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Montagna

Sara /1 - "Tutti in Paradiso"? Sembra proprio di sì

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Dopo un viaggio pieno di sonno e zaini inizia la settimana di Montagna UISP, che per la sua edizione inaugurale si è insediata nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Santino e Roberto propongono subito un'alzata di mano che mi elegge a tradimento (e per scherzo per fortuna) addetta stampa e fotoreporter, e la cosa mi fa pensare.
Le foto sono ottime cose, non tanto per il dopo quanto per il durante perché si trasformano in spirito di osservazione, punti di vista diversi, tempo per scoprire i dettagli. Ma un articolo per un giornale? Non ci avrei mai pensato, eppure la cosa non è da sottovalutare.
Così, dopo aver quasi convinto gli organizzatori che NON scriverò, passo il primo giorno di attività a pensare frasi che spieghino le mie impressioni, se non agli altri per lo meno a me.

Ma torniamo all'inizio, come in un diario di bordo: la prima tappa saliente è Ermanno nell'ingresso dell'albergo che propone di cenare mescolando i partecipanti perché si creino nuovi rapporti e non si rimanga legati solo al proprio gruppo.

Seconda tappa: due tavolate che tentano di unire ma nelle quali i gruppi rimangono stagni. Come andrà a finire? La rivincita è il dopocena con la presentazione del programma, a condizione che ognuno presenti prima se stesso. E qui, benché all'inizio i giri di nomi e provenienze siano sempre un po' imbarazzati, si apre il grande mondo della UISP, o meglio della Lega Montagna e Dintorni.
Sollievo! Alla fine del giro mi rimangono due impressioni, una è una conferma e l'altra un incoraggiamento: la prima è l'ennesima prova che in montagna è più facile che le persone si aprano, si mettano un po' in gioco e un po' in condivisione; la seconda è l'esaltazione di sentire i perché che hanno portato trenta persone (per ora) a riunirsi in questo paesino delle Alpi torinesi, pressoché sperduto in questa valle di roccia e camosci.

Nonostante le differenze apparentemente insormontabili - c'è chi gioca all'alpinismo dall'età di sei anni e chi non ha visto altro che il mare - scopro che a chiamarci tutti qui è proprio la Lega Montagna con la sua proposta di settimana bianca "alternativa".
Qui non ci sono impianti di risalita più lunghi di 50 metri, non ci sono negozi di sport né birrerie aperte fino a tardi, e gli alberghi sono così piccoli da non poterci ospitare tutti insieme, ma c'è così tanto da fare da non sapere cosa scegliere. Eppure non c'è fretta, le cose si fanno per il gusto di farle e chi non le conosce può provarle a modo suo.
Cerchiamo di fare gruppo, di conoscere i luoghi che attraversiamo e nello stesso tempo di lasciare una traccia cancellabile, in modo che di noi rimanga solo il buon umore in chi ci avrà ospitato. E' semplicemente la filosofia che la Lega Montagna porta avanti con sempre maggiore impegno e che quest'anno finalmente tenta di affermarsi attraverso questo "Montagna UISP".

Chi ne ha sentito parlare ha aderito, fino a esaurimento posti. Forse sotto sotto c'è la voglia di riscoprire quel contatto con gli ambienti (più o meno naturali) che nelle solite vacanze invernali si perde del tutto, quasi più che rimanendo in città.
Ed eccoci alla seconda pagina, alla ciaspolata di prova che raccoglie quasi tutti i partecipanti in una valle innevata nella quale perfino i cartelli stradali sono di legno. Noi ci inoltriamo nel bianco coperti di plastica colorata ma quasi con soggezione, anzi un po' strapazzati dalla troppa natura tutta in una volta. In definitiva risaliamo il Gran Paradiso, piano piano, a piedi.

21/02/11