L'UISP , Unione Italiana Sport Per Tutti da 35 anni propone , in collaborazione con le Direzioni dei 2 Istituti Penitenziari Bresciani, il Progetto Carcere, con l’obiettivo di tenere vivo il legame tra detenuti e società civile.
Venerdì 21 febbraio, nella splendida cornice della Sala Giudici del Comune di Brescia, è stata presentata l’edizione 2025 del Progetto Carcere e del Vivicittà Porte Aperte, la riproduzione, all’interno della Casa di Reclusione di Verziano-Brescia, della manifestazione podistica internazionale Vivicittà, promossa da Uisp Nazionale.
“Lo sport è strumento efficace per insegnare rispetto, voglia di stare assieme, prendersi cura di sé sia a livello fisico, sia mentale e quindi è importante soprattutto per chi vive rinchiuso in un luogo – ha detto in conferenza stampa l’Assessore allo Sport del Comune di Brescia Alessandro Cantoni – Le attività di Uisp ci danno modo di dare un’opportunità in più a questi detenuti, per far sì che possano pensare ad un futuro, fuori dalla realtà penitenziaria”.
L’Assessore ha poi ricordato la partecipazione dello scorso anno al Vivicittà Porte Aperte: “Ho visto la voglia di movimento che hanno, come fosse una sorta di liberazione… Un modo di scaricare le tensioni che si portano dentro. Un’attività di questo tipo fa davvero del bene ai detenuti costretti in un percorso penitenziario che per certi aspetti può essere sbagliato come impostazione perché fatica a prepara alla vita esterna e ciò rende anche più facile la recidiva. Esperienze come questa sicuramente danno una mano alle istituzioni carcerarie nel mettere in atto percorsi rieducativi e di avviamento alla legalità”.
Uno dei punti forti delle attività che l’Uisp propone per i detenuti e per le detenute è rappresentata dal costante scambio e dalla relazione con l’esterno che si realizza grazie alla partecipazione non solo dei volontari, che ogni settimana entrano negli istituti ma anche di squadre sportive e degli studenti che si offrono di prendere parte alle iniziative.
“Il nostro è un Progetto di inclusione e socializzazione che da la possibilità ai detenuti di sentirsi parte di una comunità che è “a porte aperte” – ha spiegato Paola Vasta, Presidente del Comitato Terr.le Uisp di Brescia – Ecco perchà nelle nostre attività c’è sempre uno scambio con persone esterne che entrano in carcere per fare attività sportiva e/o ricreativa e questo è un aspetto molto apprezzato dai detenuti e dalle detenute”.
Il Progetto prese il via con un torneo di calcio tra squadre di detenuti e squadre esterne e man mano negli anni si è arricchito di diverse attività sportive come la Pallavolo, attività motorie generiche e anche un’esperienza con il calcio femminile; oltre a questo vengono proposte attività ricreative e ludiche (come delle feste con balli e intrattenimento musicale durante particolari ricorrenze) e, dallo scorso anno, anche un corso di scacchi, molto apprezzato e partecipato.
Nelle prossime settimane prenderà il via, presso la Casa Circondariale di Verziano, il 38° Torneo di Calcio a 7 Memorial Giancarlo Zappa intitolato al magistrato di sorveglianza, co-fondatore dell'Associazione Carcere e Territorio e convinto propugnatore dell'attività in carcere.
A maggio ci sarà il tradizionale Torneo femminile di Pallavolo, sempre a Verziano, che coinvolgerà due istituti superiori bresciani e poi un torneo di scacchi, a Verziano e al Nerio Fischione in collaborazione con l’Associazione Torre e Cavallo.
