Lo sci come mezzo di locomozione nacque dall'esigenza dei popoli nordici e asiatici di muoversi in un ambiente coperto dalla neve per molti mesi all'anno. Un giorno qualcuno iniziò a mettersi ai piedi cortecce, rami intrecciati in grado di sostenerlo sulla neve, consentendogli così di inseguire gli animali cui dava la caccia o raggiungere fiumi e laghi in cui pescare. Pur venute meno le motivazioni iniziali, lo sci di fondo oggi continua ad essere praticato su tratti non molto ripidi, come invece avviene per lo sci alpino.
Si distinguono due tecniche di sciata: la tecnica classica e la tecnica di pattinaggio.
La tecnica classica, detta anche passo alternato, è stata l'unica fino agli anni '80 e si esegue utilizzando il binario tracciato su neve battuta, che consente allo sciatore un facile appoggio dello sci e una guida sicura in fase di scivolata. I bastoncini trasmettono la spinta degli arti superiori e si piantano nella neve per mezzo del puntale, mentre gli sci per trasmettere le spinta degli arti inferiori necessitano di sciolina di tenuta che consente "l'ancoraggio", condizione indispensabile per ottenere la spinta.
La tecnica di pattinaggio, detta anche passo pattinato o, più propriamente, skating, è piuttosto giovane essendo nata agli inizi degli anni 80. Da tecnica puramente agonistica è stata ben presto assimilata anche da sciatori meno provetti. Nella tecnica di pattinaggio gli sci non procedono nel binario, ma scorrono alternativamente, divaricati di punta, su un terreno privo di tracce e diagonalmente rispetto al senso di marcia. A differenza della tecnica classica, lo sci, durante la spinta dell'arto inferiore, è sempre in movimento, di conseguenza i tempi di applicazione della forza possono essere prolungati.