Nazionale

Uisp Trentino: siamo tutti Fuorigioco

On line il video finale del progetto che ha messo in campo, insieme, persone con e senza disabilità, all’insegna dell’inclusione

 

“Lo sport che immaginiamo e pratichiamo è quello che mette al centro la persona, le sue diverse abilità, la sua passione, la sua voglia di stare insieme e di stare bene”. Così Roberta Lochi, direttrice dell’Uisp Trentino, presenta il campionato di calcio Fuorigioco, un'esperienza nata nel 2011 proprio partendo dalla convinzione che "nello sport" e "attraverso lo sport" si debba realizzare l'inclusione sociale, consentendo l'accesso alla pratica sportiva a persone che nelle filiere agonistiche tradizionali non ne avrebbero la possibilità e che, con lo sport, possono recuperare dignità e partecipazione sociale.

Nato nel campo specifico della salute mentale, in stretta collaborazione con il Centro di salute mentale di Trento, Fuorigioco in seguito ha aperto il proprio orizzonte a chiunque riconosca nel gioco del calcio un'opportunità di benessere, socializzazione e inclusione. Il progetto è mosso dalla volontà di non isolare le "diversità", di non creare luoghi protetti e circoscritti, ma di aprire spazi di gioco tra persone che, a prescindere dalla storia di vita personale, vogliano condividere luoghi dove praticare uguaglianza e condivisione.

Dall’esperienza del campionato è stato tratto un video, realizzato da Yummi Media, con le voci, i sorrisi e le emozioni dei partecipanti all’iniziativa. GUARDA IL VIDEO

“In realtà forse Fuorigioco è l'esatto opposto di quello che dice il nome: è stare tutti insieme, tutti dentro al gioco del calcio, usandolo come motore per conoscere realtà e persone diverse su un campo da calcio”, è la sintesi di Alessandro, psicologo dello sport. Invece, Corrado, il papà di Matteo, uno dei ragazzi Fuorigioco, sottolinea gli effetti dell’iniziativa: “L'importante è che mio figlio faccia sport, si diverta e faccia un po' di movimento. Quando torna a casa sono felice perché mi dice che è stato contento e gli piace. All'inizio dice ‘no, non vado’, poi  quando torna è tutto felice”.

Nella consapevolezza che sono i regolamenti sportivi a doversi adattare alle persone e non viceversa, il campionato Fuorigioco si è dato un proprio regolamento, adattando le norme del calcio alle esigenze e alle abilità delle persone che lo praticano. Il campionato prevede la presenza di squadre composte da 6 giocatori (5+1) con la presenza nel gruppo di almeno 6 utenti per squadra e 3 volontari. Il portiere può prendere la palla con le mani, in caso di retropassaggio. Nelle partite in cui la differenza tecnica è rilevante,  è obbligatorio per la squadra in vantaggio, superata una differenza reti  di 3 gol, togliere un operatore o per chi perde aggiungerne uno.

L’Uisp crede che lo sport sia uno strumento fantastico per socializzare e per favorire l'acquisizione di una dimensione di gruppo, e abbia una enorme capacità aggregativa, in grado di contrastare la tendenza all'isolamento delle persone”, dice Delia Belloni, operatrice del progetto.

Il torneo ha avuto inizio il 13 novembre, con una prima fase che ha previsto dei momenti formativi rivolti a operatori sportivi e sociali, arbitri e facilitatori, allo scopo di formare una equipe di persone che in seguito ha seguito direttamente gli incontri di gioco con competenze non solo tecnico/sportive, ma anche sociali, educative, psicologiche. In una seconda fase si sono svolte le partite di calcio che hanno viste coinvolte alcune realtà del terzo settore impegnate nel campo della salute mentale e del disagio sociale quali Estuario, Giochiamo Davvero, Il Noce e tanti ragazzi volontari che hanno voluto praticare il gioco del calcio, in un’ottica di socializzazione e divertimento. (Fonte: Uisp Trentino, a cura di Elena Fiorani)

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