Nel DNA dell'UISP , Unione Italiana Sport Per Tutti, ci sono 3 parole: SPORT, SALUTE e INCLUSIONE – ha spiegato Paolo Manini, Responsabile del Progetto Carcere - Noi proviamo a portare questi 3 capisaldi anche all'interno delle carceri, regalando qualche momento di svago e di impegno fisico a chi momentaneamente è separato dalla società civile. Nel corso degli anni abbiamo avuto delle prove concrete che la nostra attività e tutte le attività portate in carcere dalle associazioni di volontariato sono risultate utili ai detenuti e alle detenute, non solo durante la loro permanenza ma hanno avuto ripercussioni positive anche nella vita fuori dal carcere e nella diminuzione delle recidive. Questo ci basta per continuare la nostra attività con i nostri volontari…”
Il 5 aprile 2025 andrà in scena la 27° edizione del Vivicittà Porte Aperte, la manifestazione podistica che il Comitato di Brescia organizza, grazie al supporto dei suoi volontari e di tutto il personale della Casa di Reclusione di Verziano, per coinvolgere i detenuti e le detenute in una corsa, all’interno delle mura, in compagnia degli studenti e delle studentesse di alcuni istituti superiori bresciani. Un’esperienza che si è dimostrata, nel corso degli anni, sempre molto positiva, sia per i detenuti, sia per i ragazzi.
Il percorso si snoda su 3 km per il femminile e 6 km per il maschile e, quest'anno, vede la partecipazione di circa 300 studenti e 70 detenute e detenuti.
“L'idea di questa manifestazione non è quella di esaltare l'agonismo , anche se giustamente non manca – prosegue Paolo Manini - ma è quella di offrire un'occasione di incontro tra persone che sono momentaneamente recluse e studentesse, studenti, professori, volontari UISP. Vuole essere una grande festa con l'obiettivo di mantenere il legame fondamentale tra l'Istituzione Carcere e la Società Civile”.
Qui un articolo sulla conferenza stampa.
Questa mattina, presso l’Auditorium "Primo Levi" in via Balestrieri, 6 a Brescia, si è svolto l'annuale incontro, promosso dal Comitato Uisp di Brescia, con gli studenti e le studentesse di alcuni istituti superiori di Brescia e Provincia per conoscere meglio la realtà penitenziaria.
Durante l'incontro sono intervenuti, oltre al Responsabile Uisp Progetto Carcere Paolo Manini e la Presidente Paola Vasta, anche la Vicedirettrice degli Istituti Penitenziari bresciani, Dott.ssa Concetta Carotenuto, il Dott. Perrone, Responsabile Area Trattamentale e Rieducativa degli Isituti bresciani e il Comandante della Polizia Penitenziaria Dott. Aldo Scalzo.
Presente all'incontro anche il Presidente Nazionale Uisp Tiziano Pesce, a dimostrazione della grande attenzione dell'Ente sui temi dello sport sociale ed inclusivo, in particolare rivolto a coloro che spesso vengono lasciati soli.
Dopo i saluti da parte del Preside del Liceo Leonardo, che da anni condivide con noi questo appuntamento formativo, Paolo Manini ha introdotto l’incontro e ha passato la parola al Presidente Nazionale Uisp Tiziano Pesce.
“UISP è un’associazione lo sport sociale, che è un bene che interessa tutte le persone ed è un importante strumento di coesione per le nostre comunità. Da 40 anni portiamo le attività sportive la dove nell’immaginario collettivo non ci possono essere attività sportive, ricreative e lavorative – ha spiegato Pesce - A me preme sottolineare l’importanza di stringere alleanze sul territorio, perché le carceri non sono qualcosa di extra territoriale ma sono parte di esso… Sono pezzi di città e fanno parte della nostra communita. Sono luoghi dove stanno persone che devono scontare una pena ma questa pena deve essere rieducativa e riabilitativa, come dice la costituzione. I dati dimostrano che laddove si porti lo sport negli istituti, le recidive diminuiscono e quindi ringrazio il Comitato di Brescia, la direzione del carcere, la Polizia Penitenziaria e tutti i volontari che rendono possibile queste attività”.
Alle parole del Presidente Nazionale seguono quelle di Paola Vasta, Presidente di Uisp Brescia che fa un appello ai ragazzi presenti: “Cercate di prestare attenzione a ciò che vi verrà detto oggi e di sfruttare al meglio l’opportunità di vivere l’esperienza del Vivicittà perché l’idea che si ha, dall’esterno, della realtà penitenziaria è molto diversa dalla realtà. Entrando in carcere vi renderete conto che, all’interno di quelle mura, ci sono delle Persone che sicuramente hanno commesso degli errori e stanno pagando per quello, ma che, se non vengono accompagnate in un percorso di rieducazione, se vengono lasciate sole, non saranno mai in grado di reinserirsi in maniera corretta all’interno del contesto sociale, una volta scontata la pena. Il volontariato in carcere è una delle esperienze più belle e formative che si possano fare nella vita e voi avete l’occasione si sperimentarlo”.
