Nazionale

Servizio civile: l'esperienza di Pierluigi nella comunicazione sociale e sportiva

"Un anno speciale nel segno della formazione e dell'apprendimento": le impressioni di un operatore in servizio civile nel mondo dello sport sociale

 

Comunicazione e servizio civile: Rai Parlamento ha trasmesso un servizio con l'esperienza di Pierluigi Lantieri, 21 anni, studente universitario alla Sapienza di Roma, in servizio civile presso Uisp Nazionale, con il progetto "Comunicare e organizzare lo sportpertutti". "Un'occasione per passare dalla teoria alla pratica": dice così Pierluigi nel corso dell'intervista. Gli abbiamo chiesto di raccontarci con qualche dettaglio in più la sua esperienza.

Coltivare l'inesperienza fino a diventarne padrone e renderla conoscenza. Vivere un anno speciale nel segno della formazione e dell'apprendimento. Se fosse un incontro sportivo sarebbero queste le principali azioni del mio servizio civile in corso presso la sede nazionale dell'Uisp, dove, con il progetto "Comunicare e organizzare lo sportpertutti", collaboro con l'ufficio stampa Uisp Nazionale raccontando attività, iniziative e storie di sport sociale.

Un'esperienza inedita in una realtà mai esplorata prima, che ho imparato a conoscere giorno dopo giorno grazie ad articoli, foto, video, rassegne stampa effettuate e numerose attività svolte sul campo. A distanza di dieci mesi dall'inizio di questa avventura, posso descrivere con consapevolezza l'importanza del terzo settore, dell'associazionismo e il valore della promozione sociale e sportiva. Così è accaduto quando ho raccontato brevemente la mia esperienza ai microfoni di Rai Parlamento che ha realizzato un servizio andato in onda nella tarda serata di lunedì 21 ottobre in apertura della trasmissione "Filo Diretto", in onda su Rai Tre. 

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Come ho detto nel corso dell'intervista la maggiore motivazione che mi ha spinto nel cuore della comunicazione sociale e sportiva è stata la voglia di mettermi in gioco, di cominciare un duro allenamento che spero mi porterà presto nel settore del giornalismo professionistico.

In questi mesi ho avuto la possibilità di entrare in contatto con le mie aspirazioni. Ho infranto i confini che separano la teoria che sto approfondendo all’Università con la pratica reale. Questa distanza che esiste tra formazione accademica e lavoro quotidiano credo sia un problema cruciale nel nostro Paese soprattutto in riferimento ad alcune discipline. La comunicazione è un esempio di questo divario. Ogni percorso formativo necessita di fondamenti teorici. Sotto questo punto di vista le scienze della comunicazione presentano un'ampia offerta formativa con approfondimenti in numerosi campi (forse troppi). I passaggi dalla sociologia alla psicologia, dal diritto all'economia sono giustificati dalla presenza massiccia della materia in ogni angolo della società. Ma con l'evoluzione di quest'ultima e la rivoluzione digitale, la comunicazione è profondamente radicata nelle dinamiche quotidiane. E chissà che in futuro questa condizione non sia ancora più accentuata. Dunque, per questa sua natura pratica ritengo che oltre ai concetti assimilati, la preparazione dovrebbe fondarsi in larga parte su insegnamenti ed esperienze sul campo che finora non rientrano nella formazione accademica di base.

Le mie attività all'interno dell'ufficio stampa nazionale Uisp hanno fatto emergere queste evidenze. Sono stato coinvolto in numerose manifestazioni che mi hanno permesso di mettermi alla prova. Così ho raccontato giornate di diverso genere svolte in contesti particolari. Per citarne solo alcune: i Mondiali Antirazzisti di Bosco Albergati (Mo), la Discesa internazionale del Tevere, Vivicittà all'interno del carcere di Rebibbia e Matti per il calcio a Montecatini Terme (Pt). In queste e tante altre occasioni ho avuto la soddisfazione di lavorare insieme a giornalisti ed esperti della comunicazione dai quali ho appreso molto. Ho avuto sempre la consapevolezza che ogni singola esperienza fosse speciale per il mio percorso, con la coscienza che la sola formazione universitaria non mi sarebbe bastata.

Inoltre sono orgoglioso e pienamente soddisfatto per tutte le attività che ho sempre cercato di svolgere con intraprendenza, in un settore che complessivamente vedo in profonda trasformazione e crisi. La selezione delle figure professionali e il loro adattamento, spesso coatto, alle veloci trasformazioni in atto mettono in discussione l'autonomia e il ruolo del giornalista. Occorre dunque affinare la propria preparazione per risultare competitivi in questo genere di mercato.

Perciò consiglio di cercare opportunità attraverso il servizio civile a chiunque abbia la mia stessa passione. Ai ragazzi che come me progettano un futuro nella comunicazione, negli uffici stampa, nel giornalismo. In questo senso l'esperienza del servizio civile può intendersi come utilissima formazione aggiuntiva, sia di tipo professionale, sia di tipo valoriale. Ritengo molto importante incoraggiare i giovani a vivere un anno di arricchimento culturale, di cooperazione verso la comunità, di senso civico, di pratica rispetto alle proprie competenze, così come ci è stato più volte trasmesso  da Arci Servizio Civile Roma, alla quale il mio progetto Uisp fa riferimento. Anzi, il mio auspicio è che nei prossimi anni il servizio civile acquisisca maggiore rilevanza all'interno dell'opinione pubblica e sia sempre più diffuso tra i giovani. É questo il senso del mio anno al servizio dello sport sociale. (di Pierluigi Lantieri)

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