Settore di Attività Nazionale

Montagna

Sara /2 - Immersi nel Parco

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Il mercoledì è il giorno delle scoperte. Più o meno muniti di ciaspole, i camminatori di oggi hanno toccato con piedi e occhi gli aspetti migliori del luogo che ci ospita, il Parco.

Una via di pietra che risale il monte a ridosso di Noasca e poi si allunga in una valle laterale, in silenzio, fino a perdersi tra neve e muri a secco. Una fila di borgate deserte, diciotto persone che camminano e fanno le foto.
Anche io camminando ne ho fatte tante sia al paesaggio che ai miei compagni, e di scatto in scatto ho ascoltato sia i suoni del parco che i nostri. Mi sono trovata a riflettere sullo strano legame tra uomini (sportivi) e montagna e in definitiva su cosa facessimo lì: c'è chi guarda solo i panorami, chi commenta la bellezza dei luoghi, chi fa attenzione solo ai propri passi, eppure siamo in un territorio bellissimo e con così tanto da dire... Roccia, foglie secche, camosci, aquile e soprattutto chilometri di impronte.

Quando una di queste piccole meraviglie viene svelata si diffonde l'entusiasmo, che mi convince che tra di noi non c'è disinteresse ma, il più delle volte, il non sapere dove guardare.
In effetti attraversare un territorio a piedi può essere sport o osservazione e nel nostro caso è entrambe le cose. A volte mi chiedo se abbia senso inventare sport e mezzi che portino l'uomo dove la sua natura non lo aveva portato prima, ma ogni volta concludo che probabilmente ne ha finché, pur superando i limiti fisici, non si supera quello del rispetto.

Noi oggi seguiamo le orme di lupi e ungulati senza la pretesa di correre come loro sulle rocce ma sicuri di avere il diritto di essere lì: qualcuno prima di noi ha costruito muri, terrazzamenti, sentieri e perfino paesi su queste montagne che dal basso sembrano inaccessibili, dall'alto invece raccontano una pagina del nostro passato. Percorrerle a piedi è un po' come tornare a casa, nella natura e nella nostra storia.

 

23/02/11