Nazionale

L'Uisp sulla Rai: Vincenzo Manco sul 25 novembre e la riforma dello sport

Il presidente nazionale Uisp alla trasmissione "Palla al centro", condotta da Sandro Fioravanti, sulla Giornata contro la violenza sulle donne

 

Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp, è intervenuto nella mattinata del 25 novembre dai microfoni di Radio1 Sport, per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, intervistato da Sandro Fioravanti. Manco ha illustrato le iniziative Uisp in varie città e l’impegno dell’associazione sul tema dei diritti delle donne e della parità di genere. Manco è intervenuto anche sui temi della riforma dello sport.

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"In tutta la nostra storia abbiamo sempre inciso con azioni concrete, progetti, attività, formazione, per la costruzione di una diversa cultura sportiva che fosse più inclusiva e assolutamente paritaria - ha detto Manco - Dobbiamo, noi per primi, aumentare e investire in cultura inclusiva ma anche costruire reti: abbiamo un rapporto diretto con l’associazione GIULIA-GIornaliste Unite LIbere Autonome sul linguaggio, contro gli utilizzi sessisti o violenti, e con D.i.Re Donne in Rete contro la violenza. C'è la necessità da parte del mondo sportivo di contaminarsi, crediamo che lavorare in rete sia un modo per evidenziare il problema ma anche per trovare soluzioni comuni. E' arrivato il momento di creare le condizioni, tutti e soprattutto coloro che sono responsabili di organismi sportivi, di declinare costantemente opportunità e formazione sulla parità di genere, per lavorare sull'autostima, sul rispetto di sè e del proprio corpo, nel rapporto con gli operatori e i dirigenti. Se facciamo questo, in un sistema di rete, riusciremo a raggiungere risultati che sono ormai necessari, e che sono un obiettivo di civiltà per il nostro Paese".

Sulla riforma dello sport, Manco ha aggiunto: “Se si perde l’occasione, come pare essere dopo il Consiglio dei ministri, di avere una riforma della governance del sistema sportivo italiano, sarebbe un'occasione persa per l’intero paese di ammodernare questo settore e costruire i presupposti per liberare le migliori energie dell’associazionismo sportivo italiano. Il sistema italiano è ancora molto chiuso ha bisogno di aprirsi, ci sarebbe la volontà di tutti, non solo dell'Uisp e di altri Enti di promozione sportiva, ma la riforma non riesce ad arrivare a una conclusione. Sottolineiamo questo grave ritardo che ancora di più accentuerà la percentuale di sedentari del nostro paese, che è già alta, invece avremmo bisogno di cambiare anche la redistribuzione delle risorse su tutti gli organismi sportivi, tra cui lo sport di base, e la possibilità di incentivare una cultura sportiva moderna che guardi all’Europa".

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