Nazionale

Adrian e il basket in carrozzina Uisp: la voce della passione per il canestro

Il giocatore marchigiano ha raccontato la sua esperienza nel Campionato Uisp: fonte di soddisfazione ed emozioni

 

Domenica 9 febbraio, nella giornata di Campionato di basket in carrozzina Uisp, la Santo Stefano ASD, squadra di Porto Potenza Picena nelle Marche, ha battuto la formazione di Perugia. Tra i suoi atleti anche Adrian Marin, ragazzo di 21 anni, che in occasione di questa vittoria contro la squadra di Perugia ha raccontato il suo percorso nel basket e la soddisfazione per questo risultato. “Sono molto soddisfatto dei canestri fatti, perché ci hanno permesso di portare a casa la vittoria - ha detto durante l’intervista - che ci consentirà di affrontare in campo anche altre squadre e di avere ulteriori possibilità di farci valere nel campionato”.

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La società nella quale gioca Adrian venne fondata nel 1976 presso l’istituto di riabilitazione di Porto Potenza Picena (Mc) per promuovere il valore dello sport come strumento di riabilitazione fisica e psicologica. La squadra era la terza in Italia di basket in carrozzina, con lo scopo di offrire a persone con disabilità la possibilità di esprimersi ad alti livelli, al pari dei giocatori normodotati: anzi, a differenza del basket tradizionale, il basket in carrozzina richiede lo sviluppo di ampie capacità nella gestione sia del pallone, sia della carrozzina, coordinandosi con gli altri per riuscire insieme ad effettuare canestri e portare a casa la vittoria.

“Ho iniziato ad allenarmi con la Santo Stefano ASD nel 2011, ma ho cominciato a far parte della squadra solo lo scorso anno. Inizialmente stavo in panchina, adesso invece ho la possibilità di scendere in campo per giocare con i miei compagni di squadra in uno sport che mi regala tante soddisfazioni. Il pubblico mi dà molta carica, anche quando mi sento in difficoltà di fronte a giocatori di squadre altrettanto forti”, ha poi aggiunto Adrian.

Nel campo da basket, i giocatori in carrozzina seguono le regole tecniche del basket tradizionale, perché il campo di gioco, le sue dimensioni e l’altezza dei canestri non cambiano. Quel che cambia è l’uso dello strumento meccanico della carrozzina, che i giocatori dovrebbero imparare a percepire come uno strumento vantaggioso e non come un peso, grazie agli insegnamenti degli allenatori che forniscono la preparazione tecnica necessaria, affinché possano comprendere in che modo servirsene. É uno sport totalmente inclusivo, aperto a tutti coloro che non hanno la possibilità di praticare il basket tradizionale, ma desiderano comunque superare le barriere e mettersi alla prova, senza sentirsi diversi. (Virginia Scarangella)