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Sport per tutti in Francia: la Fsgt racconta la sua "femminilizzazione"

Il mensile “Sport et Plein Air” di ottobre dedicato alle donne: "Lo sport è un diritto per tutte e tutti”. Le vittime di stereotipi possono reagire con lo sport

 

Il mensile “Sport et plein air” di ottobre, che tratta di sport sociale e per tutti in Francia ed edito dalla Fsgt, associazione che collabora in molte occasioni con l’Uisp, è dedicato alle donne nello sport e ai loro diritti. Lo strillo in copertina è inequivocabile e utilizza un gioco di parole: “La Fsgt prosegue la sua femminilizzazione!”.

La Fsgt apre con la presentazione della stagione sportiva 2019/2020 ribadendo la volontà di proseguire il proprio impegno per sviluppare uno sport sociale, popolare ed emancipato. Con una evidenziazione molto chiara nell’occhiello: “Lo sport è un diritto per tutte e per tutti”.

Sul fronte delle disuguaglianze una partita significativa si gioca contro le differenze di genere nello sport. L'associazione transalpina, con un articolo di Antoine Aubry, dedica da sempre particolare attenzione alla tematica delle pari opportunità,  organizzando numerose iniziative sul territorio.

Nel numero del quale parliamo, che in copertina presenta una giocatrice di rugby abbigliata con vestiti di uso quotidiano, viene messa in risalto la disparità tra donne e uomini nella pratica sportiva e gli strumenti adottati dall'associazione francese per ridurla. Tra gli eventi più prestigiosi organizzati  rientra sicuramente la prima edizione del Festi'Elles svolto l'8 giugno a Tremblay-en-France. L'obiettivo del Festival è di abbattere gli stereotipi di genere nello sport attraverso la pratica di una serie di discipline considerate adatte a soli uomini. In questo modo è stata offerta gratuitamente a circa 150 donne la possibilità di affacciarsi a realtà come gli sport da combattimento, calcio, baseball e football americano. Una dimostrazione che le donne sono in grado di praticare ogni genere di sport. Basta solo aprire loro le porte di palestre e campi da gioco.

Ma esempi di buone pratiche sono già radicati nella rete associativa della Fsgt. Ne è una prova l'associazione di Muay-thai, una attività di combattimento dalle radici orientali, che si chiama Galaxy Gim Épinal del dipartimento dei Vosgi, ad este della Francia, che negli anni '90 contava una donna su venti uomini e oggi presenta il 43% di ragazze sul totale complessivo di atleti tesserati. Un cambiamento radicale frutto di un importante opera di promozione nelle scuole, nei quartieri e nelle diverse aree del territorio. Allo stesso modo anche l' "Aquateam Kaysersberg", società che si occupa di attività subacquee situata nell'Alto Reno cerca di coinvolgere una maggiore platea femminile grazie all'organizzazione di giornate speciali chiamate "femmes et plongée". Attualmente la società sportiva ha già il 45% di donne tesserate, ma la volontà è quella di aumentare la partecipazione  di atlete e istruttrici.

Un articolo di Nicolas Kssis si sofferma sulle questioni di genere nello “sport specchio della società” e sottolinea come le persone vittime di stereotipi e violenze di genere possono reagire attraverso lo sport. L’articolo fa riferimento in modo particolare all’icona della nazionale di calcio femminile Megan Rapinoe che nel corso dei Mondiali di calcio femminile ha esibito la sua omosessualità come simbolo di libertà ed emancipazione. (a cura di Pierluigi Lantieri)

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