Nazionale

Per un calcio senza discriminazioni: al via #KeepRacismOut

L'Uisp è partner della campagna lanciata da Unar e Lega Serie A. Gli obìettivi: intraprendere azioni concrete di contrasto al razzismo nello sport

 

Martedì 15 dicembre si è svolto, in modalità digitale, il primo workshop internazionale “#KeepRacismOut: uniti per un calcio senza discriminazioni”, organizzato dalla Lega Serie A in collaborazione con UNAR-Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la partecipazione dei rappresentanti di tutte le Società di Serie A, di Sebastien Frey e il coinvolgimento di una serie di partner, a cominciare dall'Uisp che nel luglio scorso, insieme a Unar e Lunaria, ha dato vita all'Osservatorio contro le discriminazioni nello sport.

Gli altri partner della campagna #KeepRacismOut sono: Fare Network, Rocnation Sports, Figc, Angelipress e Licra.

Il workshop, coordinato da Piara Powar, direttore esecutivo di FARE Network, e presentato da Paola Severini Melograni, fondatrice e direttrice dell’agenzia Angelipress, si è aperto alle 10 con i saluti istituzionali da parte di Luigi De Siervo, amministratore delegato di Lega Serie A, Triantafillos Loukarelis, direttore generale dell’UNAR e dello stesso Piara Powar.

“Il calcio nel nostro Paese ha sempre avuto un ruolo sociale importante - ha detto Luigi De Siervo, amministratore delegato di Lega Serie A - Sappiamo di avere una grande responsabilità in questo percorso comune per contrastare un fenomeno drammatico come il razzismo e siamo pronti a fare la nostra parte poiché la lotta alle discriminazioni rappresenta uno dei pilastri delle attività per la Responsabilità sociale d'impresa (CSR) della Lega Serie A. Questo workshop è il primo di una serie di incontri che verranno dedicati ai vari progetti valoriali in cui la Lega Serie A ha deciso di identificarsi”.

Per Triantafillos Loukarelis, direttore generale Unar: “L’Osservatorio nazionale contro le discriminazioni nello sport rappresenta un fiore all’occhiello per il nostro Paese. Abbiamo registrato l’adesione da parte di tutte le Federazioni sportive, con l’obiettivo di lavorare insieme per prevenire episodi di razzismo e ridare allo sport il suo vero valore, quello educativo, di integrazione e accoglienza. Il calcio rappresenta un esempio culturale per i giovani, i comportamenti dei calciatori vengono presi come modello e sono sempre sotto osservazione. È fondamentale quindi il loro supporto in questo percorso comune”.

Piara Powar, direttore esecutivo di Fare Network ha aggiunto: “Il razzismo non è un problema solo italiano, ma riguarda il mondo del calcio in tutti i Paesi in cui si svolge. In Italia servono misure più efficaci per contrastarlo e questo workshop rappresenta un primo importante passo per capire quali misure i Club possono adottare nei prossimi mesi e anni. Sappiamo che il percorso sarà lungo e faticoso, dobbiamo lavorare fin da subito per costruire uno sport che rappresenti la nuova demografia inclusiva europea. Ringrazio la Lega Serie A per aver condiviso la necessità di affrontare tematiche così importanti, il calcio italiano rappresenta un’eccellenza mondiale e siamo convinti di avere la forza per raggiungere il nostro traguardo”.

Nel corso della giornata i partecipanti hanno quindi aderito a tre tavoli di lavoro, ai quali hanno preso parte per l'Uisp Carlo Balestri, Daniela Conti e Raffaella Chiodo, con il ruolo di facilitatori. Nel tavolo “Prevenzione & educazione dei tifosi”, sono stati forniti esempi pratici relativi alle attività intraprese dai club, focalizzandosi poi su cinque punti di azione: individuazione di obiettivi chiari partendo dalla tolleranza zero nei confronti del razzismo; stesura di linee guida per prevenire gli incidenti all’interno dello stadio; necessità di un dialogo attivo con i tifosi, utilizzando i social media per diffondere messaggi efficaci; applicazione di un protocollo condiviso per capire come reagire a episodi di razzismo; campagne di educazione dedicate ai tifosi e alle nuove generazioni.

Dal tavolo "Affrontare gli incidenti", è emersa la necessità di rafforzare il protocollo attualmente in vigore per agire in modo rigido e predefinito in caso di episodi di razzismo. Servono provvedimenti duri nei confronti dei responsabili, fornendo ai Club una tecnologia adeguata per individuarli. Fondamentale sarà, inoltre, formare tutti gli stakeholders, media compresi, coinvolgendo anche i calciatori per veicolare messaggi positivi e di ferma condanna agli episodi di razzismo.

Nel terzo tavolo,"Community", i club hanno presentato i progetti che già svolgono di inclusione e integrazione sul proprio territorio. Sono stati individuati tre punti di azione fondamentali: organizzare un’attività di formazione rivolta ai responsabili dei club per veicolare un messaggio positivo all’esterno, soprattutto alle nuove generazioni; facilitare la programmazione progettuale delle buone prassi attuate dai club e analisi dei benchmark europei; rafforzare la comunicazione per fare rete e far conoscere i progetti e le attività di inclusione realizzati dai club sul loro territorio.

Il workshop ha quindi rappresentato un importante momento di discussione e confronto, con l’obiettivo comune di migliorare i regolamenti attualmente in vigore per renderli più efficaci e per individuare azioni concrete di contrasto verso i fenomeni discriminatori nel mondo del calcio, senza dimenticare la necessità di elaborare un piano di comunicazione per coinvolgere tutti gli stakeholders attraverso campagne di sensibilizzazione. Questo primo meeting darà seguito a nuovi tavoli di lavoro e ad incontri periodici con i referenti dei Club di Serie A sul tema CSR e razzismo. (a cura di Elena Fiorani)

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