Chiediamo con forza al Governo di fare un passo indietro, di rifinanziare il Fondo per il contrasto alla povertà educativa, di ripensare ad una politica di welfare che sostenga i territori nel costruire presìdi di sostegno, ascolto, accoglienza e relazione per una generazione che non smette mai di essere dimenticata dalla politica.
Tutti i dati lo evidenziano, la situazione di precario benessere dei minori in Italia, già pericolosamente fragile prima della crisi sanitaria 2020-2023, è diventata un’emergenza profonda e urgente:
Inoltre, con la diminuzione continua degli investimenti sul comparto socio educativo, la scuola è lasciata sola a rappresentare uno Stato che non sembra volersi occupare dei più piccoli e dei più giovani tra i suoi cittadini... e da sola, non ce la fa.
All’interno di questo scenario, il Governo Meloni ha tagliato il finanziamento al Fondo di contrasto alla povertà educativa, l’unico presìdio nazionale capace di sostenere progettazioni diffuse e capillari a sostegno delle fragilità dei più giovani. Ribadiamo anche che il “modello Caivano”, tanto caro al Governo, non è la soluzione a problemi profondi e complessi che non possono essere affrontati con un approccio securitario.
Per l’ennesima volta le famiglie sono lasciate sole – al di là di tutta la retorica – ad affrontare il malessere profondo dei propri figli, andando ad alimentare il solito circolo vizioso nel quale a farcela sono i minori che crescono in contesti privilegiati, mentre tutti quelli che avrebbero bisogno di aiuto sono abbandonati alla fragilità dei loro contesti di crescita.
Fonte: sito UISP Nazionale