile pandemia, che continua a mostrare i suoi tragici effetti, si era prodotta anche una profonda lacerazione culturale, non solo politica ed economica, tra i ceti deboli e quelli forti che ha determinato una frantumazione dei legami sociali. La crisi sanitaria semmai, ha scavato ancora più nel profondo di questa realtà. Il prossimo governo che è alle porte non potrà sottrarsi dall'idea di uno Stato rifondato, che deve riprendere e dare centralità all'idea di programmazione, a partire da una rinnovata visione sui temi del welfare e del lavoro sino a quelli della progressività fiscale, dell'istruzione e dell'idea di formazione complessivamente intesa. Dovrà guardare alla lotta alle disuguaglianze come presupposto allo sviluppo e non come processo riparatore delle fratture sociali.

Allora, attivare interventi per una economia giusta e per una società resiliente e sostenibile vuol dire anche riconoscere al terzo settore un ruolo particolarmente significativo nello scenario dei cambiamenti e delle trasformazioni che stanno incidendo sulla vita delle persone. Proprio le organizzazioni di cittadinanza attiva possono dare il proprio contributo nella ricostruzione di comunità più forti e coese, grazie al modello di creazione di valore che le contraddistingue. Occorre dare finalmente centralità al tema del sociale che genera sviluppo, poiché sta nella capacità di quei corpi intermedi suggerire e trovare soluzioni, promuovere comunità e legami, rispondere a bisogni e aspirazioni.

A pieno titolo, nel mondo del terzo settore italiano, ci sono le circa centomila associazioni e società sportive che animano la grande rete della cultura motoria e dello sport che produce salute e benessere di comunità, e di cui l’Uisp è uno dei principali protagonisti. Realtà che necessitano di un sistema sportivo riformato, affinché si possano rompere i privilegi e le risorse vengano investite sul territorio e non sugli apparati. Con la valorizzazione di quella promozione sportiva che da anni ha aperto la sfida della trasparenza e della correttezza nei confronti delle proprie affiliate. Quelle che oggi maggiormente lanciano un grido di forte sofferenza, un bisogno di attenzione, richieste di sostegni e interventi strutturali futuri. Affinché tutto quel capitale sociale, relazionale, rappresentato dalle tante attività, che oggi purtroppo sono ferme ma che prima della pandemia hanno animato tutti i giorni il nostro territorio nazionale, non sia disperso e dimenticato nella programmazione della ripartenza.

Proprio per tale motivo crediamo che la riapertura degli impianti sportivi, di palestre e piscine, non debba determinare ancora un maggiore aggravio di costi. Ma piuttosto possa mettere tutti i soggetti sportivi nelle condizioni di promuovere le attività in sicurezza e nel rispetto dei protocolli, come la Uisp e tutte le nostre affiliate hanno sempre scelto di fare, coerentemente con la responsabilità sociale che avvertiamo in tutte le nostre proposte associative.

Il protagonismo dello sport di promozione sociale come motore di sviluppo sociale non è più rinviabile. Il nostro auspicio è che il governo che sta per nascere sappia dare risposte efficaci e tempestive in tal senso. Ce n'è bisogno non solo per il bene dello sport, ma soprattutto per il benessere dell'intero Paese.  

Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp

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