Nazionale

L'Uisp e il 25 aprile: i contributi di Senatori e Giuntini

Lo studioso dello sport, Sergio Giuntini, e Luciano Senatori, storico dirigente Uisp, ricostruiscono per noi il filo che lega lo sport Uisp a memoria e Liberazione

 

Il 25 aprile, festa della Liberazione, è per l’Uisp un riferimento di valori sportivi e democratici da festeggiare ogni anno. L’Uisp è nata nel 1948, come la Costituzione italiana, che ne è diventata ispiratore nel lavoro quotidiano di lotta alle disuguaglianze, lotta per l’affermazione dei diritti ed impegno costante per l’emancipazione e le pari opportunità di tutte le persone. Proprio per legare questa importante ricorrenza alla storia dell’Uisp abbiamo chiesto a due esperti di condividere il loro ricordo con Uispress. Pubblichiamo così due brevi articoli di Sergio Giuntini, studioso dello sport, e Luciano Senatori, storico dirigente Uisp, che hanno proposto una loro interpretazione e valorizzazione di questa giornata, dentro la memoria e le prospettive dell’associazione dello sport per tutti.

 

“Il 25  aprile è la festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, è anche la festa dell’Uisp perché nel significato profondo di quella data affonda le sue radici – scrive Luciano Senatori - La premessa dello Statuto recita: “L’Uisp è un’Associazione nazionale antifascista e antirazzista”. Nei primi anni ‘40 sono i giovani e le ragazze antifascisti, intellettuali, docenti, studenti, lavoratori, operai, i promotori del Fronte della Gioventù, prima aggregazione libera e democratica dopo  il ventennio fascista, che si schiera con le formazioni partigiane combattenti del Comitato di Liberazione Nazionale. Al Fronte si affianca l’Associazione Ragazze Italiane emanazione del “Gruppo difesa della donna”, associazione femminile direttamente impegnata nella lotta partigiana. Combattono e ed elaborano un programma politico-culturale per la ripresa della vita civile libera e democratica nei territori liberati dall'esercito anglo-americano. Giovani appartenenti a tutte le formazioni politiche uscite dalla clandestinità dopo l’8 settembre 1943 danno vita ad un movimento associativo unitario per avviare e sostenere attività sociali, culturali, ricreative e sportive. Nonostante le macerie, la precaria situazione sanitaria, le difficoltà alimentari, la disoccupazione di massa, il Fronte programma, insieme alle iniziative per il lavoro e lo studio, un ventaglio di attività di tempo libero e tra queste l’attività sportiva. Lo sport è considerato un’attività importante per la tenuta e la ricomposizione d'intere comunità. Stupisce l’impegno di giovani e ragazze per la ripresa delle attività sportive: da questo  movimento si formano i comitati per lo sport popolare e nel 1948 nasce l’Uisp”.

“Dopo 75 anni – conclude Luciano Senatori - in modi e forme diverse, non dovremmo sottovalutare l’esigenza di un vasto movimento unitario di liberazione, prima di tutto per fermare il ritorno di ideologie e forze organizzate nazifasciste, un movimento di: Liberazione dalla povertà e dalle disuguaglianze di razza, di genere, di generazioni; Liberazione dall’egoismo dilagante e dalle ingiustizie sociali; Liberazione dai troppi vincoli e dalle pastoie burocratiche culturali e normative che frenano le attività sociali di formazione fisica e ludico sportive. È utopia? È una nuova resistenza per difendere ed applicare nella sua interezza la Costituzione italiana a cui l’Uisp s’ispira”.

 

Sergio Giuntini, parte da alcune pagine de Il discobolo, la pubblicazione dell’Uisp, per ricostruire il collegamento fra sport, memoria e Liberazione: “Quel prezioso archivio di memorie dell’Uisp rappresentato dalle pagine del “Discobolo” offre sempre occasioni per riscoprirne il passato e trovare conferme alle scelte del presente – scrive Giuntini - Nel numero dell’aprile-maggio 1968, all’interno della rubrica “Gli scambi internazionali”, spiccava un breve articolo dedicato al “Gran Premio della Liberazione” di ciclismo, disputato a Roma: il più classico e antico (1946) degli eventi sportivi, tuttora presente nel calendario nazionale, promossi dall’Uisp a fianco del giornale “l’Unità” a celebrazione della giornata del 25 aprile”.

Ve lo riproponiamo qui integralmente: “È stata una magnifica giornata di sport, che ha avuto un degno vincitore nell’azzurro Rota: questa XXIII edizione del “Gran Premio della Liberazione” non poteva proprio avere svolgimento più soddisfacente. Campo di partenti agguerritissimo, con tutti i migliori italiani presenti. Due sono le squadre ufficiali schierate dalla Federazione, quella che parteciperà alla Varsavia-Berlino-Praga e quella del Giro del Belgio. Fra gli stranieri, Sovietici, Polacchi, Cecoslovacchi, Rumeni, Bulgari e Danesi sono presenti alla corsa, invitati tramite l’Uisp, e anche se solo pochi riusciranno a mettersi in luce, va dato atto che diversità di clima, di preparazione (i nostri sono già in attività da circa due mesi), unite alla fatica del viaggio, sono stati handicap non indifferenti. Lo dimostra il fatto che, a pochi giorni di distanza, molti di questi, correndo sempre in Italia in altre manifestazioni, hanno riportato brillanti risultati. Tra l’altro il CT Rimedio era presente alla gara per avere delle indicazioni sullo stato di forma degli azzurri. Vittoria di Rota a parte queste saranno al termine più che lusinghiere, considerando che molti di loro si sono messi in luce. Fra tutti Conti, Pigato, Pecchielan, Gattafoni e Mantovani. La manifestazione inclusa nei programmi di attività del XX dell’Uisp non poteva quindi avere migliore conclusione”.

Oggi, come allora, la data del 25 aprile continua a costituire un momento fondamentale della storia dell’Uisp – conclude Giuntini - L’Unione stessa è un portato della Resistenza. Ponendosi in linea di continuità con il “Fronte della Gioventù”, l’organizzazione unitaria giovanile antifascista che partecipò attivamente al movimento di liberazione nazionale, ne ha ereditato i valori incancellabili. Uguaglianza e giustizia sociale, diritti, democrazia. Gli stessi principi costituzionali che, aggiornati, l’Uisp di oggi non cessa di perseguire e difendere con grande passione e impegno”. (A cura di Elena Fiorani)

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