“Zappa credeva fortemente nel ruolo della comunità esterna all’interno degli istituti. lo scambio tra interno ed esterno è fondamentale - racconta Camilla dell’Associazione Carcere e Territorio - Noi facciamo in modo che non si interrompa il legame tra la società e le persone che passano parte della vita all’interno di un istituto ma che poi dovranno tornare a far parte della società esterna. Portiamo all’interno delle attività che possano essere ricreative, formative e culturali”.
La Vicedirettrice Carotenuto, oltre a portare i saluti della Direttrice Lucrezi, ha ringraziato l’Uisp e l’Associazione Carcere e Territorio: “Vogliamo ringraziare per la collaborazione fattiva e fedele che ci lega da anni. In questo modo ci aiutate a dare concretezza al principio costituzionale di pena rieducativa”.
Un intervento molto apprezzato è stato quello del Dott. Perrone che ha tracciato una panoramica dei due istituti bresciani, soffermandosi sulle difficoltà che comporta il problema del sovraffollamento delle carceri (con il Nerio Fischione che ospita 370 detenuti, invece dei 182 per i quali la struttura è pensata) e sulla necessità di iniziare a pensare il carcere come un Servizio che garantisce la sicurezza dei cittadini, isolando coloro che hanno commesso dei reati ma anche che tuteli le persone rinchiuse all’interno garantendo loro opportunità di recupero e rieducazione.
“L’attività trattamentale si basa sul consenso – ha spiegato Perrone – nessun detenuto può essere obbligato a partecipare alle attività o a prendere parte ad un percorso rieducativo ma ogni detenuto ha diritto, qualora fosse interessato, ad avere l’opportunità di parteciparvi. Il nostro compito, come educatori, è quello di capire con loro perché hanno commesso errori e far sì che il servizio garantisca loro delle alternative. Il 70% dei detenuti nei nostri istituti ha problemi di tossicodipendenza e se è vero che si sceglie di commettere azioni sbagliate, talvolta la scelta può essere determinata da altri fattori, come in questo caso la dipendenza e se non si lavora su questa, la persona, una volta fuori, commettere nuovamente gli stessi errori. La scelta su come impiegare il tempo durante la detenzione spetta al singolo detenuto, quello però che è fondamentale è garantire a chi vuole fare un percorso di cambiamento la possibilità di farlo!”.
Chi però ha davvero il polso della situazione, chi conosce davvero i detenuti e li vive 24 ore su 24 e quindi svolge un ruolo fondamentale all’interno degli istituti è la Polizia Penitenziaria che, come a ricordato anche il Dott. Perrotta, è necessario che lavori in sinergia con educatori, psicologi e personale sanitario, al fine di garantire a tutti e tutte le detenute una permanenza sicura e, se lo desiderano, costruttiva all’interno delle strutture.
“Il nostro compito non è solo quello di non fa evadere i detenuti – ha spiegato il Comandante Aldo Scalzo – ma è soprattutto di vigilare sui detenuti e cercare di intercettare, prima che si manifestino, potenziali criticità. Noi conosciamo i detenuti, li viviamo ogni giorno e siamo responsabili della loro sicurezza, intesa anche come protezione da atti di autolesionismo o, nel peggiore dei casi (anche se purtroppo non così rai) di suicidio. A Brescia abbiamo tutti detenuti comuni, perciò possiamo dire che le nostre carceri sono sicure… Il problema più grande resta quello delle condizioni della struttura, del sovraffollamento e delle difficoltà emotive che i detenuti vivono durante la reclusione. Per questo motivo noi facciamo il possibile per controllare e segnalare all’area trattamentale le situazioni che ci sembrano più problematiche, nella speranza di riuscire ad intervenire per tempo”.
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