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L'Uisp sulla Treccani con Grazia Pinna e la storia delle donne arbitre

La cultura si cambia a piccoli passi: la giornalista Mara Cinquepalmi, sul prestigioso sito, racconta “Le donne in nero che conquistano il calcio” 

 

Il magazine “Atlante. Magazine del sapere” del portale Treccani, ha pubblicato un nuovo contributo redatto dalla giornalista Mara Cinquepalmi, dal titolo “Le donne in nero che conquistano il calcio”, che mette al centro la storia di Grazia Pinna, prima arbitra donna del calcio italiano formatasi nell’Uisp. “Sabato 17 febbraio 1979 alla periferia di Firenze si scrive la storia - scrive Cinqupalmi - Grazia Pinna, 36 anni, arbitra l’incontro tra Colonnata e Fiorenza, partita del campionato Piccoli azzurri della UISP (Unione italiana sport per tutti). Grazia Pinna è stata la prima arbitra, anche se la sua carriera si è svolta solo nei campionati giovanili per quindici anni. La sua storia nasce da una sfida. All’epoca Grazia Pinna è la presidente di un’associazione sportiva che ha una squadra di calcio. «Gli arbitri ce l’avevano con noi, mi arrabbiavo. Mi dissero “Invece di brontolare perché non fai l’arbitro così te ne accorgi?”. “Mi sfidate”, gli risposi». Così Pinna scopre che la Uisp organizza un corso per arbitri e si iscrive. Per i giornali Grazia Pinna, vedova e madre di due figli, è la donna che rompe un tabù, ma la stampa fatica a non incappare negli stereotipi”.

Recentemente Pinna è stata ospite della trasmissione "Da noi ...a ruota libera" di Rai1, raccontando la sua esperienza di prima donna arbitro, formata alla Uisp GUARDA IL VIDEO

Oggi abbiamo Stephanie Frappart che ha rotto il soffitto di cristallo, prima donna a dirigere la Supercoppa europea di calcio maschile il 14 agosto 2019 - prosegue l’articolo - e prima donna ad arbitrare una partita di Champions League nel novembre 2020. Anche il Super Bowl, la finale del campionato della National Football League (NFL), ha visto esordire una donna nell’arbitraggio: è toccato poche settimane fa alla quarantasettenne Sarah Thomas, arbitra a tempo pieno nella NFL dal 2015. C’è chi come il presidente dell’Aia Alfredo Trentalange conta di riuscire a vedere una donna dirigere in serie A «nel giro di due anni»”.

“Persino una pubblicità che va in onda in queste settimane in TV evoca quella dell’arbitra come una reale possibilità per una bimba tanto che il claim recita “Know you can” e nello spot scorrono, tra le altre, le immagini della maratona di Boston nel 1967, quando per la prima volta partecipa una donna, fino a quelle di una donna che arbitra una partita. «Quando hai fiducia in te stesso, puoi andare lontano», si legge nello spot.

Così dopo le calciatrici, sono stati diversi gli spot che hanno puntato su questo, ora le bimbe possono seguire le orme delle donne col fischietto. Un mestiere, però, che nel calcio italiano è ancora appannaggio degli uomini. Sono ancora una volta i numeri a parlare. Secondo i dati del Report calcio 2020 della FIGC, i tesserati AIA - Associazione Italiana Arbitri al 2018-19 sono 31.534: 29.819 uomini e 1.715 donne. Ad esempio, nella fascia di età 35-39 anni gli arbitri sono 2.242 e le arbitre 91. L’Italia, però, è seconda in Europa per numero di arbitre.

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